Ufficio stampa Battage Comunicazione
Cuno Amiet
Albert Anker
Jean Arp
Max Bill
Fischli&Weiss
Franz Gertsch
Alberto, Augusto e Giovanni Giacometti
Ferdinand Hodler
Paul Klee
Markus Raetz
Hermann Scherer
Roman Signer
Daniel Spoerri
Sophie Taeuber-Arp
Jean Tinguely
Ben Vautier
Not Vital
Pietro Bellasi
Marco Franciolli
Arti, riti e miti della Svizzera moderna. La mostra e' dedicata al complesso rapporto che, dalla fine dell'Ottocento a oggi, ha caratterizzato la produzione artistica, la storia, la cultura e l'immaginario di quel laboratorio unico e singolare che e' la Svizzera. Tra gli artisti: Jean Arp, Max Bill, Fischli&Weiss, Alberto, Augusto e Giovanni Giacometti, Ferdinand Hodler, Paul Klee, Roman Signer, Daniel Spoerri e molti altri. A cura di Pietro Bellasi, Marco Franciolli, Carlo Piccardi e Cristina Sonderegger.
a cura di Pietro Bellasi (Professore di Sociologia, Università di Bologna), Marco Franciolli (Direttore Museo Cantonale d’Arte, Lugano), Carlo Piccardi (Musicologo) e Cristina Sonderegger (Conservatrice Museo d’Arte, Lugano)
Dal 27 aprile al 17 agosto 2008, il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte di Lugano presentano, nelle due sedi espositive, una mostra di respiro internazionale dal titolo Enigma Helvetia. Arti, riti e miti della Svizzera moderna dedicata al complesso rapporto che, dalla fine dell’Ottocento a oggi, ha caratterizzato la produzione artistica, la storia, la cultura e l’immaginario di quel laboratorio unico e singolare che è la Svizzera.
Enigma Helvetia è la prima mostra ideata e prodotta congiuntamente dal Museo Cantonale d’Arte e dal Museo d’Arte a Lugano quale primo evento del Polo Culturale che in tal modo prende avvio con una iniziativa di carattere storico critico compendiario e interdisciplinare.
A cura di Pietro Bellasi, Marco Franciolli, Carlo Piccardi e Cristina Sonderegger, la mostra intende indagare le particolarità del mondo culturale elvetico offrendo una lettura interdisciplinare di quest’ultimo attraverso opere e testimonianze di arte, architettura, design, fotografia, video e installazioni. Allo stesso tempo l’esposizione luganese vuole evidenziare lo straordinario numero di artisti che lungo tutto il XX secolo hanno saputo affermarsi quali protagonisti in ambito internazionale, fra questi Cuno Amiet, Albert Anker, Jean Arp, Max Bill, Fischli&Weiss, Franz Gertsch, Alberto, Augusto e Giovanni Giacometti, Ferdinand Hodler, Paul Klee, Markus Raetz, Hermann Scherer, Roman Signer, Daniel Spoerri, Sophie Taeuber-Arp, Jean Tinguely, Ben Vautier, Not Vital e numerosi altri.
Enigma Helvetia che si articola sulle due sedi museali del Museo Cantonale d’Arte e del Museo d’Arte di Villa Malpensata, propone lungo il percorso espositivo alcuni dei grandi temi presenti nella caleidoscopica realtà culturale svizzera in un’esplorazione curiosa, sorprendente e a tratti anche divertente dentro l’enigma elvetico.
Nel secolo appena trascorso, sullo sfondo del susseguirsi di tragedie, chiusure, aperture, conflitti e profondi cambiamenti socio-politici, la Svizzera ha profilato la propria identità e la propria posizione internazionale, condizionando inevitabilmente, per reazione o identificazione, rottura o assimilazione, anche le espressioni di creatività. L’arte, o meglio, le arti e gli artisti che per nascita, origine, elezione, eventi della grande storia e vicende personali si sono trovati a confronto con la Svizzera e con la ‘Swiss way of life’, sono stati protagonisti nel mondo lungo tutto il XX secolo.
