La collezione del Museo di Castelvecchio. L'onore delle armi è un riconoscimento che normalmente si rende al vinto. Perche' allora questo titolo? Qui lo sconfitto e' rappresentato dall'abbandono, quella condizione in cui cadono oggetti e reperti del passato (in questo caso le armi), che per questa mostra si sono voluti richiamare dall'oblio per farci raccontare la loro storia.
La collezione del Museo di Castelvecchio.
L'onore delle armi è un riconoscimento che normalmente si rende al
vinto. Perché allora questo titolo? Qui lo sconfitto è
rappresentato dall'abbandono, quella condizione in cui cadono oggetti e
reperti del passato (in questo caso le armi), che per questa mostra si
sono voluti richiamare dall'oblio per farci raccontare la loro storia.
Un viaggio all'indietro nel tempo, ripercorrendo a ritroso i più
recenti sette secoli di storia delle armi: strumenti di difesa e di
offesa, o semplicemente status symbol del potere, spesso anche splendidi
capolavori dell'arte della forgiatura o del cesello.
E' quanto propone, a conclusione di una più che decennale campagna di
restauro (a cura di Enrico Bertasi e Eliana Tovagliaro) sostenuta dalla
Regione Veneto, "L'onore delle armi. La collezione del Museo di
Castelvecchio" che, dall'1 dicembre 2001 al 7 aprile 2002, è
allestita in Sala Boggian a Verona. Una mostra straordinaria e inattesa,
per qualità e quantità dei pezzi che allinea, tutti tratti dalle
ricchissime (e sino a oggi in gran parte sconosciute) collezioni di armi
dal XIV al XX secolo dei Civici Musei veronesi.
Di queste collezioni, solo una piccola - anche se importantissima -
parte risulta permanentemente esposta sin dal 1989, quando nell'ambito
del riordinato percorso di visita di Castelvecchio Francesco Rossi
selezionò ed espose - con allestimento di Arrigo Rudi - una sequenza
di magnifiche armi bianche: spade, corazze, pugnali, elmi e alabarde di
epoca medievale e moderna. Questa sezione permanente diviene oggi una
"introduzione" alla mostra allestita in sala Boggian, mostra che si
allarga idealmente allo stesso contenitore, il medievale Castelvecchio
sorto come possente "macchina" da difesa.
La mostra, a cura di Paola Marini e Denise Modonesi, presenta una
selezione di 320 pezzi dei circa 500 tra armi da difesa, armi bianche
offensive e armi da fuoco militari e civili, conservate nei depositi dei
Civici Musei d'Arte di Verona. Si snoda, al termine dell'esposizione
museale permanente, come un percorso a ritroso nei luoghi della memoria:
dalle imprese coloniali del 1890 e del 1911 in Eritrea e Libia come
affermazione del giovane stato italiano alla prima guerra mondiale.
Quindi, all'indietro, si assiste al passaggio dagli stati preunitari
all'unificazione italiana compiutasi tra il 1859 e il 1870. Per giungere
poi al periodo tra il Cinquecento e Settecento, dominato a Verona dalla
Serenissima, e all'epoca scaligera, simboleggiata dalla statua equestre
di Mastino II della Scala, che incontriamo alla fine del percorso.
La collezione racconta anche della storia del Museo Civico, che si
arricchì di materiali raccolti da coloro che in prima persona
parteciparono alle guerre per l'indipendenza, senza dimenticare il
nucleo di armi e memorie storiche che si coagulò al momento della
istituzione del Museo del Risorgimento nel 1938. La collezione è
costituita principalmente dai legati di Carlo e Alessandro Alessandri
del 1896, di Virgilio Grossule del 1904, dei conti Da Prato del 1947 e
del generale Alberto Pariani del 1960.
Molti i pezzi di eccezione, rari e singolari per foggia, materiali,
lavorazione, capaci di interessare anche i non addetti ai lavori. Come
la spada della fine del Cinquecento, il cui fornimento è stato ideato
dal maestro spadaro Andrea Ferara di Belluno. O la raffinata sequenza
(tra le maggiori conservate in Italia) di armi islamiche, tra cui
eleganti scimitarre e un rarissimo pugnale a cinque lame, e balcaniche,
tra cui la serie di pistole con ricchi ornamenti in argento e
impugnature dette "a coda di topo".
