Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Segni di vita. Immagini fotografiche, spezzoni di film e videoinstallazioni compongono un percorso articolato, inteso ad approfondire l'idea di cinema del regista tedesco, con i suoi eccessi e le sue invenzioni, ma anche di scoprire i segreti del suo modo di lavorare, i motivi ricorrenti di una pratica che e' rimasta costante pur arricchendosi di film in film. Nell'ambito di una manifestazione piu' ampia articolata in diversi sedi cittadine, che prevede una retrospettiva di tutti i suoi film, un cine-concerto al teatro Regio, laboratori di cinema e scrittura e la pubblicazione di una monografia. A cura di Alberto Barbera e Grazia Paganelli.
a cura di Alberto Barbera e Grazia Paganelli
Il Museo Nazionale del Cinema organizza SEGNI DI VITA – WERNER HERZOG E IL CINEMA (a cura di Alberto Barbera, Stefano Boni e Grazia Paganelli), un omaggio a uno dei registi più interessanti ed estremi del nostro tempo, che proprio nel 2007 festeggia i quarantacinque anni di attività.
La manifestazione è realizzata in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Teatro Regio di Torino, Scuola Holden, Werner Herzog Film, Ripley’s Films Srl, German Films, Goethe Institut Turin e il sostegno della Città di Torino.
Fin dai suoi primi film, Herzog si è distinto per la capacità di osservare gli aspetti insoliti della realtà e del mondo, con lo stupore e la purezza di uno sguardo che si interroga e si spinge sempre più nei territori di confine, tra la realtà rappresentata, la realtà documentata e una realtà splendidamente immaginata.
Tutti questi aspetti saranno sottolineati ed esaltati durante l’evento a lui dedicato, che si terrà a Torino a partire dal 15 gennaio 2008, e che prevede la retrospettiva completa (16 gennaio – 10 febbraio) di tutti i suoi film (trentacinque dei quali ristampati per l’occasione dal Museo Nazionale del Cinema a partire dai negativi originali), una mostra “multimediale” che sarà ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (16 gennaio-10 febbraio, inaugurazione 15 gennaio), il cine-concerto per il Piccolo Regio Laboratorio Requiem For A Dying Planet (17 gennaio) dove su un montaggio di immagini tratte dai film L’ignoto spazio profondo e Il diamante bianco si innestano le musiche eseguite dal vivo dall’ensemble formato dal violoncellista olandese Ernst Reijseger, dal cantante senegalese Mola Sylla e dal quintetto di voci sarde Tenore e Cuncordu de Orosei.
La manifestazione è accompagnata da un’ampia monografia di Grazia Paganelli, dedicata all’analisi dell’opera del regista che sarà pubblicata nella collana editoriale Museo Nazionale del Cinema / Il Castoro.
Contemporaneamente, presso la Scuola Holden, Werner Herzog sarà protagonista di un laboratorio di cinema e scrittura (17-18 gennaio) della durata di due giorni, rivolto a 25 giovani filmmaker, videomaker, sceneggiatori e scrittori selezionati, attraverso un bando di concorso nazionale, tra 350 curricula pervenuti da tutta l’Italia.
La rassegna verrà inaugurata dall’ultimo lavoro di Herzog, Encounters at the End of the World, presentato in anteprima italiana il 16 gennaio alle ore 20.30 al Cinema Massimo, alla presenza del regista.
L’omaggio ripercorrere l’intera opera del regista tedesco, riproponendo tutti i 52 film realizzati da Herzog, presentati nella loro versione originale (con i sottotitoli italiani) e, soprattutto, nella loro forma migliore. Per l’occasione, infatti, il Museo Nazionale del Cinema ha fatto ristampare, a partire dai negativi originali, ben 35 film, con il preciso scopo di proporre al pubblico l’opera di uno dei più grandi registi del nostro tempo in condizioni ideali.
La retrospettiva sarà un’occasione unica per vedere tutti i film del regista tedesco, dal primo cortometraggio Herakles, in cui Herzog si serviva di materiali molto diversi tra loro per conseguire un ritratto pungente della società dei primi anni Sessanta, all’ultimo lavoro Encounters at the End of the World realizzato spingendosi fino al Polo Sud, per filmare la vita di un piccolo gruppo di persone, viaggiatori, ricercatori o gente comune isolata dal resto del mondo. Tra i film ristampati, da segnalare la doppia copia di Nosferatu, il principe della notte uscito nel 1978 in due diverse versioni, quella che è stata distribuita anche in Italia, e una più lunga, realizzata appositamente per il mercato inglese.
La mostra, a cura di Alberto Barbera e Grazia Paganelli, verrà inaugurata il 15 gennaio 2008 alle ore 19.00 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, alla presenza del regista. Immagini fotografiche, spezzoni di film e videoinstallazioni comporranno un percorso articolato, inteso ad approfondire l’idea di cinema del regista tedesco, con i suoi eccessi e le sue “magnifiche invenzioni”, ma anche di scoprire i “segreti” del suo modo di lavorare, i motivi ricorrenti di una pratica che è rimasta costante pur arricchendosi di film in film.
L'esposizione sarà costituita da una sezione fotografica, con riproduzioni di grande formato che ripercorrono il suo lavoro sul set e isolano alcuni nuclei “tematici” che ricorrono in molti suoi film: i “segni di vita” cui fa riferimento il titolo dell’intera manifestazione, l’idea cioè di un cinema che si immerge nel paesaggio e si perde in un viaggio che tocca tutti gli angoli del mondo. Completano il percorso in immagini, lo story-board della sequenza finale di Grido di Pietra, alcune istantanee delle regie liriche di Herzog e una selezione di scatti realizzati da Lena Herzog sul set dei film più recenti del marito.