Alle straordinarie opere d’arte provenienti dai più importanti musei svizzeri e non solo, il percorso espositivo che a partire dal Museo Cantonale prosegue nel Museo d’Arte, affianca immagini e oggetti del quotidiano, delle tradizioni e della produzione industriale svizzera, riuniti con un approccio frutto al contempo di considerazioni di ordine estetico-artistico e antropologico che mettono in luce i processi di miniaturizzazione, di ritualizzazione ed estetizzazione della vita quotidiana, riflessi anche di quella precisione, perfezione, efficienza e di quell’ordine che per molti aspetti caratterizzano il mondo elvetico. Non potevano mancare le presenze di alcune società dello Swatch Group come la mitica Swatch, oppure Omega con il primo orologio che è andato sulla luna, o ancora Nivarox specializzata - a testimonianza dell'eccellenza dell'industria orologiera svizzera - in componenti e nella micromeccanica orologiera per le marche di prestigio nonché oggetti di uso quotidiano come il coltellino svizzero, la cerniera Riri e il pelapatate Rex.
Tra gli elementi fondanti dell’immaginario elvetico e dell’identità nazionale vi è evidentemente la montagna raffigurata nelle sue diverse declinazioni, ora romantiche, ora mistiche, oppure ancora nelle conquiste ‘ascensionali’ tipiche del turismo che si sviluppa nel periodo della Belle Epoque. Ma la montagna si presta quale soggetto artistico anche nelle sue note drammatiche e ostili, metafora espressionista di una dimensione esistenziale influenzata dagli sviluppi della storia, oppure ancora come luogo paradisiaco e come rifugio, fulcro dei valori autentici da difendere contro ogni aggressione.
Emerge, sino ai giorni nostri, la tensione fra tradizione e modernità, tra localismo e cosmopolitismo, tra realtà urbane e realtà rurali custodi di importanti e autentiche tradizioni spesso in contrasto con le ambizioni internazionali dei centri cittadini. Questi contrasti si riflettono anche in ambito artistico e culturale dove, sino alla metà del Novecento, all’arte ‘ufficiale’, caratterizzata da una figurazione di impostazione tradizionale, sostenuta dalle istituzioni e dalla maggioranza della critica e del pubblico, si contrappone un’arte nata dal confronto con le esperienze delle avanguardie. Emblematica in tal senso è l’esperienza del Dadaismo: nato a Zurigo dalla creatività di artisti principalmente stranieri rifugiatisi in Svizzera durante la prima guerra mondiale, il movimento si propagherà in tutta Europa ma per la realtà artistica e culturale svizzera si rivelerà come un’esperienza estemporanea, la cui eredità e in particolar modo l’approccio ironico alla realtà, si ritrovano nella produzione artistica contemporanea.
Catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo riccamente illustrato edito da Silvana Editoriale con numerosi contributi di storici, studiosi e critici d’arte quali: Pietro Bellasi, Iso Camartin, Bruno Corà, Marco Franciolli, Christoph Hänngi, Georg Kreis, Domenico Lucchini, Daniel Maggetti, Roberta Mazzola, Carlo Piccardi, Lucienne Peiry, Chasper Pult, Fabio Pusterla, Bruno Reichlin, Anna Ruchat, Peter Rüedi, Pascal Ruedin, Cristina Sonderegger.
Testi in italiano, tedesco, francese e rumantsch con traduzione in inglese.
Proposte didattiche
Per un approfondimento dei temi sviluppati nell’ambito dell’esposizione, il Museo d’Arte e il Museo Cantonale d’Arte prevedono una serie di attività didattiche ed educative che consistono in visite guidate, percorsi tematici, visite-conferenza e atelier creativi, appositamente studiati per le diverse fasce d’età e per le diverse esigenze del pubblico. Sarà possibile seguire visite guidate in italiano, francese, tedesco e inglese nei singoli Musei o partecipare a percorsi più impegnativi che prevedono una visita che si sussegue nelle due sedi espositive. Per maggiori informazioni si prega di contattare il numero: +41 (0)58 866 72 14 o scrivere all’indirizzo e-mail: info.mda@lugano.ch
Uffici stampa:
Italia:
Ufficio stampa Battage Comunicazione, Milano
Alessandra de Antonellis e-mail: alessandra.deantonellis@battage.net
Margherita Baleni e-mail: margherita.baleni@battage.net
Svizzera:
Museo Cantonale d’Arte, Lugano
Benedetta Giorgi Pompilio tel. +41 (0)91 910 47 87 fax. +41 (0)91 910 47 88
e-mail: benedetta.giorgi@ti.ch
Museo d’Arte, Lugano
Sabina Bardelle tel. +41 (0)58 866 70 90 fax. +41 (0)58 866 71 03
e-mail: sbardelle@lugano.ch
Inaugurazione 24 aprile 2008
Museo Cantonale d'Arte
via Canova, 10 - Lugano