Oltre la luce. Luce. Il Roden Crater project. In mostra l'affascinante opera paesaggistica a cui l'artista americano si sta dedicando sin dagli inizi degli anni Settanta. Il progetto si configura come il piu' grande land-formed work del mondo, interessando, in un complesso processo di rimodellazione e scavo, il corpo interno di un cono vulcanico estinto noto come Roden Crater. A cura di Agostino De Rosa.
a cura di Agostino De Rosa
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano presenta la mostra “Oltre la luce. Luce. Il Roden Crater project di James Turrell.” Dal 16 maggio al 17 agosto 2008 sarà infatti allestita nelle Scuderie di Villa e Collezione Panza l’affascinante opera paesaggistica a cui l’artista americano James Turrell (Los Angeles, 1943) si sta dedicando, con un’ostinazione e una creatività senza pari, sin dagli inizi degli anni Settanta, affascinato dalle emozioni che la luce trasmette.
“Ma la sua luce non si può dipingere su una tela, deve essere dentro uno spazio – dice Giuseppe Panza di Biumo – è necessario modificare un ambiente che deve essere vuoto e soprattutto grande”.
Il progetto, situato nella zona centrale del Painted Desert, presso Flagstaff (Arizona, USA), si configura come il più grande land-formed work del mondo, interessando, in un complesso processo di rimodellazione e scavo, il corpo interno di un cono vulcanico estinto noto come Roden Crater.
L’opera dell’artista statunitense, eseguita in collaborazione con architetti, ingegneri, geologi e astronomi americani, prevede la realizzazione di complesse strutture architettoniche totalmente ipogee – con aperture adeguatamente eseguite e orientate – ove sarà possibile, per il visitatore, catturare e interagire percettivamente con la luce solare, lunare e stellare. L’opera si delinea con un insieme di camere che funzionano come precisi e sofisticati osservatori astronomici a occhio nudo, ma soprattutto come spazi d’arte in cui Turrell è capace di mostrare, in tutta la loro disarmante bellezza, l’esaltante forza e visionarietà delle sue soluzioni spaziali e luministiche nel nitore del clima desertico: lì ogni sensazione – visiva, acustica e tattile – subisce una dilatazione senza precedenti, predisponendo il fruitore a un viaggio nell’altro da sé che, al contempo, è un profondo e misterioso periplo interiore.
La mostra, curata da Agostino De Rosa (Università IUAV di Venezia), offre una vasta ed esaustiva panoramica relativa sia alla orografia del sito naturale che alla configurazione di ognuno degli spazi sotterranei, attraverso il ricorso a sofisticate immagini digitali elaborate dal team Imago Rerum. Le proiezioni multimediali permettono di comprendere le varie implicazioni scientifico-astronomiche relative a ciascuno spazio realizzato o solo ipotizzato da James Turrell, stabilendo un fitto dialogo con i primi disegni provenienti dagli archivi della collezione Panza, relativi alle fasi in cui il sostegno di Giuseppe Panza di Biumo ne permise l’avvio. La comprensione di quello che sarà il progetto finale è garantita anche dalla presenza di animazioni digitali capaci di offrire al visitatore la possibilità di svolgere un viaggio virtuale all’interno dei vari ambienti del Roden Crater project, assistendo a fenomeni celesti e luministici visibili nei vari ambienti, attraverso un alternarsi di simulazioni diurne e notturne, in vari periodi dell’anno. Il fascino degli spazi progettati nel Roden Crater e dei fenomeni in esso reperibili è anche suggerita dai preziosi modelli fisici in bronzo, ideati dall’artista e realizzati, a tiratura limitata, dall’Hausler Contemporary di Monaco, e soprattutto dal soundscape appositamente realizzato da Maria Pia De Vito, Michele Rabbia e Maurizo Giri.
La mostra dunque invita il visitatore a lasciarsi prendere dalle plurime sollecitazioni visive e sonore dell’allestimento che fanno eco a quelle implicite nell’opera di James Turrell, in una sede – quella della Villa e Collezione Panza – già di per sé luogo di elezione in cui è possibile ammirare dal vivo tre importanti installazioni dell’artista americano. Giuseppe Panza di Biumo è stato infatti uno dei primi collezionisti delle opere di Turrell, mettendo a sua disposizione la villa di Varese (ora di proprietà del FAI) già dagli anni Settanta..
La mostra è realizzata con il contributo di Provincia di Varese e della Fondazione UBI di Varese.
Per informazioni:
FAI Villa e Collezione Panza
Piazza Litta 1- Varese. Tel. 0332/283960 e-mail: faibiumo@fondoambiente.it
Servizi per il pubblico:
Book-shop; Visite guidate (su prenotazione); Parcheggio interno.
Villa Panza
piazza Litta, 1 - Varese
Orari: 10 –18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Ultimo ingresso ore 17.30.