Dall'Africa proviene la collezione di Virgilio Grossule, che lavorò
tra il 1901 e il 1921 come medico tra le popolazioni dell'ex Congo
belga: oggetti di grande maestria sono il grande scudo della tribù
Azande in vimini intrecciati e il coltello cerimoniale o da esecuzione
della regione dell'Ubangi. Capolavoro di cesello è la carabina
svizzera arricchita da incisioni finissime ispirate alle vicende di
Gugliemo Tell, bella da vedersi come il curioso trombone feu de joie,
strumento non di guerra ma di festa, visto che veniva utilizzato nelle
valli alpine per dare il via, con i suoi colpi caricati a salve, alle
grandi feste popolari.
Inidonea al combattimento per la curvatura troppo accentuata della lama
è una lussuosa sciabola appartenuta al generale Pianell, con la firma
di Labruna e il fornimento accuratamente inciso tanto da competere con
la sciabola del re Vittorio Emanuele II.
Una citazione meritano anche i cosiddetti "falsi d'epoca" come le copie
di elmi rinascimentali che furono oggetto di un grande sforzo
artigiano (e commerciale) per gran parte dell'Ottocento, sulla spinta di
un preciso gusto decorativo.
Armi o soggetti in arme compaiono spesso in ritratti e dipinti e anche
di questo dà conto, naturalmente per exempla, la grande mostra di
Castelvecchio in un itinerario visivo assai vario e stimolante
progettato da Alberto Erseghe. A completare la memoria di imprese che la
storia ha tramandato come epiche, vengono esposte medaglie,
onorificenze, riconoscimenti (molti i pezzi della seconda metÃ
dell'Ottocento).
Chiude idealmente la rassegna la statua equestre di Mastino II della
Scala, la cui celebre effigie marmorea, finalmente giunta a
Castelvecchio dove, come è noto, già si conserva quella del suo
predecessore Cangrande I della Scala, suggella un percorso espositivo
straordinariamente ricco di emozioni e memorie.
"L'ONORE DELLE ARMI. LA COLLEZIONE DEL MUSEO DI CASTELVECCHIO. ",
Verona, Museo di Castelvecchio, 1 dicembre 2001 - 7 aprile 2002.
Ingresso a Castelvecchio e alla mostra: intero lire 8.000, euro 4,20;
ridotto gruppi e studenti lire 6.000, euro 3,10; ridotto anziani e
ragazzi lire 5.000, euro 2,60; ridotto scolaresche lire 2000, euro 1.
Solo mostra: biglietto unico lire 4000, euro 2,10. Orario: tutti i
giorni, 9.00-19.00, chiuso il lunedì.
Mostra promossa dal Comune di Verona, Assessorato alla Cultura,
Direzione dei Civici Musei d'Arte e Monumenti, e dalla Fondazione Cassa
di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, sostenuta da Regione
Veneto e con la collaborazione di AGSM.
A cura di Paola Marini e Denise Modonesi. Allestimento: Alberto Erseghe.
Catalogo Electa a cura di Denise Modonesi e Gianrodolfo Rotasso con
interventi di Denise Modonesi, Sergio Masini, Ettore Napione,
Gianrodolfo Rotasso, Cesare Calamandrei; schede di Camilla Bertoni,
Cesare Calamandrei, Franco Calabresi, Gianni Peretti, Linda Perini,
Gianrodolfo Rotasso, Arnaldo Turrichia
Verona, Museo di Castelvecchio - Sala Boggian, 1 dicembre 2001- 7 aprile 2002
Visite guidate gratuite: sabato pomeriggio, ore 17.30.
Informazioni e prenotazioni: Stagehand tel. 045.8040431, fax
045.8000804, Email cristinapadovani@vr83.it
Ufficio stampa Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049.663499 fax
049.655098
in collaborazione con
Ufficio Stampa ELECTA - Valeria Regazzoni tel. 02.21563207 fax
02.21563314 Email regazz@mondadori.it