La ricerca dell'artista e' una forma di metamorfosi del materiale: il cartone (materiale a perdere) da vita, attraverso pastelli e tecniche miste, a un'archeologia industriale segnata dalla riproduzione decontestualizzata di reperti ferrosi, brani meccanici abbandonati al tempo e riscoperti in una costante indagine sul territorio.
L'artista veronese Gianfranco Gentile (1949)introduce con questa sua
nuova personale dal titolo Archeologia industriale, un interessante
progetto perfettamente rappresentativo dell'estetica della sparizione.
Ci sono molti modi di “sparire”. Paul Virilio parlerebbe dello sparire
nelle reti, che riguarda tutti ed equivale ad un volatilizzarsi. La
sparizione che si determina nei lavori di Gentile descrive la forma di
metamorfosi: un'apparizione-sparizione. Si tratta di una catena di forme
che si riconvertono e si muovono le une verso le altre.
La forma artistica da lui cercata e poi scelta è una forma di metamorfosi
del materiale: il cartone (materiale a perdere) dove da vita attraverso
pastelli e tecniche miste (ossidi, vernici, cemento, catrame, olii
riportati a "secco") a un'archeologia industriale segnata dalla
riproduzione decontestualizzata di reperti ferrosi, brani meccanici
abbandonati al tempo e riscoperti in un'appassionata ricerca sul
territorio.
La sua è una cultura del frammento,attraverso lo studio dei
singoli pezzi o di elementi composti, Gianfranco Gentile da vita ad un
dialogo volutamente spezzato sull'esercizio delle differenze: dare corpo
e forma a qualcosa che convenzionalmente non è più funzionale e quindi
già perso. Testo a cura di Marika Vicari
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