La Permanente
Milano
via Turati, 34
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Due mostre
dal 24/2/2008 al 1/3/2008
martedi' - venerdi' 10-13 e 14.30-18.30, sabato e festivi 10-18.30, lunedi' chiuso

Segnalato da

Ufficio Stampa Museo della Permanente




 
calendario eventi  :: 




24/2/2008

Due mostre

La Permanente, Milano

Dove abita l'utopia: VIII edizione del Premio Libero Ferretti dedicato a giovani artisti, architetti. Concorrono quest'anno: Paolo Barlusconi, Fabrizio Berardi, Gabriele Buratti, Stefania Dalla Torre, Gilberto Di Stazio, Enrico Ferraris e Davide Oddenino. "Giulio Scapaticci. I colori del disagio e della poesia" propone circa 40 opere di questo pittore, protagonista negli anni 50 e 60 della stagione del Realismo Esistenziale.


comunicato stampa

Dove abita l'utopia
8° edizione del Premio Libero Ferretti

Il Premio Libero Ferretti “Dove abita l’utopia” è stato creato nel 2000 da Stefania Fanesi Ferretti per onorare la memoria del pittore Libero Ferretti. L’artista, di cultura e formazione architettonica, ha adoperato un linguaggio pittorico di forte radice futurista, intesa come affinità emozionale nel suo approccio alla struttura spaziale. È proprio in questa prospettiva che si presenta la tematica del Premio, dedicato ai giovani artisti, architetti.

Pierre Restany, 11 luglio 2001
“Libero, e preferirei chiamarlo soltanto con il suo significativo e bel nome, da bambino si coricava sulla spiaggia dell’Adriatico e ne osservava le piccole dune, gli oggetti depositati dal mare, i sogni lasciati dall’uomo. Tutto questo ritorna, trasfigurato da una memoria che non ha centro e prospettiva, né tempo, perché è tutta centro, e prospettive, e tempo fuori dal tempo, in una pittura globale, sintetica nella sua apparente analiticità, intrisa di valori, più che di significati. Ancora: Libero è architetto. Negli ultimi dipinti, nella “città”, sembra volercelo ricordare: sono paesaggi urbani celati, alcuni, sotto la denominazione di “Phenomena per cristalli”. In essi sembra essere recuperata una frammentazione, o meglio una partizione, della prospettiva, analogamente a quanto avviene osservando un oggetto attraverso un cristallo, che può far pensare ad un’operazione cubista. Vi è per converso un frenetico movimento che sembra richiamare la velocità futurista. È soltanto un’apparenza, o forse l’ennesimo, benevolo, inganno. Se ci si avvicina all’opera, se si ha il coraggio dissacratorio di toccarla, si scopre che ciò che appariva, allo sguardo, come “oggetto”, è in realtà assenza, taglio, superficie lacerata. Libero ha iniziato a scavare nella materia, sta aprendo uno spazio, quello “per levare” che fino ad ora, apparentemente, non aveva esplorato. Un altro scacco per lo sguardo, un’altra via per lasciare a Libero la possibilità di imporci, dolcemente, la sua architettura poetica. Un modo per farci abitare nel suo mondo di artista e nel nostro mondo di osservatori pacificati, insieme.”.

Cesare Maffei, 1993
Presentazione della mostra Ancon’aria
La Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano lunedì 25 febbraio 2008 alle ore 19 inaugura l’ottava edizione del Premio Libero Ferretti Dove abita l’utopia.
Il Premio, nato nel 2000 per volontà di Stefania Fanesi Ferretti, si avvale anche della collaborazione del Comune di Ancona, dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, già sede espositiva della mostra nel dicembre 2007, della Domus Academy e della Fondazione D’Ars Oscar Signorini.
Gli artisti che partecipano sono invitati a presentare i loro lavori – dipinti, fotografie, installazioni, sculture, poesia visiva, progettazione di immagini; viene premiata la loro vivacità intellettuale e potenzialità espressiva.
Concorrono quest’anno all’assegnazione del premio, un seminario di interior design messo a disposizione dalla Domus Academy di Milano, gli artisti: Paolo Barlusconi, Fabrizio Berardi, Gabriele Buratti, Stefania Dalla Torre, Gilberto Di Stazio, Enrico Ferraris e Davide Oddenino.

