Zigroma. L'artista presenta un inedito ciclo di dipinti. L'opera e' il risultato di una ricerca 'dentro' lo spazio, strettamente connessa al precedente lavoro (Stoide), eppure diversa da esso. Mentre Stoide e' un muro dinamico 'pieno' di vuoto, Zigroma va oltre, libera lo spazio aggrappando il tempo. A cura di Emiliano Gandolfi.
A cura di Emiliano Gandolfi
Gianni Asdrubali, in questa sua nuova personale presso la galleria ARTRA di Milano, presenta un inedito ciclo di dipinti accomunati dal titolo ZIGROMA. L’opera è il risultato di una ricerca DENTRO lo spazio, strettamente connessa al precedente lavoro (Stoide), eppure diversa da esso. Mentre Stoide è un muro dinamico PIENO di vuoto, una figura che aggrappa lo spazio incastrando il tempo, Zigroma va oltre, libera lo spazio aggrappando il tempo. Per questo motivo il primo lavoro è frontale, il secondo iperfrontale. Questo nuovo lavoro non è pensato per lo spazio della galleria in sé, perché per Asdrubali è l’opera d’arte ad attivare lo spazio del quotidiano, è l’arte a rendere sacro il luogo, non il contrario. Zigroma non ha dimensioni, è un limite dinamico che può abitare qualsiasi realtà.
Come scrive il curatore Emiliano Gandolfi nel testo che accompagna la mostra: “..la dimostrazione più ovvia dell’efficacia di dimostrazione di limite nelle opere di Asdrubali è l’assenza di scala, che emerge al loro interno e nel rapporto tra l’opera e lo spazio circostante…”. Il percorso è inverso rispetto a una diffusa attitudine odierna. Non è il quotidiano che dà corpo all’arte ma è l’arte che, passando attraverso lo sporco del mondo, rende sacro il quotidiano. Una ricerca dentro lo spazio, questa di Asdrubali, che matura il proprio lessico negli anni Ottanta, ma che tuttavia si distacca da quel riflusso linguistico del cosiddetto “nomadismo citazionista”. Asdrubali si differenzia quindi da ogni ipotesi postmoderna, per stabilirsi in stato di ricerca.
Per questo artista la sperimentazione è cosa fondante e si attua nello scontro dinamico e drammatico tra ciò che c’è e ciò che non c’è; la conoscenza di realtà e verità si stabilisce proprio dentro questo scontro, in questo inizio. Ma qual è l’elemento che determina questo “scontro”, questa azione? Per Asdrubali è la tensione provocata dal vuoto; è ciò che non c’è a far agire l’uomo. Ecco perché il vuoto è pieno, nel senso che è pieno di realtà, ed ecco perché per Asdrubali il vuoto non è rappresentabile ma, al contrario, ci rappresenta: noi siamo il suo pieno.
“Questa ricerca rifiuta qualsiasi rappresentazione: se ci troviamo dentro la turbolenza della realtà, lì non c’è tempo per alcuna rappresentazione; al contrario, l’unica cosa sensata è quella di fare un’azione. E se si fa un’azione, si FA la realtà. Un conto, quindi, è fare una recensione sulla realtà, un conto invece è FARE la realtà. Il risultato dell’opera d’arte si dà proprio in questo processo di sperimentazione continua, dentro il reale. È per questo che l’arte, se di arte si tratta, non parte mai da nessun contesto, ma diventa essa stessa il contesto. Zigroma è il contesto, è una azione POLITICA di verità. Un fatto reale” (Gianni Asdrubali).
Inaugurazione 15 maggio 2008 ore 18.30
Galleria Artra - Nuova sede
via Burlamacchi, 1Milano
aperto dal martedì al sabato 10,30-13.00 / 15.00-19.00
ingresso libero