Raum
Bologna
via Ca' Selvatica, 4
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Holding Hands
dal 13/12/2007 al 13/12/2007
ore 22
051 331099

Segnalato da

Xing/Raum press




 
calendario eventi  :: 




13/12/2007

Holding Hands

Raum, Bologna

Living Room, appuntamenti performativi per uno spazio ridotto. Una performance del duo americano formato da Antonia Baehr e William Wheeler. Sotto le luci al neon che illuminano scena e pubblico non accade quasi nulla, ma quel poco segue una partitura dettagliata, con precisione assoluta...


comunicato stampa

Le figure di Holding Hands appaiono come un unico organismo simbiotico con due diverse personalità. Sotto le luci al neon che illuminano scena e pubblico non accade quasi nulla, ma quel poco segue una partitura dettagliata, con una precisione assoluta. Nei visi, nelle posture, nel respiro dei due performer (Baehr e Wheeler) ha luogo un melodramma da cui sono stati asportati gli elementi narrativi. Muovono i muscoli facciali in sincrono in uno straniante e intenso gioco mimetico. Stringono le mani, in silenzio. Si espongono al pubblico. Una tavolozza di emozioni attraversa i loro visi in assenza di narrazione.

E' possibile leggere delle emozioni senza causa ed effetto? E' possibile guardare il teatro come se fosse un paesaggio (come immaginava Gertrude Stein)? Il pubblico si interroga sulle proprie aspettative. Nella durata dell'azione, i visi della platea iniziano a riflettere i visi dei performer e diventano specchio della scena. Sono testimoni di un distillato emotivo, artificiale e naturale allo stesso tempo.

Here we stand, Holding Hands.
Sei così caro/a - e anche tu. Ovviamente abbiamo diverse personalità, ma ci teniamo per mano e ci sorreggiamo l'un l'altro/a. A volte penso che i nostri capelli siano dello stesso colore. Ma il tuo centro di gravità sta in un punto diverso dal mio. Più ci esponiamo, in sincrono, e più compaiono le differenze. Stiamo seguendo la volontà di chi? Formiamo un singolo organismo con una o due menti. Tu sei gay in tutto quello che fai, e mi piace essere lesbica, accanto a te. Vediamo entrambe diverse possibilità di sopravvivenza - abbiamo cambiato città assieme, sempre uno con una casa e l'altro senza.

Perchè andiamo al cinema per piangere? Cosa prende forma sul tuo viso quando una grande passione travolge il viso della diva? Siamo entrambe ossessivi/e, testardi/e, lenti/e (in confronto al resto del mondo) a adoriamo i dettagli. Ma non so se ci avrei messo assieme cinque anni fa. Certo, siamo molto cambiati/e entrambi, ma a volte credo di cambiare proprio per quello che facciamo assieme. Forse stiamo emergendo lentamente come due iceberg, così lentamente che non ce ne accorgiamo.

RepeatingŠ
Quando inizio a far qualcosa e la ripeto, mi annoio immediatamente, allora mi concentro più sull'atto della ripetizione. All'inizio non trovo nulla a cui aggrapparmi, ma dopo accade qualcosa, parte una specie di memoria, o una canzone nella mia testa. Mi piace cantare canzoni a voce alta, o mentalmente, più e più volte. Quando riesco a sentire questa canzone, allora riesco a sorridere o piangere. Riesco a piangere ogni volta che ascolto questa canzone, e poi penso a tutte le altre volte in cui ho pianto su questa canzone, a quello che stavo facendo in quel momento. Allora ripeto l'emozione ma è sempre una nuova emozione, posso trovarci un nuovo sentimento che non avevo provato prima.

Mi piace avere a che fare con la noia. E' così rilassante essere annoiati.Mi piace quando dalla ripetizione vengono fuori ironia e saggezza. Quest'ultima mi fa porre delle domande sulla libertà e sulla felicità, su cosa sono e se hanno qualcosa in comune.Ripetere qualcosa in continuazione, per un lungo periodo, ad esempio alcuni mesi, mi fa rendere conto di come passa il tempo, come cambiano le stagioni, come sei cambiato/a tu. I gesti e le cose che facciamo, restano i medesimi, cambia ciò che ci circonda. Nei video delle nostre prove, ad esempio, ci vedo fare le stesse cose, una volta con le guance arrossate, vestiti estivi e sudati, una volta pallidi e tremanti in maglione.

A volte mi annoio di nuovo e devo smettere di ripetere, come quando facciamo le pause nelle prove. Mi dimentico completamente quello che è successo, lo rifaccio dopo. Mi sento diverso/a. Sono di nuovo arrabbiato/a. Mi sembra totalmente lo stesso. Mi sento diverso/a. Mi sento confuso/a e poi rinnovato/a.
Sono giovane, instabile, e lavorare con la ripetizione, ostinatamente, ha un gusto assurdo e divertente. La sfida di stabilire le regole del gioco e di seguirle sino in fondo - e poi rendersi conto che la fine non è svanita. Mi riconosco in un gesto, nel modo in cui bevo una tazza di tè o di caffè o come taglio le uova in una colazione alla tedesca. Lì so che sono io, di nuovo io, e mi sento come su un treno, che guardo fuori dal finestrino il paesaggio che scorre. E sono qui, con te, sempre tu di nuovo, in questo scompartimento.