La parte più consistente della mostra è dedicata alle videoinstallazioni. Il percorso, che si apre con un contributo realizzato appositamente dallo stesso Herzog per la mostra torinese, comprende numerose proiezioni, tra le quali: le sequenze inedite di Fitzcarraldo, con Mick Jagger nel ruolo che poi sarà di Klaus Kinski; il primo film “amatoriale” girato da un Herzog appena sedicenne; il “making of” di Il diamante bianco e il lavoro di registrazione delle musiche per lo stesso film. Saranno proiettati anche l’autoritratto Portrait Werner Herzog, il film The Ball is a Scumbag, del figlio Rudolph Herzog, che testimonia della passione per il calcio da parte del regista bavarese, e un montaggio che raccoglie alcune prestazioni di Herzog attore in film di altri registi.
La Scuola Holden ospiterà nei giorni 17 e 18 gennaio il Laboratorio di cinema e scrittura con Werner Herzog, rivolto ad un gruppo formato da 25 giovani filmmaker, videomaker, sceneggiatori e scrittori selezionati attraverso un bando di concorso nazionale tra 350 curricula pervenuti da tutta l’Italia. Due giorni di dialogo con il grande cineasta tedesco per approfondire la sua originale poetica attraverso le sue parole, la lettura di testi e i commenti alle immagini dei lavori cinematografici. Nel corso del laboratorio verranno affrontati i temi chiave del suo cinema come il rapporto dell’uomo con la natura (da Fitzcarraldo a Grizzly Man), il viaggio e l’estasi della visione (da Fata Morgana a Il diamante bianco), la scrittura come strumento per il cinema, ma anche come narrazione (da Sentieri nel ghiaccio, Guanda 1980 a La conquista dell’inutile, Mondadori 2007).
Il laboratorio, inserito negli appuntamenti Seminari sul narrare, si svolgerà in lingua inglese con traduzione simultanea, e gli incontri saranno coordinati da Grazia Paganelli, curatrice dell’evento per il Museo Nazionale del Cinema, e Bruno Fornara, critico e docente di narrazione cinematografica alla Scuola Holden.
Il 17 gennaio 2008 alle ore 21.00 al Piccolo Regio Laboratorio sarà possibile assistere al cine-concerto Requiem for a Dying Planet, con musiche di Ernst Reijseger eseguite su un montaggio di immagini tratte dai film The White Diamond e The Wild Blue Yonder, con Ernst Reijseger (violoncello), Mola Sylla (voce, kalimba, xalam, percussioni) e il quintetto di voci sarde Cuncordu e Tenore de Orosei (Piero Pala voche e mesuvoche, Massimo Roych voche e mesuvoche, Gianluca Frau contra, Mario Siotto bassu, Patrizio Mura voche e scacciapensieri)
La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nell’arte di Werner Herzog, tanto più nei suoi ultimi film: “Voglio usare l’immaginazione e il suono in un modo che non avete mai incontrato prima”, scrive cominciando a lavorare a L’ignoto spazio profondo, in cui alcuni spettacolari filmati della Nasa si fondono con riprese degli abissi sotto la calotta antartica, in un meccanismo di sospensione sempre magico e conturbante. Altrettanto si può dire del precedente Il diamante bianco, girato a bordo di un aerostato sulle gigantesche cascate Kaieteur in Guyana. Sulle immagini dei due film di Herzog si innestano le musiche di un ensemble strabiliante, in cui si mescola il violoncello dell’olandese Ernst Reijseger (compositore di tutto il materiale), la voce del senegalese Mola Sylla e le polifonie del quintetto di voci tradizionali sarde Cuncordu e Tenore de Orosei. Un intreccio virtuoso e ipnotico per un’audace coesione tra nord e sud del mondo, tra il jazz d’avanguardia e il patrimonio delle radici più lontane.
Werner Herzog (il cui vero nome è Werner H. Stipetic) è nato a Monaco il 5 settembre 1942. Cresciuto in uno sperduto villaggio sulle montagne della Baviera senza mai vedere film, televisione, né usare il telefono, ha iniziato a viaggiare a piedi a quattordici anni e ha fatto la sua prima telefonata a diciassette. Durante le scuole superiori ha lavorato di notte come saldatore in un’acciaieria per riuscire a produrre i suoi primi film. L’esordio dietro la macchina da presa avviene nel 1961 all’età di diciannove anni. Nel 1963 fonda, a Monaco, la sua casa di produzione, la Werner Herzog Filmproduktion e, nello stesso anno, vince una borsa di studio per l’Università di Pittsburg che però abbandona dopo poche settimane. Nel 1965 vince il premio Carl Mayer per la sceneggiatura di Feuerzeichen, presentata sotto pseudonimo. Viaggia a lungo tra Stati Uniti e Messico e partecipa anche al progetto di fondare uno stato utopico nel Guatemala. Tornato in Germania nel 1968, realizza il suo primo lungometraggio Segni di vita. Da allora ha prodotto, scritto, diretto più di cinquanta film, pubblicato libri e curato la regia di numerose opere liriche.
Inaugurazione 15 gennaio 2008
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane, 16 - Torino