Una mostra personale di lavori storici e recenti dell'artista austriaca appartenente alla generazione dell'avanguardia postbellica. Il suo corpus di opere si compone di performance, documentari, fotografie, opere realizzate con il computer, installazioni laser, disegni, oggetti, sculture, una serie di video sperimentali realizzati dal 1960 ad oggi e dal 1973 e anche pubblicazioni e saggi sull'arte contemporanea.
...........................english below
Lo Studio Stefania Miscetti presenta, per la prima volta a Roma con una
mostra personale di lavori storici e recenti, l’artista austriaca VALIE
EXPORT protagonista femminile della scena artistica internazionale,
appartenente alla generazione dell’avanguardia postbellica. Con la sua opera
di grande potenza allo stesso tempo aggressiva ed esteticamente raffinata,
la EXPORT ha preparato il terreno alle successive generazioni di artisti. e
continua a sfidare limiti e certezze con l’uso di tecnologie più avanzate,
come nella performance della Biennale di Venezia del 2007.
L’intero corpo delle opere di VALIE EXPORT si compone in performance,
documentari, fotografie, opere realizzate con il computer, installazioni
laser, disegni, oggetti, sculture, ‘expanded cinema’ teorizzazione di una
serie di video sperimentali realizzati dal 1960 ad oggi e dal 1973 anche
pubblicazioni e saggi sull’arte contemporanea.
Nata a Linz, Austria nel 1940, si trasferisce nel 1960 a Vienna dove nel
1964 consegue il diploma in design tessile ed inizia una personale ricerca
rivolta al cinema sperimentale americano e al movimento femminista europeo,
totalmente assente in Austria. I suoi primi lavori performativi coinvolgono
il pubblico ad un livello viscerale: usa il suo corpo come un mezzo, una
sfida all’idea ipocrita di un ruolo della donna come oggetto erotico al
servizio di una società profondamente maschilista. Nel 1967 compie un
radicale atto di autodeterminazione in senso estetico, sociale e politico
creando per se stessa una nuova identità: VALIE EXPORT - scritto in lettere
maiuscole – diventa un prodotto immediatamente riconoscibile, come il
pacchetto delle famose sigarette austriache Smart Export “ semper et
ubique - immer und überall ”. Nasce il logo e il simbolo del suo concetto
artistico.
Significativo nel suo percorso artistico è il passaggio attraverso
l’azionismo femminista che ha avuto luogo attraverso una riflessione su come
le immagini vengono trasmesse dalla tecnologia e dai mezzi di comunicazione.
Il corpo è sempre più in primo piano, la storia della sua alienazione
viene esibita con esso e su di esso. Il campo di queste esplorazioni è la
società. Siamo nati in un sistema di linguaggio già esistente, e il
linguaggio, così come l’arte, serve come mezzo per determinare la relazione
tra noi stessi. VALIE EXPORT vede questo lavoro di sensibilizzazione come un
lavoro sociale, che deve essere mostrato al pubblico in azioni pubbliche.
Nelle installazioni recenti la voce e alcune parti dell’apparato vocale
diventano uno spazio fisico e reale. Dal 2002 con Die Macht der Sprache, il
potere del corpo, fino all’installazione the voice as performance, act and
body, ...turbulences of breath score the banks of my vocal chord... esposta
alla 52 edizione della Biennale di Venezia del 2007, rappresenta il corpo
come corpo immaginario, sociale o addirittura metaforico:mostra l’immagine
della glottide di una persona fotografata con un laringoscopio e recita le
seguenti parole:“Il potere del linguaggio continua a mostrare le sue orme
per lungo tempo dopo il silenzio”.
Negli anni ’70 VALIE EXPORT inizia una
serie di fotografie ambientate in contesti ed architetture urbane e
successivamente in natura. L’artista integra se stessa, adatta il suo corpo
alla realtà del costruito così che le diverse posizione assunte diventino
un nuovo linguaggio corporeo.
VALIE EXPORT capovolge l’idea per cui attraverso le posizioni del corpo
siamo in grado di comprendere gli stati interiori: è interessata a come i
nostri corpi, soprattutto quelli femminili, vengano modellati da fattori
esterni fino a creare condizioni o stati d’animo. Dallo studio delle
rappresentazioni di donne nelle pitture degli antichi maestri crea
esperimenti usando il suo stesso corpo, ad esempio andando a dormire con
scarpe da pattinaggio e provando a dormire con fasce di piombo.
