Palazzo della Ragione
Verona
piazza dei Signori
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WEB
Venezia e il secolo della Biennale
dal 12/3/2008 al 28/6/2008
mar- dom 9.30-19.30, chiuso il lun, eccetto il 24 marzo e il 2 giugno 2008
06 692050220

Segnalato da

Barbara Izzo




 
calendario eventi  :: 




12/3/2008

Venezia e il secolo della Biennale

Palazzo della Ragione, Verona

La mostra documenta per mezzo di dipinti, vetri e fotografie dalla Collezione della Fondazione di Venezia, il centenario rapporto tra Venezia e la Biennale. Una storia ricca di avvenimenti artistici, polemiche culturali, mutamenti politici e perfino scandali clamorosi attraverso cinquantina di dipinti e una trentina di vetri di Murano. Tra gli artisti: Boccioni, Ciardi, De Pisis, Carena, Casorati, Depero, Cagnaccio, Vedova, Tancredi, Wirkkala, Scarpa, Venini.


comunicato stampa

La mostra, allestita presso il Palazzo della Ragione del Comune di Verona, documenta per mezzo di dipinti, vetri e fotografie dalla Collezione della Fondazione di Venezia, il centenario rapporto tra Venezia e la Biennale.

Una storia ricca di avvenimenti artistici, polemiche culturali, mutamenti politici e perfino scandali clamorosi. A partire dalla fondazione, avvenuta nel 1895, del maggior istituto culturale italiano, in grado di coinvolgere ogni due anni oltre 70 Paesi stranieri, passando per il “rumoroso” arrivo nel 1910 dei Futuristi a Venezia, l’opaco periodo tra le due guerre, la clamorosa riapertura nel 1948, l’esplosione della Pop Art americana nel 1964, la contestazione del 1968, il rinnovo statutario del 1973, fino agli eventi dei nostri giorni.
Una storia documentata da una cinquantina di dipinti, tra i quali spiccano opere di Boccioni e i Ciardi, De Pisis e Carena, Casorati e Depero, Cagnaccio di San Pietro e Marussig, Vedova e Santomaso, Pizzinato, Tancredi e Plessi.

Il percorso espositivo comprende anche una trentina di vetri di Murano, acquisiti nello storico padiglione Venezia, tra i quali troviamo, oltre quelli di maestri vetrai leggendari, i nomi di prestigiosi artisti e designers quali Tapio Wirkkala, Carlo Scarpa e Paolo Venini.

La rassegna è introdotta da una selezione di riproduzioni fotografiche dei maggiori protagonisti dell’arte del XX secolo, spesso ritratti al lavoro durante l’allestimento del loro spazio espositivo alla Biennale, scelte dall’archivio del fotografo Graziano Arici e dall’archivio De Maria della Fondazione di Venezia.
La Cassa di Risparmio di Venezia, la cui eredità collezionistica e di promozione della cultura e dell’arte è stata raccolta dalla Fondazione di Venezia, fu uno dei soggetti promotori della manifestazione veneziana che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, rivelò spirito di rinnovamento e vitalità a livello europeo e fu capace di tessere contatti con gli artisti più significativi nell'ambiente italiano.

Il Comune di Verona, la Fondazione di Venezia, La Fondazione Cariverona e la Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea hanno voluto realizzare questa mostra nella città scaligera per rafforzare la collaborazione tra le Fondazioni che operano nel Veneto e per sottolineare l’importanza del Novecento e della contemporaneità in una regione così ricca di testimonianze artistiche del passato.
La mostra, curata da Enzo Di Martino, consente di conoscere un’importante collezione veneta normalmente non accessibile al pubblico e di approfondire le scuole artistiche legate alla Biennale di Venezia, che hanno marcato la storia del secolo scorso.