Š a feeling.
Un'emozione è qualcosa di non finito. E' qualcosa che viene prima delle parole, die Aussprache. Normalmente quando le parole sono lì per descriverla, l'emozione è già andata via. Ma se ti chiedo "Perchè stai ridendo?" allora potresti ridere ancora di più per spiegarti. Cerchi di aggiungere parole al riso, ma la risata si inghiotte le parole. E allora inizio a ridere anch'io - non resisto a farti da specchio. Le mie parole e le mie emozioni sembrano spesso in conflitto.

E' quando scrivo questo, quando devo metterlo in forma di parola. E' tutti i rischi che prendo, e tutte le speranze che il tempo del rischio sarà presto finito. E' quando sento di vedere le cose in un modo sbagliato. E' come tenersi per mano o come un corpo che sta crescendo dall'altro lato. Ho freddo, o ho caldo. Questa è un'emozione, o la base per molti altri complessi stati della mente. Le emozioni sono universali? E' una domanda interessante questa? In ogni caso, costruiscono una rete forte per e nella mia memoria.
Quando mi rendo conto che ho un'emozione, mi rendo conto che sono consapevole. Questo crea un desiderio in me. Ciò che desidero è quella consapevolezza.

Mi rende esausto/a. A volte intuisco che l'unico modo di afferrare questa cosa è di dire cosa mi fa. Mi fa fare domande che sono troppo semplici e non avranno mai risposta. Mi fa pensare come la gente mi vede. E' vedere.E' possibile vedere uno spettacolo come un paesaggio, o un viso su cui scorrono le emozioni come variazioni metereologiche della luce? (testo di William Wheeler & Antonia Baehr, montato da Antonia Baehr)

Antonia Baehr e William Wheeler lavorano in duo. Scambiandosi i ruoli di regista e performer di prova in prova, hanno sviluppato due spettacoli simultanei influenzandosi reciprocamente.

Antonia Baehr, coreografa, regista, performer e film-maker americana, trasferitasi da Chicago a Berlino negli anni '90. Ciò che la caratterizza è un approccio non-disciplinare e collaborativo, che prevede il coinvolgimento di altre persone. Baehr utilizza spesso la struttura del gioco in cui ciascuno è alternativamente regista/autore e performer per l'altro. Nel 1994 ha co-fondato a Berlino il gruppo performativo ex machinis. Ha studiato Film e Media Arts alla Hochschule der Künste di Berlino con Valie Export e ricevuto una borsa di studio dalla DAAD-Berlin e dalla School of The Art Institute of Chicago. A Chicago ha completato il suo Master in Performance con Lin Hixson del Goat Island e incontrato William Wheeler con cui ha iniziato a collaborare. Trasferitasi definitivamente a Berlino nel 2000, per due anni ha co-organizzato Labor Sonor rassegna di musica sperimentale e performance alla KuLe-Berlin, e Fernwärme im Ausland ­ The Making of Performing Arts allo Ausland-Berlin. Antonia Baher è produttrice dei suoi alter ego: Werner Hirsch danzatore e sussurratore ai cavalli, Henri Fleur musicista e coreografo, Henry Wilt compositore. Nel 2006 è stata artist-in-residence ai Laboratoires d'Aubervillers, Parigi. Tra le ultime produzioni - performance e spettacoli-: Holding Hands, Without You I'm Nothing, Un aprés-Midi, Larry Peackock, Danke-Merci-Thank You.

William Wheeler, artista visivo e performer americano, stabilitosi a Berlino, dal 1998 è autore e interpreti di vari progetti interdisciplinari tra danza, teatro, drag-club-performances e cinema.

Living Room è uno sguardo sulla produzione di performer, coreografi, artisti visivi e plastici. In Living Room convergono una serie di eventi performativi realizzati per uno spazio ridotto, a stretto contatto con il pubblico, aperti nel formato e nell'ideazione. Un format anomalo che nasce per sperimentare forme di presentazione scenica non classiche, alla ricerca di prototipi e tipologie performative attuali e colloquiali. Living Room è una camera di decompressione per artisti affermati; e un luogo di verifica per chi ha ricerche in corso: ricerche sui formati, sulle forme della rappresentazione, di cui condividere i processi e non solo gli esiti. (a cura di Silvia Fanti).

Col supporto di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Città del Capo-Radio Metropolitana, Radio Città Fujiko, Edizioni Zero.

Venerdi 14 dicembre alle 22

Raum
via Ca' Selvatica 4/d - Bologna
Ingresso libero

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Gianfranco Brebbia
dal 26/11/2015 al 26/11/2015

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