L’azione Tapp und Taskino del 1968 non è solo performance pura, rappresenta
infatti la prima espressione di quello che l’artista definirà Expanded
Cinema. La EXPORT infatti applicando sul suo torso nudo una scatola con due
buchi nascosti da una piccola tenda in pelle proprio in corrispondenza del
seno diviene lei stessa una sala cinematografica ed una diva in carne ed
ossa. Diceva al pubblico: “Questa scatola è una sala cinematografica. Ma
questo cinema non è da guardare è da toccare”. Ancora una volta VALIE EXPORT
cerca di creare una contraddizione, prendendo una parte molto erotica del
corpo e offrendola nel modo in cui lei stessa aveva deciso. La scatola e
l’offerta sfacciata allontanano la situazione da qualsiasi erotismo. Uno dei
traguardi più importanti raggiunti con le sue performance infatti è quello
di aver separato il corpo femminile dall’erotismo, come lei stessa dichiara:
“Sentivo quanto fosse importante usare il corpo femminile per creare arte.
Sapevo che se fossi stata nuda avrei realmente cambiato il modo in cui il
pubbblico mi avrebbe guardato, soprattutto gli uomini. Non sarebbe stato
coinvolto alcun desiderio pornografico o erotico/sessuale, una
contraddizione quindi ”.
Film Abstract No 1 del 1967 è il primo lavoro ufficiale in cui semplici
oggetti come acqua, colore e specchi alludono al mondo della complessa
tecnologia degli effetti speciali, semplicemente versando acque e liquidi
colorati in uno specchio e proiettandoli su uno schermo. Per l’artista
queste proiezioni viventi erano realtà, in opposizione alle immagini su
celluloide mediate dalla macchina da presa. Inizia a chiamare molti dei suoi
lavori Anti-Art o No-Art: la sua arte diviene sempre più uno strumento
politico per reagire contro la società e l’Establishment come lei stessa
dichiara : “Expanded Cinema rappresenta per me anche un forte rifiuto del
concetto di autore. Sicuramente è una mia idea, un mio pensiero, ma può
essere sviluppato ovunque da ognuno di noi : ciascuno può realizzare un
Abstract Film. No 1”.
Negli stessi anni in Cutting, 1967- 1968, l’artista riflette sull’importanza
della tecnica dei tagli nel cinema.In opening, la prima parte del lavoro,
apre ritagliando la proiezione dell’immagine di finestre su uno schermo di
carta. La performance si conclude con un esplicito omaggio al famoso
sociologo canadese Marshall McLuhan, ritagliando su un altro schermo di
carta le parole della sua frase the content of writing is speech- il
contenuto della scrittura è linguaggio.
Sehtext:Fingergedicht, testo visivo: poesia di dita, del 1968 – 1973 è un
breve video che ci fa vedere l’artista in primo piano mentre crea con le sue
mani segni e figure diverse. Si tratta di un vero e proprio linguaggio dei
segni che usa solo dita e mani, una poesia senza parole o movimento delle
labbra. Alla fine appare solo un testo in lingua tedesca, libero
adattamento di una frase del filosofo Heidegger: Ich sage die zeige mit den
Zeichen der Sage /Io affermo questi punti con i segni della leggenda
Hauchtext:liebegedicht, testo di alito: poema d’amore, del 1973 è anch’esso
un breve video in cui l’artista continua la sua riflessione sull’uso del
linguaggio. Anche in questo caso è lei stessa protagonista e con il suo
respiro scrive su un vetro alcune frasi simbolo.
A proposito di Remote... Remote, lontano... lontano, del 1973 l’artista
dichiara: “Il comportamento umano – in contrapposizione a quello delle
macchine e degli animali- è influenzato dagli eventi del passato, non
importa da quanto tempo si siano verificati. Questo ha determinato la
nascita di un tempo parallelo a quello oggettivo che può essere definito
spirituale. Il tempo spirituale è costantemente influenzato dalle preghiere,
per paura e per colpa, per l’incapacità di andare avanti che si manifestano
visivamente attraverso lo scorrere delle lacrime sulla pelle. Io punto a
qualcosa che rappresenti sia passato sia presente”.
Seduta di spalle ad una fotografia che ritrae due bambini vittime di abusi
sessuali da parte dei genitori, la Export taglia freneticamente la pelle
delle sue dita lasciando cadere alcune gocce di sangue in una ciotola piena
di latte. Oltre l’effetto simbolico del connubio sangue-latte l’impatto
sull’osservatore del distruttivo atto di auto-lesionismo è estremo.
