Sala Anselmi
Viterbo
via Saffi, 49
0761 313347

Duccio Tringali
dal 28/3/2008 al 4/5/2008
inaugruazione ore 18

Segnalato da

Fabio Marletta




 
calendario eventi  :: 




28/3/2008

Duccio Tringali

Sala Anselmi, Viterbo

Metamorfosi e altre storie. 'Nei suoi quadri la storia e' flusso simultaneo di icone, un mosaico che si scompone e ricompone allo sguardo in un accavallarsi di zoomate e dissolvenze." (Danilo Maestosi)


comunicato stampa

Con il Patrocinio della provincia di Viterbo e grazie al C.I.F., Centro Italiano Femminile Provinciale di Viterbo, si inaugura il 29 Marzo alle ore 18,00, alla sala Anselmi in via Saffi a Viterbo, la mostra personale di Duccio Tringali. Siciliano, con studi a Roma e Capranica, alterna la professione di architetto a quella di pittore. Il titolo della mostra nasce dall’interesse a indagare nella storia e nel mito. Duccio Tringali dà una personale lettura in forma di racconto per frammenti, flash di memoria, invenzione e sogno.

E’ un regno d’ombra quello che Duccio Tringali ci spalanca davanti. Ogni quadro un varco verso altrove, una soglia da attraversare. D’ombra sono impastati i colori, una tavolozza che scioglie il buio: bitume, catrame, asfalto, grigio, ocra, a volte il rosso e il blu, ma sono rari bagliori. Di tenebra è il magma da cui nascono le figure. Anche quando a sbozzarle sembra solo il candore del marmo, ne avverti il controcanto, la presenza immanente.

E’ il bosco magico del chiaroscuro, il gomitolo fitto del disegno a generarle, forse per questo, pure quando la pittura ne invade i contorni, si stagliano sullo sfondo imprendibili come fantasmi. Relitti di una mitologia naufragata, che riemergono alla memoria precipitando dall’ordine delle Metamorfosi di Ovidio, che tornano a impersonare, al caos di una visione lacerata, a frammenti, vaga e nebbiosa come la trama dei sogni, le gabbie di seta dei ricordi. Ombre, appunto.

Come le sagome cupe di Menadi che danzano orge e misteri di Bacco, accanto al volto di Orfeo, vittima e testimone della loro vendetta, lo sguardo impietrito da un guizzo di torcia: è il sovrapporsi di piani del disegno a smembrarlo, a sottrargli la vita prima che la furia di quelle donne lo investa. Come il braccio rapace di Plutone che si tende a ghermire Proserpina: lei un profilo appena accennato, l’ombra dell’Ade che l’inghiotte, lo squarcio di luce del sole a cui viene sottratta e a cui per volere degli dei verrà ogni primavera restituita.

Il destini che si compie nel tempo rappreso, capovolto, di un eterno ritorno. Duccio Tringali non si sofferma sulla liberazione di Andromeda; il supplizio della leggenda, che mette in scena in un altro quadro del ciclo, la inchioda per sempre allo scoglio e all’abbraccio del mostro che si avvicina: così incombente che il suo sguardo ne materializza ormai l’orrore e il fetore, in una galleria parallela di dettagli di spire, fauci, orbite da alieno. Nei quadri di Duccio Tringali la storia è flusso simultaneo di icone, un mosaico che si scompone e ricompone allo sguardo in un accavallarsi di zoomate e dissolvenze. Un vortice di apparizioni e sparizioni che trasforma il corteo di trionfo della Colonna Traiana in un delirio di corpi di marmo macerati dalla luce, uno sfarinare corrusco di insegne e cimeli di guerra, avvolto e tenuto insieme dall’immenso serpente di pece che evoca il corso del Danubio. Il Paradiso sospeso sull’inferno. La pittura come Miraggio.
Danilo Maestosi

Inaugurazione ore 18

Sala Anselmi
Via Saffi, 49 - Viterbo
Ingresso libero

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