L'artista, di origine partenopea, vive ed opera a Brescia. Di lui ha scritto Domenico Rea:«Monfregola vive e crea con una classicita' che gli deriva dalle sue origini partenopee, con l'abbandono alla natura che gli e' nata nel sangue, con la raffinatezza tecnica che ha appreso (e' anche un valente restauratore) con tutto l'impeto che il suo organismo gli detta, unitamente alla profondita' che nasce dalla sua acuta intelligenza, dipingendo, instancabilmente le sue tele di mirabile fattura.
Renato Monfregola
personale di pittura
L'artista di origine partenopea vive ed opera a Brescia. Di lui ha scritto Domenico Rea:«Monfregola vive e crea con una classicità che gli deriva dalle sue origini partenopee, con l'abbandono alla natura che gli e' nata nel sangue, con la raffinatezza tecnica che ha appreso (e' anche un valente restauratore) con tutto l'impeto che il suo organismo gli detta,unitamente alla profondità che nasce dalla sua acuta intelligenza, dipingendo, instancabilmente le sue tele di mirabile fattura.
Ecco qui, infatti, un ritratto di donna, glorioso di luce, quasi ad emulare Mancini, ecco i paesaggi che paiono infiniti come se li vedesse dalla realtà , e giù un tocco di verde veronese, di giallo cromo, di terra bruciata, magari su un volto, una mano. Perché ciò?
Perché l'equilibrio portentoso dei colori lo esige, appunto,quel tocco sorprendente.
La pittura è il suo unico Amore; gli altri amori sono avventure: perciò lui ama le sue tele, le schiera tutt’intorno, su sedie e mobili, sul pavimento stesso, guardandole sotto diverse luci, come un padre le sue creature.
E, ogni giorno, rinnova la creazione.
Perciò la sua instancabile fantasia si ripopola di sogni, spesso,sulle rimembranze: un paesaggio fiammingo, un tema tedesco, un ponte sulla Moskowa, una Madonna, una ''Scuola di Posillipo''.
Perfino le ombre del Monfregola sono piene di luce affascinante.
Crea perché ama il mondo, la vita e la luce, il discorso artistico e' sempre difficile, ma la pazienza del sofferente di tormento d'arte non manca mai, anche, se a volte vacilla.
Bisognerebbe vedere i suoi bozzetti, studi acuti, attenti, per poter ben valutare, i ritmi e le melodie tonali, che trovano la vera armonia dell'insieme, dove linea e colori si sposano e vivono in equilibrio.
Pittura sofferta e sapiente questa del Monfregola, che ha viaggiato e viaggia per visitare musei ed apprendere.
E’ semplice e umano parla e si confida, non gioca a fare il monumento, con mostre ovunque.
Lavora e cerca di approfondire sempre.
Un giorno anche per lui busserà la morte; lo troverà al cavalletto amico. ''Un momento -dirà - solo il tempo di mettere un ricciolo di violetto su questo giglio!''
Poi guarderà la sua tela un po' da lontano, il capo un po' chinato,''Che te ne pare? Ti piace?..Allora andiamo''».
(Da ''Rinascita Letteraria'' del 2.06.1989 ''Un artista particolare'' di Domenico Rea)
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