Nella performance Hyperbulie, 1973, l’artista si muove in un corridoio
formato da cavi elettrici collegati ad una batteria. Accettando la sfida
con il dolore preme la testa verso i fili. Lo spazio delimitato dai cavi
rappresenta le barriere della società con cui quotidianamente entriamo in
relazione subendo una normalizzazione forzata del nostro agire. Solo
attraverso un moto interiore che ci forza nell’affrontare l’inevitabile
dolore possiamo raggiungere uno stato di libera espressione delle nostre
idee.
In Asemie, 1973, l’artista appare nuda accovacciata su di un tavolo, dopo
aver legato con una corda sottile un uccellino al tavolo, inizia a versare
della cera calda. Versa la cera anche sul suo piede e sulla sua mano
sinistra e rovesciando il contenitore fa sì che la cera ricopra anche la sua
mano destra. Dopo aver creato uno stato di immobilità imposta dalla cera al
suo corpo, comincia a liberarsi togliendo la cera con una spatola tenuta
con la bocca.
In Raumsehen und Raumhören, guardando e ascoltando lo spazio, del 1974 due
videocamere e un mixer rendono possibile un’azione a circuito chiuso che
dimostra non solo la differenza di percezione dello spettatore di una
persona fisicamente presente in una stanza e della sua riproduzione
simultanea elettronica, ma anche come l’immagine sia manipolata nella sua
trasmissione. Lo zoom viene mosso continuamente, accompagnato da suoni
sintetici legati ad ogni posizione.
L’analisi della comunicazione tra i due sessi continua in Body politics,
politiche del corpo, sempre del 1974. L’idea centrale del video è quella che
il modo di comportarsi tra uomini e donne può essere spiegato attraverso i
movimenti del corpo. Un uomo e una donna legati alla vita da una corda
salgono e scendono su due scale mobili. Lo spostamento continuo dall’alto
verso il basso, in sincronia o in disaccordo rappresentano la difficoltà del
dialogo.
Dal 1970 al 1973 realizza uno dei primi film Mann & Frau & Animal, uomo,
donna, animale. Il film inizia con una serie di inquadrature di alcuni
accessori di un bagno. Lentamente l’inquadratura si rivolge ad una donna che
si masturba nella stessa vasca usando l’acqua che esce dal rubinetto. Non
riusciamo a vedere il volto della donna ed il suo seno è coperto da un
reggiseno, la camera stringe l’inquadratura sulla vagina e sul clitoride.
L’immagine appare più puramente ginecologica che pornografica, uno sguardo
alla sessualità femminile vista con gli stessi occhi di una donna
completamente indipendente da quei valori e piaceri che la identificano come
oggetto per il solo piacere maschile. Rispetto allo stesso concetto possiamo
accostare a questo film anche il video Orgasmus del 1967.
Nel film Syntagma del 1984 per la prima volta VALIE EXPORT non è la
protagonista. Il suo corpo, simbolo della sua ricerca, viene sostituito con
quello di un’ attrice . Essendo ormai anch’essa diventata un’icona mediatica
la EXPORT affermerà con questo gesto l’importanza dell’ideologia contro
quella della pura riconoscibilità estetica.
Il film Ein perfektes paar oder Die Unzucht wechselt ihre Haut, una coppia
perfetta o la lussuria, cambiate la vostra pelle, del 1986 conclude la
serie. Il boom televisivo degli anni Ottanta fu anche quello del proliferare
dei video musicali in televisione. In tutto il mondo la musica non si
diffonde più solo con strumenti radio ma arriva anche al pubblico con le
immagini. La Export da sempre impegnata in una ricerca che guarda con
attenzione ai progressi tecnologici legati al mondo delle telecomunicazioni,
realizzerà questo film a colori in 16 mm come se fosse un video musicale sul
sesso e la sua mercificazione. Un ironico body –builder utilizza il suo
corpo statuario come un cartellone pubblicitario, l’uomo cerca il sodalizio
con una donna invitandola e cercando di convincerla a fare lo stesso del suo
corpo.
