Studio Stefania Miscetti
Roma
via delle Mantellate, 14
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Valie Export
dal 25/2/2008 al 28/3/2008
mart-sab 16-20

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Studio Stefania Miscetti



approfondimenti

Valie Export



 
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25/2/2008

Valie Export

Studio Stefania Miscetti, Roma

Una mostra personale di lavori storici e recenti dell'artista austriaca appartenente alla generazione dell'avanguardia postbellica. Il suo corpus di opere si compone di performance, documentari, fotografie, opere realizzate con il computer, installazioni laser, disegni, oggetti, sculture, una serie di video sperimentali realizzati dal 1960 ad oggi e dal 1973 e anche pubblicazioni e saggi sull'arte contemporanea.


comunicato stampa

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Lo Studio Stefania Miscetti presenta, per la prima volta a Roma con una mostra personale di lavori storici e recenti, l’artista austriaca VALIE EXPORT protagonista femminile della scena artistica internazionale, appartenente alla generazione dell’avanguardia postbellica. Con la sua opera di grande potenza allo stesso tempo aggressiva ed esteticamente raffinata, la EXPORT ha preparato il terreno alle successive generazioni di artisti. e continua a sfidare limiti e certezze con l’uso di tecnologie più avanzate, come nella performance della Biennale di Venezia del 2007. L’intero corpo delle opere di VALIE EXPORT si compone in performance, documentari, fotografie, opere realizzate con il computer, installazioni laser, disegni, oggetti, sculture, ‘expanded cinema’ teorizzazione di una serie di video sperimentali realizzati dal 1960 ad oggi e dal 1973 anche pubblicazioni e saggi sull’arte contemporanea.

Nata a Linz, Austria nel 1940, si trasferisce nel 1960 a Vienna dove nel 1964 consegue il diploma in design tessile ed inizia una personale ricerca rivolta al cinema sperimentale americano e al movimento femminista europeo, totalmente assente in Austria. I suoi primi lavori performativi coinvolgono il pubblico ad un livello viscerale: usa il suo corpo come un mezzo, una sfida all’idea ipocrita di un ruolo della donna come oggetto erotico al servizio di una società profondamente maschilista. Nel 1967 compie un radicale atto di autodeterminazione in senso estetico, sociale e politico creando per se stessa una nuova identità: VALIE EXPORT - scritto in lettere maiuscole – diventa un prodotto immediatamente riconoscibile, come il pacchetto delle famose sigarette austriache Smart Export “ semper et ubique - immer und überall ”. Nasce il logo e il simbolo del suo concetto artistico.

Significativo nel suo percorso artistico è il passaggio attraverso l’azionismo femminista che ha avuto luogo attraverso una riflessione su come le immagini vengono trasmesse dalla tecnologia e dai mezzi di comunicazione. Il corpo è sempre più in primo piano, la storia della sua alienazione viene esibita con esso e su di esso. Il campo di queste esplorazioni è la società. Siamo nati in un sistema di linguaggio già esistente, e il linguaggio, così come l’arte, serve come mezzo per determinare la relazione tra noi stessi. VALIE EXPORT vede questo lavoro di sensibilizzazione come un lavoro sociale, che deve essere mostrato al pubblico in azioni pubbliche. Nelle installazioni recenti la voce e alcune parti dell’apparato vocale diventano uno spazio fisico e reale. Dal 2002 con Die Macht der Sprache, il potere del corpo, fino all’installazione the voice as performance, act and body, ...turbulences of breath score the banks of my vocal chord... esposta alla 52 edizione della Biennale di Venezia del 2007, rappresenta il corpo come corpo immaginario, sociale o addirittura metaforico:mostra l’immagine della glottide di una persona fotografata con un laringoscopio e recita le seguenti parole:“Il potere del linguaggio continua a mostrare le sue orme per lungo tempo dopo il silenzio”.

Negli anni ’70 VALIE EXPORT inizia una serie di fotografie ambientate in contesti ed architetture urbane e successivamente in natura. L’artista integra se stessa, adatta il suo corpo alla realtà del costruito così che le diverse posizione assunte diventino un nuovo linguaggio corporeo. VALIE EXPORT capovolge l’idea per cui attraverso le posizioni del corpo siamo in grado di comprendere gli stati interiori: è interessata a come i nostri corpi, soprattutto quelli femminili, vengano modellati da fattori esterni fino a creare condizioni o stati d’animo. Dallo studio delle rappresentazioni di donne nelle pitture degli antichi maestri crea esperimenti usando il suo stesso corpo, ad esempio andando a dormire con scarpe da pattinaggio e provando a dormire con fasce di piombo.

