Hotel Villa del Parco
La Maddalena (OT)
via Don Vico (localita' Padule)
0789 720026

Gigi Cau
dal 19/5/2008 al 19/9/2008
0789 720026, 340 7875049
WEB
Segnalato da

Gigi Cau



approfondimenti

Isabella Convertino



 
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19/5/2008

Gigi Cau

Hotel Villa del Parco, La Maddalena (OT)

Esposta la produzione pittorica del 2008 "...un linguaggio composto da palinsesti pittorici, dove la rappresentazione e' un dramma umano, una sorta di denuncia sociale dove la forza espressiva si concentra nelle forme e nei simboli." Isabella Convertino


comunicato stampa

Nella hall del suggestivo Hotel Villa del Parco della Maddalena (via Don Vico, località Padule) da martedì 20 maggio 2008 potranno essere ammirate le opere del pittore sassarese Gigi Cau. La mostra andrà avanti per tutta la stagione turistica.
Per maggiori informazioni contattare l'Hotel Villa del Parco al N.0789 720026 oppure direttamente l'artista al 3407875049

La produzione artistica 2008 si inserisce nello scenario della vita di ogni giorno e l'artista propone temi di massima attualità. Il messaggio è sempre comprensibile e raggiunge il suo scopo quando il fruitore dell'opera si pone in discussione. La sensibilità di ognuno di noi è diversa ovviamente, ma ciò che conta è sentirsi toccati nell'anima e nella mente. Il critico d'arte Architetto Dott.ssa Isabella Convertino, particolarmente sensibile e di una vivacità intellettuale e rara da trovarsi nel palcoscenico letterario e culturale nazionale, mi ha fatto dono di questo bel testo critico. Ancora non comprendo bene cosa può averla spinta a colloccare il mio messaggio artistico nel "nuovo ermetismo scenico". Quello che è certo è che i problemi di ogni giorno invadono la mia anima fino al punto di impadronirsi del mio pensiero. A quel punto non posso fare a meno che descrivere sinteticamente ciò che sento, senza troppi preamboli e ragionamenti.
Gigi Cau

Luci alla ribalta
Gigi Cau: Nuovo Ermetismo Scenico
a cura di Isabella Convertino

“L’Arte è l’unico mezzo per sopravvivere alla realtà”; è ciò che affermava Friedrich Nietzsche.

Tutto ciò che l’individuo produce e crea con le sue stesse mani appartiene alla realtà, ed è in grado di costruirla e di educarla.
L’Arte è vita, è sogno, è amore, è un pensiero infinito che proviene dal cuore e dall’anima, dalla sfera interiore e ancor più, è determinata dalla storia che noi viviamo.
Pertanto l’Artista è colui che non accetta solo di vivere in un mondo costruito a priori dagli eventi, dalla storia, dal tempo, dalla tecnologia, dall’ingiustizia e dalla crudeltà degli esseri, bensì secondo una forte necessità interiore, pensa di creare un rifugio impenetrabile dove vivere da solo e dove poter descrivere con occhi sinceri il mondo e le cose.
L’Artista Gigi Cau si nutre di Arte: respira i profumi della sua natura, ascolta il dialogo delle sue anime e descrive i grossi nei della società contemporanea.
La fantasia diventa uno strumento di sopravvivenza, indispensabile, che lo conduce verso una dimensione ampia dove è in grado di esprimersi, di dialogare con se stesso e di mettere a nudo la violenza e l’incomunicabilità del mondo attuale.
“Il primo Cau”, e mi riferisco alla produzione iniziale, si mostra fiducioso e altruista, realizzando opere figurative dal carattere simbolico e descrittivo, dove prevale lo studio di particolari volti ogivali e di temi biblici, di atmosfere magiche e aggregazioni di forme attraverso un linguaggio ermetico, che è sempre presente, anche nella sua seconda fase artistica.
Lo definirei Ermetismo scenico, quello di Cau, cioè un linguaggio composto da palinsesti pittorici, dove la rappresentazione è un dramma umano, una sorta di denuncia sociale dove la forza espressiva si concentra nelle forme e nei simboli.
Pertanto “il secondo Cau”, ha maturato questa forza, che è diventata strumento per far emergere delle verità brutali, come la manipolazione genetica, l’eutanasia e l’aborto, facendo dell’Artista un Uomo che vive il suo tempo.
La ricca produzione pittorica di Cau è da catalogare nell’Arte Moderna.
L’inizio dell’Arte Moderna fa riferimento ad artisti che appartengono all’800’, come Rosseau,
Van Gogh con le visioni tormentate e dolenti di una pittura emotiva, dalla sensibilità moderna che anticipava le teorie di Freud; e infine pensiamo a Munch che rappresentava la condizione dell’uomo in solitudine nel rapporto con la storia che non lo vedeva protagonista.
Quindi il Moderno comincia con l’individuo che fugge dall’occidente come in Gaugin, oppure con l’individuo che trasmette ansia e malattia come in Munch.
Gigi Cau, impressionato inizialmente dalla dimensione lussuosa e “ neo-bizantina” di Klimt, che può coincidere con la sua prima fase pittorica, passa ad una visione più profonda e drammatica, dove non si può sorridere o ammirare solo il disegno, bensì credere nella vita e migliorare il mondo.
Lo stesso Rosseau, fa un manifesto contro la guerra e la violenza anche se la tragedia è indicata in maniera emblematica senza un vero e proprio dramma, come anche nell’opera Guernica di Picasso, dove vi è la sensazione di qualcosa che passa e che si muove, ma non quella di tragedia vera.
Sono dunque manifesti senza pathos, quelli di Cau, prevale la dimensione sognante, l’ironia e l’allegria nel dramma.
Gigi Cau affronta i temi della vita, della morte e dell’amore, con un gusto per i colori forti e per l’accentuato tratto espressivo; prevale una linea grafica curva, e nella composizione non esiste un piano stabile, ma elementi destabilizzanti che sottolineano il dramma e l’incomunicabilità dell’individuo.
Isabella Convertino

Immagine: Una stella su New York, acrilico su tela cm.30x40

Hotel Villa del Parco della Maddalena
via Don Vico localita' Padule

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