Inaugurazione: martedì 26 febbraio 2008 ore 18.30
Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate 14 - Roma
Orario: da martedì a sabato dalle 16 alle 20
Ingresso libero
....................english
The Studio Stefania Miscetti presents, for the first time in Rome, a
personal exhibition of historical and recent works, the Austrian artist
VALIE EXPORT. A feminine protagonist of the international artistic scene,
belonging to the generation of the post-war avant-garde. With her wide,
powerful and at the same time aggressive and aesthetically refined work,
EXPORT readies the world for the next artists generation by continually
challenging limits and certainties with the use of advanced technology, as
in her performance at the 2007 Venice Biennale. Her body of work is composed
of performances, documentaries, photos, computer works, laser installations,
drawings, objects, sculptures, an expanded cinema theorization of an
experimental video series spanning from 1960 until today and since 1973,
also contemporary art publications and essays.
Born in Linz, Austria in 1940, she moved to Vienna in 1960 where she
graduated in textile design four years later.That same year she started her
personal research on experimental American cinema and the European feminist
movement, totally absent in Austria at that time. Her first performances
involved the public at a visceral level: she uses her body as a form of
communication, a challenge to the hypocritical idea of the woman role as an
erotic object in service for a deep male chauvinist society. In 1967 she
makes a radical act of auto-determination in an aesthetic, social and
political sense, creating for herself a new identity: VALIE EXPORT – written
in capital letters – becomes an immediately recognizable product, like the
famous Austrian cigarette package Smart Export- semper et ubique-immer und
űberall – sempre e ovunque. Its her logo and the birth of her artistic
concept. Significant in her artistic route is the cross through the
femminist actionism that has happened through a reflection of how images are
transmitted by technology and media. The body gains more importance, the
story of its alienation is displayed with it and on it. The field of these
explorations is society. We are born in an already existing language system,
and we need language, as much as art, as a means of determining the
relationship between ourselves. VALIE EXPORT sees this awareness work as
something that has to be shown to the public in public actions.
In her
recent installations, the voice and some parts of the voice apparatus become
a physical and real space. Since 2002 with Die Macht der Sprache – Il potere
del corpo - until the installation The voice of performance, act and body,
...turbulences of breath score the banks of my vocal chord... exposed at the
52nd Venice Biennale in 2007, she represents the body as an imaginary,
social or even metaphorical body: she shows a glottis’s person image
photographed with a laringoscopio and reads the following words: il potere
del linguaggio continua a mostrare le sue orme per lungo tempo dopo il
silenzio.
In the ‘70s VALIE EXPORT began a series of photographs situated in urban
settings and later also in nature. The artist integrates herself, fits in
her body to the reality of the constructed, so that the taken positions
become a new body language. VALIE EXPORT reverses the idea that through the
body positions we are able to understand inner states: she is interested in
how our bodies, especially those of women, are shaped by external factors to
create conditions or states of mind. From the study of women representations
in ancient paintings, she creates experiments using her own body, by for
example going to bed with skating shoes, trying to sleep with lead bands.
The action Tapp und Taskino of 1968 represent the first expression of what
the artist defines Expanded Cinema. In fact EXPORT herself becomes a cinema
hall and a touchable diva, applying to her naked chest a box with two holes
covered by a little leather curtain connected to her breasts. She told the
public: “ this box is the cinema hall… but this cinema is not for
looking..it is for touching”. Again VALIE EXPORT trying to create a
contradiction, taking a very erotic part of her body and offering it in the
way that she had decided. The box and the impudent offer take away from this
situation any sense of erotism. One of the most important goals that she has
achieved with her performances was to separate the female body from an
exclusive erotic view. She said: “I felt it was important to use the female
body to create art. I knew that if I was naked I would have really changed
the way public looked at me (especially the men). I would not involve any
pornographic or erotic/sexual desire, so it was a contradiction.”
Film Abstract No. 1 of 1968 is the first official work in which simple
objects such as water, colours and mirrors alluded to the complex world of
special effects technology, simply pouring water and liquids colours on a
mirror and projecting them on a screen. For the artist this live projection
was the reality, as opposed to images on celluloid mediated by a movie
camera. She began to call many of her works Anti-Art or No-Art:
Her art becomes more and more a political instrument to react against
society and the Establishment, as she declares: “For me Expanded Cinema is
also a strong rejection of the copyright concept. This is my idea, my
thought, but it can be developed anywhere from each of us: everyone can make
an Abstract Film. No. 1”.
In the same period with video Cutting 1967-1968, the artist reflects on the
importance of the cut technique in cinema. In opening, the first part, a
window projected onto a paper screen is opened through incisions made into
the screen. The performance ends with an explicit homage to Marshall McLuhan
in the cut-out of his famous phrase “the content of writing is speech”.