L’azione Tapp und Taskino del 1968 non è solo performance pura, rappresenta infatti la prima espressione di quello che l’artista definirà Expanded Cinema. La EXPORT infatti applicando sul suo torso nudo una scatola con due buchi nascosti da una piccola tenda in pelle proprio in corrispondenza del seno diviene lei stessa una sala cinematografica ed una diva in carne ed ossa. Diceva al pubblico: “Questa scatola è una sala cinematografica. Ma questo cinema non è da guardare è da toccare”. Ancora una volta VALIE EXPORT cerca di creare una contraddizione, prendendo una parte molto erotica del corpo e offrendola nel modo in cui lei stessa aveva deciso. La scatola e l’offerta sfacciata allontanano la situazione da qualsiasi erotismo. Uno dei traguardi più importanti raggiunti con le sue performance infatti è quello di aver separato il corpo femminile dall’erotismo, come lei stessa dichiara: “Sentivo quanto fosse importante usare il corpo femminile per creare arte. Sapevo che se fossi stata nuda avrei realmente cambiato il modo in cui il pubbblico mi avrebbe guardato, soprattutto gli uomini. Non sarebbe stato coinvolto alcun desiderio pornografico o erotico/sessuale, una contraddizione quindi ”.

Film Abstract No 1 del 1967 è il primo lavoro ufficiale in cui semplici oggetti come acqua, colore e specchi alludono al mondo della complessa tecnologia degli effetti speciali, semplicemente versando acque e liquidi colorati in uno specchio e proiettandoli su uno schermo. Per l’artista queste proiezioni viventi erano realtà, in opposizione alle immagini su celluloide mediate dalla macchina da presa. Inizia a chiamare molti dei suoi lavori Anti-Art o No-Art: la sua arte diviene sempre più uno strumento politico per reagire contro la società e l’Establishment come lei stessa dichiara : “Expanded Cinema rappresenta per me anche un forte rifiuto del concetto di autore. Sicuramente è una mia idea, un mio pensiero, ma può essere sviluppato ovunque da ognuno di noi : ciascuno può realizzare un Abstract Film. No 1”.

Negli stessi anni in Cutting, 1967- 1968, l’artista riflette sull’importanza della tecnica dei tagli nel cinema.In opening, la prima parte del lavoro, apre ritagliando la proiezione dell’immagine di finestre su uno schermo di carta. La performance si conclude con un esplicito omaggio al famoso sociologo canadese Marshall McLuhan, ritagliando su un altro schermo di carta le parole della sua frase the content of writing is speech- il contenuto della scrittura è linguaggio.

Sehtext:Fingergedicht, testo visivo: poesia di dita, del 1968 – 1973 è un breve video che ci fa vedere l’artista in primo piano mentre crea con le sue mani segni e figure diverse. Si tratta di un vero e proprio linguaggio dei segni che usa solo dita e mani, una poesia senza parole o movimento delle labbra. Alla fine appare solo un testo in lingua tedesca, libero adattamento di una frase del filosofo Heidegger: Ich sage die zeige mit den Zeichen der Sage /Io affermo questi punti con i segni della leggenda Hauchtext:liebegedicht, testo di alito: poema d’amore, del 1973 è anch’esso un breve video in cui l’artista continua la sua riflessione sull’uso del linguaggio. Anche in questo caso è lei stessa protagonista e con il suo respiro scrive su un vetro alcune frasi simbolo.

A proposito di Remote... Remote, lontano... lontano, del 1973 l’artista dichiara: “Il comportamento umano – in contrapposizione a quello delle macchine e degli animali- è influenzato dagli eventi del passato, non importa da quanto tempo si siano verificati. Questo ha determinato la nascita di un tempo parallelo a quello oggettivo che può essere definito spirituale. Il tempo spirituale è costantemente influenzato dalle preghiere, per paura e per colpa, per l’incapacità di andare avanti che si manifestano visivamente attraverso lo scorrere delle lacrime sulla pelle. Io punto a qualcosa che rappresenti sia passato sia presente”. Seduta di spalle ad una fotografia che ritrae due bambini vittime di abusi sessuali da parte dei genitori, la Export taglia freneticamente la pelle delle sue dita lasciando cadere alcune gocce di sangue in una ciotola piena di latte. Oltre l’effetto simbolico del connubio sangue-latte l’impatto sull’osservatore del distruttivo atto di auto-lesionismo è estremo.