Durante la serata inaugurale verrà presentato il video-catalogo degli artisti partecipanti per la regia di Sandro Ferretti.

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Giulio Scapaticci. I colori del disagio e della poesia

A un anno dalla scomparsa del pittore Giulio Scapaticci (Milano 1933 - 2006), la famiglia e gli amici lo ricordano oggi con questa rassegna antologica a lui dedicata presso le sale della Permanente.

La vita e l’opera di questo pittore, protagonista negli anni 50 e 60 della stagione del Realismo Esistenziale, potrebbero quasi divenire emblema della condizione in cui versano in questi decenni da noi un certo tipo di pittura e, su un piano più generale, la pratica di un immaginario non effimero né addomesticato alle ragioni della mercificazione e della massificazione. Nel senso che il solitario, malinconico figurare pittorico di questo per tanti versi singolare artista costituisce senz’altro una testimonianza significativa di come l’attuale sistema dell’arte sia capace oggettivamente di rimuovere, di imbozzolare, di silenziare ogni voce fuori dal coro, ogni personalità appartata.
Nonostante il suo talento figurale e poetico indiscutibile proprio questo, difatti, è stato il suo destino, che ha visto negli anni del suo lavoro troppi galleristi, mercanti e critici per molto tempo ignorarlo o considerarlo con sufficienza e in maniera riduttiva, tranne poche illuminanti eccezioni quali Marco Valsecchi, Giorgio Kaisserlian e Mario De Micheli in ambito critico, mentre sul versante delle gallerie si potrebbero ricordare il Centro San Fedele che nel 1957 lo premiò e gli organizzò la mostra riservata ai vincitori dell’omonimo premio, la Galleria Bergamini che nello stesso anno espose le sue opere, la Galleria Gian Ferrari una decina d’anni più tardi, la stessa Permanente che giusto quarant’anni fa lo accolse nelle sue sale.

Eppure le sue sono sempre state immagini coerenti, vibranti e suggestive, efficaci nel loro impegno teso a evocare ambienti e situazioni morali, stati d’animo riassunti in visioni urbane trasognate e amare, quasi di scenografie interiori filtrate dalla memoria e da una sensibilità acuta, che diventano come un’esasperata riscrittura dei paesaggi dell’animo, un diario esistenziale agro ed inquieto.

Vi si rispecchiano, con pagine di pittura a tratti straordinarie e struggenti, le più intime pieghe del carattere e delle persuasioni dell’autore, i suoi giudizi, i sentimenti e le speranze, gli scoraggiamenti. Sono quadri che rimandano a una responsabilità totale verso il dipinto, dove l’immaginazione e l’arte sono soprattutto aderenza alla propria storia, verità accorata di sentimento, di senso e di pensiero. La mostra comprende un corpus di circa quaranta opere. È accompagnata da un catalogo con testi di presentazione di Giorgio Seveso e Renata Ghiazza, da una folta antologia critica che consente di ricostruire suggestivamente le tappe della sua vicenda espressiva e da una serie di testimonianze di artisti e di amici che ne tratteggiano un vivido ricordo culturale e umano.

Immagine: Giulio Scapaticci, Paesaggio con fiori, 1958, 114x145cm

Inaugurazione lunedì 25 febbraio 2008 ore 19.00

Palazzo della Permanente
Via Filippo Turati, 34, Milano 20121
Orari da martedì a venerdì 10-13/14.30-18.30; sabato e festivi 10-18.30
Lunedì chiuso
Ingresso libero

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