Les Marmites Artistiques si presenta come un progetto artistico pluridisciplinare fatto di spazi multipli propizi al dibattito e alla riflessione, oltre che di un valido programma artistico diversificato: teatro, danza, spettacoli di strada, circo, arti plastiche (pittura, graffiti, fotografia, scultura), performance.
Dal 21 al 28 maggio a Nanterre (Parigi) la nuova edizione del festival “Les Marmites artistiques”.
Espace Reverdy Bât L - Espace Jeunesse du Petit Nanterre - Galerie Villa des Tou
arlerà molto italiano la terza edizione del festival “Les Marmites artistiques”, che si svolgerà da mercoledì 21 a mercoledì 28 maggio 2008 sul campus di Paris X – Nanterre.
La terza edizione del festival, attivo già dal 2006, si presenta al pubblico quest’anno come una collaborazione franco-italiana tra alcuni studenti del Master dell’Università di Parigi X – Nanterre riuniti nell’associazione Hypothémuse e sei studenti del Mart>MAC, Master of Art and Culture Management di TSM, Trentino School of Management. Il festival vuole portare l’arte in uno spazio urbano particolare, normalmente non abituato alle manifestazioni artistiche; Les Marmites Artistiques si integreranno quindi nello spazio urbano di Nanterre per essere il più vicino possibile alla città e ai suoi abitanti.Les Marmites Artistiques si presenta come un progetto artistico pluridisciplinare fatto di spazi multipli, luoghi viventi e dinamici, propizi al dibattito e alla riflessione, oltre che di un valido programma artistico diversificato: teatro, danza, spettacoli di strada, circo, arti plastiche (pittura, graffiti, fotografia, scultura), performance. Il Festival infatti rappresenta non solo un’esperienza di gestione di progetti artistici, ma anche e soprattutto una sperimentazione in termini di mediazione culturale e un’ occasione di riqualificazione dello spazio urbano e di visibilità delle creazioni artistiche emergenti.
Gli artisti selezionati dallo staff italiano per partecipare al festival sono tre:
Emanuele Basso : « Passagères/passengers » (dal 21 al 28 maggio, installazione presso l’Espace Reverdy Bât L).
L’installazione converte lo spazio in immagine, lo rende finito e irreale. Lo spazio è tuttavia abitato da noi, un pubblico che facendone esperienza non vede, nello schermo di proiezione, altro che una struttura, l’architettura e l’essenza stessa della proiezione, la luce e il telo. Questi due elementi sono estremamente connessi in quanto oggetti reali su cui si svolge la proiezione della nostra assenza.
L’installazione funziona piuttosto come uno specchio che riflette il nostro passaggio. Ci sentiamo dunque passeggeri, portati e temporanei. La nostra immobilità ci permette di trasformare lo specchio vuoto nel luogo in cui non siamo. Siamo passeggeri.
L’immobilità ci fa comparire all’interno di un luogo che non è più quello in cui ci troviamo, ma all’interno di una proiezione interconnessa con il nostro spazio ed assolutamente alterata. Il movimento ci costringe di nuovo a ripartire, scomparire. Per muoverci senza una traccia. Per essere come siamo, di passaggio.
Nel contempo siamo temporanei, la nostra presenza scompare e appare col nostro transito. Infine ci siamo, nella sala in cui non ci vediamo riflessi. Tale triplicità, l’esserci davanti allo specchio, non essere riflessi, e comparire nell’immobilità, causa un altro ragionamento, il nostro apparire non è altro che un abbaglio. Spaesati scopriamo di esserci, in un tempo immobilizzato che ci mostra un luogo diverso da quello in cui viviamo. Appariamo dunque nell’opera, immobili, privi di usura, limitati nel tempo, caduchi. Compariamo per un istante insistente. Compariamo in un tempo immobilizzato. Un tempo che immoto anticipa l’evento estetico. La nostra presenza. Lo sguardo crea questa presenza.
“Le luci della centrale elettrica” in concerto: 22 maggio, Espace Jeunesse du Petit Nanterre ore 21.
Cantautore in rapida ascesa nella scena underground musicale italiana, Vasco Brondi è Le Luci della Centrale Elettrica (www.myspace.com/lelucidellacentraleelettrica). Il nome è collettivo, quasi astratto, legato ad uno spazio ricordato; ci rimanda a un’atmosfera cornice di molte storie cantate. Ascoltando le sue canzoni non possiamo impedire alla mente di vedere, odorare e leggere la realtà urbana, con tutte le sue contraddizioni, di cui Vasco Brondi e la sua chitarra sono testimoni.
Un testimone che è contestualmente letteratura/fotografia/cinema/fumetto, tradotti in musica: una distorsione continua, anch’essa metafora, metafora sonora del disagio e della rabbia, della dolcezza e della compassione, del prezioso giudizio di un amico.
Facile ricondurre “Le Luci” all’ampia tradizione musicale di protesta che trascina con se, onorando gli spiriti di quelle figure oscure, dannate e amate che hanno saputo cantare un’Italia che alcuni hanno voluto dimenticare, coprire, come fosse una vergogna.
Marco Scozzaro: “Defricher/Dechiffrer” (mostra fotografica, dal 21 al 28 maggio, Galerie Villa des Tourelles).
Il lavoro di Marco Scozzaro si pone tra il collage di immagini, la fotografia concettuale (con cui si forma) e quella più oggettiva e riflessiva, a cui è giunto filtrando dalla Fashion Photography – di cui si occupa parallelamente - un tipo di ‘comunicazione visiva altra, che della moda si serve per veicolare una propria emozionalità.
Nel lavoro realizzato per il Festival Le Marmites Artistiques, dovendo lavorare su temi preesistenti quali il territorio, la sua ‘riqualificazione’ e la percezione di essa da parte dei suoi abitanti, l’artista ha individuato nella controversa ‘trasformazione’ da capannoni industriali a loft a ‘schiera’ di parte dell’ex fabbrica storica Richard Ginori - a Milano - lo spunto per una riflessione sulla questione della destinazione d’uso, l’aspettativa che l’uomo ha del proprio ‘mondo’ abitativo, del proprio quartiere che cresce e cambia, l’incontro/scontro con la realtà attorno a sè. A questo ‘materiale’ di base oggettivo e scarno l’autore, attraverso l’utilizzo della costruzione in dittico/trittico affianca una serie di immagini apparentemente ‘estranee’ con cui pare voler suggerisce sommessamente ed in parallelo la sua idea di comunità, di condominio diffuso e anche un po’ onirico in cui relazionare, perdersi e ritrovarsi. Scatti un pò rapiti e un pò studiati, tra nostalgia e proposizione. Restare o andare? Il viaggio, sia fisico che mentale, l’accettazione di sé stessi come necessità obbligata di dialogo con l’esterno.
Info: http://www.myspace.com/marmitesartistiques
http://www.myspace.com/lesmarmitesartistiquesitaliennes
Diversi spazi di Nanterre
9, rue des Anciennes-Mairies - Paris