Nella performance Hyperbulie, 1973, l’artista si muove in un corridoio formato da cavi elettrici collegati ad una batteria. Accettando la sfida con il dolore preme la testa verso i fili. Lo spazio delimitato dai cavi rappresenta le barriere della società con cui quotidianamente entriamo in relazione subendo una normalizzazione forzata del nostro agire. Solo attraverso un moto interiore che ci forza nell’affrontare l’inevitabile dolore possiamo raggiungere uno stato di libera espressione delle nostre idee.

In Asemie, 1973, l’artista appare nuda accovacciata su di un tavolo, dopo aver legato con una corda sottile un uccellino al tavolo, inizia a versare della cera calda. Versa la cera anche sul suo piede e sulla sua mano sinistra e rovesciando il contenitore fa sì che la cera ricopra anche la sua mano destra. Dopo aver creato uno stato di immobilità imposta dalla cera al suo corpo, comincia a liberarsi togliendo la cera con una spatola tenuta con la bocca.

In Raumsehen und Raumhören, guardando e ascoltando lo spazio, del 1974 due videocamere e un mixer rendono possibile un’azione a circuito chiuso che dimostra non solo la differenza di percezione dello spettatore di una persona fisicamente presente in una stanza e della sua riproduzione simultanea elettronica, ma anche come l’immagine sia manipolata nella sua trasmissione. Lo zoom viene mosso continuamente, accompagnato da suoni sintetici legati ad ogni posizione.

L’analisi della comunicazione tra i due sessi continua in Body politics, politiche del corpo, sempre del 1974. L’idea centrale del video è quella che il modo di comportarsi tra uomini e donne può essere spiegato attraverso i movimenti del corpo. Un uomo e una donna legati alla vita da una corda salgono e scendono su due scale mobili. Lo spostamento continuo dall’alto verso il basso, in sincronia o in disaccordo rappresentano la difficoltà del dialogo.

Dal 1970 al 1973 realizza uno dei primi film Mann & Frau & Animal, uomo, donna, animale. Il film inizia con una serie di inquadrature di alcuni accessori di un bagno. Lentamente l’inquadratura si rivolge ad una donna che si masturba nella stessa vasca usando l’acqua che esce dal rubinetto. Non riusciamo a vedere il volto della donna ed il suo seno è coperto da un reggiseno, la camera stringe l’inquadratura sulla vagina e sul clitoride. L’immagine appare più puramente ginecologica che pornografica, uno sguardo alla sessualità femminile vista con gli stessi occhi di una donna completamente indipendente da quei valori e piaceri che la identificano come oggetto per il solo piacere maschile. Rispetto allo stesso concetto possiamo accostare a questo film anche il video Orgasmus del 1967.

Nel film Syntagma del 1984 per la prima volta VALIE EXPORT non è la protagonista. Il suo corpo, simbolo della sua ricerca, viene sostituito con quello di un’ attrice . Essendo ormai anch’essa diventata un’icona mediatica la EXPORT affermerà con questo gesto l’importanza dell’ideologia contro quella della pura riconoscibilità estetica.

Il film Ein perfektes paar oder Die Unzucht wechselt ihre Haut, una coppia perfetta o la lussuria, cambiate la vostra pelle, del 1986 conclude la serie. Il boom televisivo degli anni Ottanta fu anche quello del proliferare dei video musicali in televisione. In tutto il mondo la musica non si diffonde più solo con strumenti radio ma arriva anche al pubblico con le immagini. La Export da sempre impegnata in una ricerca che guarda con attenzione ai progressi tecnologici legati al mondo delle telecomunicazioni, realizzerà questo film a colori in 16 mm come se fosse un video musicale sul sesso e la sua mercificazione. Un ironico body –builder utilizza il suo corpo statuario come un cartellone pubblicitario, l’uomo cerca il sodalizio con una donna invitandola e cercando di convincerla a fare lo stesso del suo corpo.

