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16/4/2008

Yoon Si Young

Galleria Previtali, Milano

Esattamente due anni fa abbiamo conosciuto Yoon Si Young alla galleria Previtali. Con la sua pennellata precisa e definita ci aveva regalato una serie di vedute urbane, scorci di folla colti nella metropoli, e poi i suoi amatissimi musicisti, già sul palcoscenico ma non ancora, evidentemente, nel pieno del concerto, come presi di sorpresa in un momento di pausa dell’ultima prova. Su tutto, quasi un marchio di fabbrica, quella nebbia opalescente ottenuta sovrapponendo alla pittura ad olio, una volta asciutta, acrilico bianco diluito in acqua, quella nebbia che creava un filtro tra l’opera e lo spettatore, come un vetro appannato frettolosamente pulito al centro, regalando ad ogni scena un vago senso di distanza.

Ora, dopo due anni, è bello ritrovarlo qui, cresciuto e maturato. Quella che allora era la pittura di un artista sicuro del proprio mestiere, certo, ma ancora in cerca di uno stile definitivo, mostra oggi il raggiungimento dell’obiettivo. Ridotte le eccessive rifiniture dei dettagli, ridimensionato lo spazio dedicato al filtro nebbioso tra opera e spettatore, i nuovi lavori appaiono già al primo sguardo come squarci di luce di immediata lettura. Ed è proprio la luce la protagonista di queste vedute urbane per le quali Yoon Si ha scelto tre città che gli stanno a cuore: Milano, New York e Seul. Se di Seul racconta, ancora una volta, la musica e gli spettacoli – tema al quale è da sempre affezionato – Milano e New York colpiscono per quanto le due metropoli, pur diversissime, si assomiglino.

In entrambe il colore dominante è il grigio, se pure un grigio luminescente, trasparente e specchiante che sembra catturare tutta la luce del cielo. Grigio su cui cammina, distratta, una folla multicolore oppure grigio che si spezza nelle cromie rutilanti delle vetrine e delle insegne al neon. La capitale lombarda si riconosce per la presenza incombente, quasi totemica, dei tram di cui Yoon Si, lo si capisce, ama il colore squillante tanto da farne, qualche volta, i protagonisti assoluti del quadro. Ma la suggestione raggiunge i livelli più alti quando l’artista decide di inquadrare di scorcio una vetrina trasformandola così, per il gioco della luce, in una lastra riflettente che ci rimanda, rovesciata, l’anima della città. O quando è la pioggia a inondare i marciapiedi e a invadere l’atmosfera, specchiando le sagome dei passanti e rifrangendo la luce dei lampioni in milioni di piccole stelle.
Alessandra Redaelli

Galleria Previtali
via Lombardini, 14 - Milano
Ingresso libero

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