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La Biennale di Venezia, nel corso della sua storia ultracentenaria, è stata ed è tuttora un deposito culturale internazionale da cui sono fuoriuscite numerosissime schegge di alta qualità artistica. Opere di arte maggiore (pittura e scultura) e di arti minori (legate anche ad una manualità che rasenta l’artigianato) hanno viaggiato dalla laguna veneziana in tutto il mondo dopo un loro transito ai Giardini di Castello.
In ogni edizione della Biennale sono stati presenti numerosi artisti veneziani e veneti, operanti sui due versanti, che hanno partecipato a diverse edizioni con opere assolutamente puntuali e rispondenti allo spirito del proprio tempo. Questi artisti sono stati sempre favoriti da un contesto, quello di una cultura che viene da lontano, che accompagna tutta la storia della Serenissima Repubblica veneziana.
Per questo tali artisti vanno considerati come un valore aggiunto ed una memoria stabile di un vero e proprio genius loci. Infatti essi iconograficamente e manualmente realizzano opere capaci di documentare un’identità quale frutto della storia, quella di una città capace di contrapporsi al primato toscano e di espandersi nello stesso tempo alacremente nel mondo e con i propri commerci.

Gli artisti veneziani e veneti presenti nella storia della Biennale di Venezia documentano appunto la capacità evolutiva di un’identità che non resta mai fissata alla grandezza di un’epoca storica e di invece adattare il trend espressivo al tempo del proprio vissuto, arti maggiori e arti minori. Infatti tali artisti conservano radici che corrono dal valore della luce della scuola veneta fino alle forme in movimento di Tintoretto.
In tal senso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio patrimonio culturale, quello documentato da questa mostra, che vuole celebrare nello stesso tempo il valore culturale degli artisti presenti e la cornice entro cui essi furono presentati, la Biennale di Venezia appunto. È importante notare le diverse ricerche linguistiche qui presentate, l’evoluzione sperimentale di forme che man mano assumono le cadenze stilistiche di un’epoca culturale.

Se la Biennale di Venezia infatti ha presentato nel corso della propria storia ogni due anni la ricerca in atto a livello internazionale, ecco ben documentato come la presenza degli artisti veneziani sia assolutamente pertinente e capace di sostenere un dialogo con artisti di paesi diversi.
È chiaro come il tessuto culturale veneziano sia stato attraversato, per importazione ed esportazione, da venti provenienti dall’Oriente e dal Nord Europa. Nella loro capacità di scambio gli artisti veneti, anche quelli attuali, hanno assorbito e rappresentato sul piano iconografico i valori del nomadismo, dell’eclettismo e dell’ibridazione. La loro rappresentazione ha significato anche l’ulteriore conferma di un’antropologia culturale conseguente allo spirito della Serenissima.

Il nomadismo è comprovato dall’assunzione e dalla rivisitazione di stili e linguaggi che provengono da altri contesti non sempre mediterranei. Frutto di una curiosità e di una vista necessariamente cosmopolita, conseguente all’espansionismo politico ed economico di Venezia.
L’eclettismo nasce dalla libertà espressiva di artisti che hanno maturato una profonda conoscenza della propria identità, la sicurezza di un miglior esito espressivo a partire dall’intreccio con la diversità culturale e stilistica.

L’ibridazione infine è il frutto di un ampliamento espressivo, la capacità di coniugare arti maggiori e arti minori, concettualità e manualità insieme, per approdare a un risultato formale che sfida ogni categoria e conferma l’appartenenza ad un tessuto culturale come memoria, ora ben difeso dalla Fondazione di Venezia. (Achille Bonito Oliva)

Immagine di Umberto Boccioni

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Conferenza stampa mercoledi 13 marzo alle 12
Apertura al pubblico dal 15 marzo 2008

Palazzo della Ragione
Piazza dei Signori, Verona
martedì - domenica 9.30 – 19.30
chiuso il lunedì, eccetto il 24 marzo e il 2 giugno 2008
Intero: 4,00 € - Ridotto: 3,00 € per gruppi di almeno 15 visitatori,
maggiori di 65 anni e titolari di apposite convenzioni;Gratuito: per scuole elementari, medie e superiori,
minori di 18 anni, giornalisti con tesserino, disabili e guide turistiche nell’esercizio della propria attività

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