Inaugurazione: martedì 26 febbraio 2008 ore 18.30

Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate 14 - Roma
Orario: da martedì a sabato dalle 16 alle 20
Ingresso libero

....................english

The Studio Stefania Miscetti presents, for the first time in Rome, a personal exhibition of historical and recent works, the Austrian artist VALIE EXPORT. A feminine protagonist of the international artistic scene, belonging to the generation of the post-war avant-garde. With her wide, powerful and at the same time aggressive and aesthetically refined work, EXPORT readies the world for the next artists generation by continually challenging limits and certainties with the use of advanced technology, as in her performance at the 2007 Venice Biennale. Her body of work is composed of performances, documentaries, photos, computer works, laser installations, drawings, objects, sculptures, an expanded cinema theorization of an experimental video series spanning from 1960 until today and since 1973, also contemporary art publications and essays.

Born in Linz, Austria in 1940, she moved to Vienna in 1960 where she graduated in textile design four years later.That same year she started her personal research on experimental American cinema and the European feminist movement, totally absent in Austria at that time. Her first performances involved the public at a visceral level: she uses her body as a form of communication, a challenge to the hypocritical idea of the woman role as an erotic object in service for a deep male chauvinist society. In 1967 she makes a radical act of auto-determination in an aesthetic, social and political sense, creating for herself a new identity: VALIE EXPORT – written in capital letters – becomes an immediately recognizable product, like the famous Austrian cigarette package Smart Export- semper et ubique-immer und űberall – sempre e ovunque. Its her logo and the birth of her artistic concept. Significant in her artistic route is the cross through the femminist actionism that has happened through a reflection of how images are transmitted by technology and media. The body gains more importance, the story of its alienation is displayed with it and on it. The field of these explorations is society. We are born in an already existing language system, and we need language, as much as art, as a means of determining the relationship between ourselves. VALIE EXPORT sees this awareness work as something that has to be shown to the public in public actions.

In her recent installations, the voice and some parts of the voice apparatus become a physical and real space. Since 2002 with Die Macht der Sprache – Il potere del corpo - until the installation The voice of performance, act and body, ...turbulences of breath score the banks of my vocal chord... exposed at the 52nd Venice Biennale in 2007, she represents the body as an imaginary, social or even metaphorical body: she shows a glottis’s person image photographed with a laringoscopio and reads the following words: il potere del linguaggio continua a mostrare le sue orme per lungo tempo dopo il silenzio. In the ‘70s VALIE EXPORT began a series of photographs situated in urban settings and later also in nature. The artist integrates herself, fits in her body to the reality of the constructed, so that the taken positions become a new body language. VALIE EXPORT reverses the idea that through the body positions we are able to understand inner states: she is interested in how our bodies, especially those of women, are shaped by external factors to create conditions or states of mind. From the study of women representations in ancient paintings, she creates experiments using her own body, by for example going to bed with skating shoes, trying to sleep with lead bands.

The action Tapp und Taskino of 1968 represent the first expression of what the artist defines Expanded Cinema. In fact EXPORT herself becomes a cinema hall and a touchable diva, applying to her naked chest a box with two holes covered by a little leather curtain connected to her breasts. She told the public: “ this box is the cinema hall… but this cinema is not for looking..it is for touching”. Again VALIE EXPORT trying to create a contradiction, taking a very erotic part of her body and offering it in the way that she had decided. The box and the impudent offer take away from this situation any sense of erotism. One of the most important goals that she has achieved with her performances was to separate the female body from an exclusive erotic view. She said: “I felt it was important to use the female body to create art. I knew that if I was naked I would have really changed the way public looked at me (especially the men). I would not involve any pornographic or erotic/sexual desire, so it was a contradiction.”

Film Abstract No. 1 of 1968 is the first official work in which simple objects such as water, colours and mirrors alluded to the complex world of special effects technology, simply pouring water and liquids colours on a mirror and projecting them on a screen. For the artist this live projection was the reality, as opposed to images on celluloid mediated by a movie camera. She began to call many of her works Anti-Art or No-Art: Her art becomes more and more a political instrument to react against society and the Establishment, as she declares: “For me Expanded Cinema is also a strong rejection of the copyright concept. This is my idea, my thought, but it can be developed anywhere from each of us: everyone can make an Abstract Film. No. 1”.

