Centro Arti Visive La Castella
La sua ricerca artistica inizialmente si e' sviluppata in un post-informale ricco di suggestioni coloristiche tipiche della matrice veneziana. Oggi l'artista stratifica esperienze, viaggi, visioni, umori e sensazioni, sperimentando molte tecniche: l'affresco, la grafica, la gouache e l'olio su tela.
Morago nato a Oderzo nel 1947, frequenta l'Accademia di Belle Arti a Venezia
dove studia i grandi maestri del passato ed i contemporanei che la Città da sempre
ospita alla Biennale, nei Musei e nelle gallerie. Nella sua ricerca artistica, che
inizialmente si sviluppa in un post-infromale ricco di suggestioni coloristiche, tipiche
della matrice veneziana, Morago stratifica esperienze, viaggi, visioni, umori e
sensazioni, sperimentando molte tecniche: l'affresco, la grafica, la gouache e l'olio su
tela, che usa abitualmente da molti anni.
E' conosciuto in Italia e all'estero ed ultimamente il Ministro degli Esteri l'ha
scelto insieme ad un ristretto gruppo di artisti a presentare una sua opera di grandi
dimensioni nel Padiglione Italia dell'Expo Universale 2005 di Aichi (Giappone). Nel
1994 ha preso parte con vari bozzetti al concorso per l'inserimento di opere d'arte nel
nuovo palazzo del Consiglio d'Europa a Bruxelles. E' stato scelto dai critici degli altri
Paesi della Comunità Europea tra millecinquecento artisti italiani, quale unico pittore a
rappresentare il suo Paese ed eccezionalmente gli sono state commissionate opere di
grandi dimensioni, ove ha rivelato il suo grande talento. Ha già esposto in prestigiose
sedi internazionali come la Fondazione Cini a Venezia in occasione della mostraseminario
Art: Tolerance and Intolerance con gli artisti Cèsar, Vedova e Kebakov,
organizzata dall'UNESCO nel 1996, all'Herbert von Karaja Centrum di Vienna nel
1998, al Museo di Santa Apollonia nel 2002 e alle Fondazione Prince Pierre di
Montecarlo nel 1998. Numerose poi le mostre personali nelle gallerie e le presenze alle
principali fiere d'arte contemporanea; negli ultimi anni Morago ha esposto a: Roma,
Francoforte, Atlanta, Stoccarda, Hannover, Bologna, Wuppertal, Milano, Colonia,
Esslingen, Firenze, Toronto, Venezia, Salisburgo, Berlino, Westport NY, Ginevra,
Verona, Reggio Emilia, Tokyo, Madrid, Londra, ecc.
La grammatica e la sintassi dei suoi quadri sono straordinariamente veneziane.
Ciò è vero soprattutto perché il colore è l'elemento essenziale della sua pittura. Egli
rallegra l'occhio con le sue tele perchè utilizza la superficie pittorica per la diffusione
della bellezza sensoriale. Si esprime in veneziano, perchè è contrario a tutte le teorie e
a tutte le regole. Gli interessa unicamente una veemente sublimazione del colore e della
luce da esso trasportata. La luce colorata dello spazio esterno presuppone una pratica
astratta dei mezzi figurativi. Già Robert Delaunay, il padre dell'orfismo, era
consapevole di questo quando escluse tutti gli elementi descrittivi come indicazione di
un 'contenuto', assicurando così al colore il massimo avanzamento di grado rispetto
agli altri mezzi artistici. Da allora il colore è a disposizione come cifra pura e,
nell'osservatore, esso evoca solo 'stati d'animo'. Quadri di questo genere non lavorano
più con i mezzi stilistici dell'evocazione elaborati dal cubismo sintetico, ma sono invece
accessibili solamente all'osservazione meditativa, empatica. Come un riflesso dello
stato d'animo, ognuna delle sue opere si distingue dall'altra; non esistono schemi.
ERICH STEINGRABËR
Inaugurazione domenica 9 marzo alle ore 11
Centro Arti Visive La Castella
via Contarina, 19 - Motta di Livenza
ingresso libero