Una ciliegia sul tram. Installazione. Il centro della sala e' occupato da un gruppo di aste e di bandiere sparpagliate a terra, sulle pareti della stessa stanza sono disposti, in ordine sparso, una costellazione di altoparlanti a suggerire una geografia di suoni. A cura di Laura Vecere.
A cura di Laura Vecere
Il lavoro è immagine trasfigurata metaforicamente di un processo portato avanti nel corso di ripetuti incontri avvenuti tra gli artisti, la curatrice e gli ospiti temporanei dello studentato internazionale di Rondine, la cittadella della pace presso Arezzo, che accoglie e sostiene agli studi universitari giovani provenienti dalle aree di conflitto del pianeta.
Gli artisti hanno elaborato e prodotto un lavoro autonomo ma complementare che si presenta in galleria come un unico corpo costituito da parti distinte. Un tratto rilevante del progetto consiste senza dubbio nel fatto che i lavori, sebbene perfettamente distinti e strutturalmente autonomi, si integrano a formare un corpo unico.
Il centro della sala è occupato un gruppo di aste e di bandiere sparpagliate a terra come in una gioco di sciangai ma l’effetto del lavoro di Fabio Cresci non è né giocosa né ironica. Le bandiere, in quanto segni di appartenenza, indici di nuove o antiche territorialità e loro ideali confini sono negate, aggrumate in nodi. I vessilli sono quegli stessi che costeggiano la piccola salita che porta all’abitato di Rondine e rappresentano le diverse nazionalità di provenienza dei suoi ospiti.
Sulle pareti della stessa stanza sono disposti, in ordine sparso, una costellazione di altoparlanti a suggerire una geografia di suoni. Dal brusio di sottofondo si isolano le singole voci degli studenti di Rondine mentre raccontano le loro vicende, rispondono alle domande poste, propongono le loro riflessioni, illustrano i loro punti di vista. Stefano Tondo, costruisce così un secondo livello di lettura dal timbro di natura più intima e individuale rispetto alle bandiere che rappresentano situazioni collettive, nazionali. L’inflessione della voce, il suono della stessa, una volta eliminata la mediazione visiva, rivela, anche senza la volontà di chi parla, il suo stato psico-emozionale, fatto di respiro, pause, accenti, oltre che, ovviamente dei contenuti espressi.
Tra questi due piani che costituiscono l’architettura principale della mostra, se ne deve aggiungere ancora un terzo, più aereo e simile a un lieve tessuto connettivo, che contribuisca a delineare un’ulteriore livello di lettura che suggerisce un punto di vista “esterno” o “all’infinito” rispetto ai primi due.
*Il titolo è un frammento tratto da un verso del poeta russo Osip Mandel’stam, dove la ciliegia appare in come la l’estrema, fragile epifania della bellezza, pienezza e dolcezza della vita anche quando la vita sta per essere negata: Mandel’stam venne ucciso per una poesia.
Immagine: Stefano Tondo, Still dal video "My home?", 2004
Galleria Il Ponte
via di Mezzo, 42/b - Firenze
Orario: 16-19.30
Ingresso libero