In the same period with video Cutting 1967-1968, the artist reflects on the importance of the cut technique in cinema. In opening, the first part, a window projected onto a paper screen is opened through incisions made into the screen. The performance ends with an explicit homage to Marshall McLuhan in the cut-out of his famous phrase “the content of writing is speech”. Sehtext: Fingergedicht, Visual text: finger poem, 1968 – 1973 is a short videotape showing a frontal view of Valie Export's semi-figure as she forms various signs by hand and lines. It is sign language using only the fingers and hands, a poem without words or movement of the lips. At the end, the following German text appears, which – freely adapting the philosopher Martin Heidegger: “Ich sage die zeige mit den Zeichen der Sage frei nach Heidegger - I say the showing with the signs of the legend -”.

Hauchtext:liebegedicht, Breath text:love poem, of 1973 It is also a short videotape in which the artist continues her reflection on the use of language. Again she is the protagonist and with her breath writes a few symbolic sentences on a glass. On Remote … Remote of 1973 the artist declares: “Human behaviour – in contrast to that of machines (animals) – is influenced by past events, no matter how long ago they occurred. This has led to the existence of a spiritual para-time that runs parallel to objective time and is constantly subject to the influence of the prayers of fear and guilt, of the incapability to overcome, of deformations that tear open the skin, of visual manifestations. I point to something representing past and present”. Sitting back of a photo showing two children who were sexually abused by their parents, she tortuously cuts into her cuticles until blood drips into a bowl of milk on her lap. On top of the symbolic plane of blood and milk, the physical effect on the viewer of her destructive act of self-mutilation is extreme.

In the performance Hyperbulie of 1973 the artist steps inside and moves through a corridor of electrically charged wires. Accepting the challenge with the pain pressed her head against the wires again and again. Society is a closed, structured space, which regulates all human energy through painful barriers. The space delimited by cables represent the society’s barriers with we daily enter in contact undergoing a forced normalization of our actions. Only through an effort of will to overcome the pain we can able to achieve a state of free expression. In Asemie of 1973, the artist appears naked, crouched on a table, tying with a thin rope a bird on the table. Then starts to pour some hot wax on it and on her body. Before on her right foot and on her left hand than overturning the wax pot, covers her left hands too. After creating a state of immobility with the wax, begins to rid herself removing the wax with a palette-knife held with the mouth.

In Raumsehen und Raumhören, seeing and hearing space, of 1974 two video cameras and a mixer make possible a closed-circuit action that demonstrates not only the differences in the way the viewers perceive a person who is physically present in the room and simultaneously electronically reproduced, but also how the image is manipulated by its electronic conveyance. The camera zooms in and out, subjecting the performer's monitor likeness to permanent alteration. Specific synthetic sounds are linked to the picture. The analysis on communication between the sexes continues in Body politics always of 1974. The politics of behavior between men and women can be demonstrated in the movements of a body. A man and a woman connected by a rope rises and falls on two differents escalators. The escalator with one moving up and one moving down shows the difficulties of a dialog.

Since 1970 1973 achieves one of the first films Mann & Frau & Animal, man and woman and animal, the film begins with a catalogue of shots detailing a bathtub’s various appliances. From here we cut, quite startlingly, to a woman in masturbating in the same bathtub, using water from one of the previously seen faucets. We never once see that woman’s face, and her breasts are covered by her bra, her vagina and clitoris are rendered in stark close-up. The image is more gynaecological than it is pornographic becomes a statement of femininity from a female perspective completely independent of the values and pleasures that identify a woman as an object for male pleasure. On the same concept we can consider the video work Orgasmus of 1967. In the film, Syntagma 1984 for the first time VALIE EXPORT is not the protagonist. Her body, a symbol of her research, is replaced with that of an actress. Her body becoming also an icon for the media communication, EXPORT with this gesture underlines the importance of the ideology against the pure aesthetic recognisability.

The film Ein perfektes paar oder Die Unzucht wechselt ihre Haut, a perfect couple or luxury change your skin, of 1986 ends the serie. The television boom of the eighties was the spread of music video on television. All over the world the music comes to the public not only by radio but instead with pictures. The EXPORT with her research on technological advances related telecommunications, realizes this colour film in 16 mm as a music video on sex and its commercialization. An ironic body-builder uses his body as a billboard, the man trying to persuade a woman to do the same with her body.

Opening: 26th tuesday february 2008 at 6.30 pm
the artist will be at the opening

Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate - Roma
Hours: tuesday - saturday 4 - 8 pm
Free admission

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Mario Rizzi
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