Sehtext: Fingergedicht, Visual text: finger poem, 1968 – 1973 is a short
videotape showing a frontal view of Valie Export's semi-figure as she forms
various signs by hand and lines. It is sign language using only the fingers
and hands, a poem without words or movement of the lips. At the end, the
following German text appears, which – freely adapting the philosopher
Martin Heidegger: “Ich sage die zeige mit den Zeichen der Sage frei nach
Heidegger - I say the showing with the signs of the legend -”.
Hauchtext:liebegedicht, Breath text:love poem, of 1973 It is also a short
videotape in which the artist continues her reflection on the use of
language. Again she is the protagonist and with her breath writes a few
symbolic sentences on a glass.
On Remote … Remote of 1973 the artist declares: “Human behaviour – in
contrast to that of machines (animals) – is influenced by past events, no
matter how long ago they occurred. This has led to the existence of a
spiritual para-time that runs parallel to objective time and is constantly
subject to the influence of the prayers of fear and guilt, of the
incapability to overcome, of deformations that tear open the skin, of visual
manifestations. I point to something representing past and present”. Sitting
back of a photo showing two children who were sexually abused by their
parents, she tortuously cuts into her cuticles until blood drips into a bowl
of milk on her lap. On top of the symbolic plane of blood and milk, the
physical effect on the viewer of her destructive act of self-mutilation is
extreme.
In the performance Hyperbulie of 1973 the artist steps inside and moves
through a corridor of electrically charged wires. Accepting the challenge
with the pain pressed her head against the wires again and again. Society is
a closed, structured space, which regulates all human energy through painful
barriers. The space delimited by cables represent the society’s barriers
with we daily enter in contact undergoing a forced normalization of our
actions. Only through an effort of will to overcome the pain we can able to
achieve a state of free expression.
In Asemie of 1973, the artist appears naked, crouched on a table, tying with
a thin rope a bird on the table. Then starts to pour some hot wax on it and
on her body. Before on her right foot and on her left hand than overturning
the wax pot, covers her left hands too. After creating a state of
immobility with the wax, begins to rid herself removing the wax with a
palette-knife held with the mouth.
In Raumsehen und Raumhören, seeing and hearing space, of 1974 two video
cameras and a mixer make possible a closed-circuit action that demonstrates
not only the differences in the way the viewers perceive a person who is
physically present in the room and simultaneously electronically reproduced,
but also how the image is manipulated by its electronic conveyance. The
camera zooms in and out, subjecting the performer's monitor likeness to
permanent alteration. Specific synthetic sounds are linked to the picture.
The analysis on communication between the sexes continues in Body politics
always of 1974. The politics of behavior between men and women can be
demonstrated in the movements of a body. A man and a woman connected by a
rope rises and falls on two differents escalators. The escalator with one
moving up and one moving down shows the difficulties of a dialog.
Since 1970 1973 achieves one of the first films Mann & Frau & Animal, man
and woman and animal, the film begins with a catalogue of shots detailing a
bathtub’s various appliances. From here we cut, quite startlingly, to a
woman in masturbating in the same bathtub, using water from one of the
previously seen faucets. We never once see that woman’s face, and her
breasts are covered by her bra, her vagina and clitoris are rendered in
stark close-up. The image is more gynaecological than it is pornographic
becomes a statement of femininity from a female perspective completely
independent of the values and pleasures that identify a woman as an object
for male pleasure. On the same concept we can consider the video work
Orgasmus of 1967.
In the film, Syntagma 1984 for the first time VALIE EXPORT is not the
protagonist. Her body, a symbol of her research, is replaced with that of an
actress. Her body becoming also an icon for the media communication, EXPORT
with this gesture underlines the importance of the ideology against the pure
aesthetic recognisability.
The film Ein perfektes paar oder Die Unzucht wechselt ihre Haut, a perfect
couple or luxury change your skin, of 1986 ends the serie. The television
boom of the eighties was the spread of music video on television. All over
the world the music comes to the public not only by radio but instead with
pictures. The EXPORT with her research on technological advances related
telecommunications, realizes this colour film in 16 mm as a music video on
sex and its commercialization. An ironic body-builder uses his body as a
billboard, the man trying to persuade a woman to do the same with her body.
Opening: 26th tuesday february 2008 at 6.30 pm
the artist will be at the opening
Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate - Roma
Hours: tuesday - saturday 4 - 8 pm
Free admission