Fin dall?inizio della sua carriera, l?artista ha posto in relazione nel suo lavoro i processi attraverso i quali entita? visibili (come il corpo umano, la flora e la fauna in natura) consumano calorie invisibili, interessandosi anche ai sottoprodotti cristallizzati generati da questi processi. Attraverso i suoi lavori Joo dimostra quali forme puo? assumere il proprio sforzo mentale e corporeo nell?atto di attestare la propria identita? storica e culturale. Joo Ha rappresentato la Corea nell?ultima edizione della Biennale Arte di Venezia del 2001.
La Galleria Paolo Curti & Co. inaugura la prima mostra personale in
Italia dell?artista Michael Joo.
Nato da genitori coreani nel 1966 a Ithaca (New York), B.F.A. alla
Washington University e M.F.A. alla Yale School of Art, Michael Joo vive e
lavora a New York. Ha rappresentato la Corea nell?ultima edizione della
Biennale di Venezia del 2001.
Fin dall?inizio della sua carriera, l?artista ha posto in relazione nel suo lavoro
i processi attraverso i quali entita? visibili (come il corpo umano, la flora e la
fauna in natura) consumano calorie invisibili, interessandosi anche ai
sottoprodotti cristallizzati generati da questi processi. Attraverso i suoi lavori
Joo dimostra quali forme puo? assumere il proprio sforzo mentale e corporeo
nell?atto di attestare la propria identita? storica e culturale. In altre parole,
Joo coniuga il fare arte con il tema apparentemente scientifico di produzione
di materia-energia e con il dispendio di calorie dell?essere umano durante il
proprio sforzo fisico e psicologico per raggiungere uno stato diverso.
Sostituendo il locus dell?opera d?arte con la pratica del pensiero scientifico e
con gli oggetti da questo derivati, Joo tenta di superare il confine tra
scientifico ed estetico. Rispetto alla Pop Art, che si appropria di immagini
popolari per dimostrare il collasso della separazione tra arte e quotidiano, e
rispetto al lavoro concettuale-scultoreo di artisti come Joseph Beuys, che
dissolvono la separazione tra l?opera d?arte e le significative "cose"
quotidiane, l?arte di Michael Joo concretizza visibilmente unita? di pensiero
mentale e reazione fisica, attraverso il superamento del confine tra i risultati
dei fenomeni naturali (che possono essere compresi con le teorie
scientifiche) e la produzione artistica.
Saranno presenti in galleria cinque lavori, due dei quali erano esposti
all?ultima Biennale di Venezia: "Family (tradition)..." e "Access/Denial". Il
primo e? una scultura di bronzo composta di quattro personaggi a
dimensione quasi naturale che per classicita? di esecuzione potrebbe
essere associata a Rodin o a Degas. Osservandola dal giusto angolo
visuale, scopriamo che la famiglia e? collegata da un motivo stilistico, che va
dalle ginocchia del padre alla schiena e braccia della madre, alla testa della
figlia e al pene del bambino, a volere ancora una volta significare l?esempio
di una cultura in trasformazione.
Immagine: Michael Joo, horns, 2001
Oltrea rappresentare la Corea nell?ultima edizione della Biennale di Venezia
del 2001, Michael Joo ha esposto in numerosi musei tra cui lo Stedelilijk
Museum di Amsterdam nel 1995, il Walker Art Center di Minneapolis nel
1997. Ha partecipato alla Biennale di Venezia - Aperto nel 1993, alla
Biennale di Kwangju nel 1995, alla Biennale di Johannesburg nel 1997 e del
Whitney Museum di New York nel 2000.
Galleria Paolo Curti & Co, via Pontaccio 19 Milano