Galleria Maria Cilena
Milano
via Carlo Farini, 6 (cortile)
02 89071612 FAX 02 62027292
WEB
Show must go on
dal 16/1/2002 al 28/2/2002
02 8323521 FAX 02 8323521
WEB
Segnalato da

Maria Cilena



approfondimenti

Gianni Cella



 
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16/1/2002

Show must go on

Galleria Maria Cilena, Milano

Gianni Cella, alla sua prima personale dopo la fuoruscita dal gruppo Plumcake traduce in opere la furiosa classicomania dei tempi recenti, mettendone in risalto la futilita' e l'assoluta inattendibilita'. Le sue graduatorie sono tra le pochissime che, per ora, non hanno trovato spazio in tivu', sui giornali o su internet. 'Show must go on', anche e soprattutto a discapito dell'intelligenza.


comunicato stampa

Mostra personale di GIANNI CELLA
Pitture su tavola e sculture (vetroresina)

La GALLERIA MARIA CILENA giovedì 17 Gennaio 2002 alle ore 18, inaugura l'anno nuovo con la mostra personale di GIANNI CELLA.

Gianni Cella, alla sua prima personale dopo la fuoruscita dal gruppo Plumcake, di cui ha fatto parte per quasi vent'anni, traduce in opere la furiosa classicomania dei tempi recenti, mettendone in risalto la futilità e l'assoluta inattendibilità.
Le sue graduatorie sono tra le pochissime che, per ora, non hanno trovato spazio in tivù, sui giornali o su internet. Sono quelle che, uniche, i media ancora ci risparmiano: al posto delle veline più spogliate dei calendari ci sono I fratelli più stupidi del mondo, in sostituzione dei dieci divi più richiesti di Hollywood compaiono I tre ragazzi più buoni dell'universo, invece che la Falchi, la Ferilli e la Marini si vedono I palloni più gonfiati del Belpaese.
Le serie realizzate dall'artista lombardo, dalle Tre piante più intelligenti del mondo ai Dieci quadretti più belli del mondo sono l'inutilità fatta ordinamento serioso, il paradosso letto come discussione logica, l'assurdità trasformata in classificazione rigorosa.
A volte l'arte mette a fuoco gli aspetti più caratteristici del periodo storico di cui si nutre, e le sculture di Cella evidenziano il vuoto, truccato da filosofia che caratterizza il millennio appena inaugurato.
Altre volte l'arte anticipa e predice il futuro, anche con fare preoccupato, e i quadretti del Plumcake transfuga preannunciano i valori, i costumi e i criteri della società che verrà.

"Show must go on," anche e soprattutto a discapito dell'intelligenza.
Dalla Hit Parade dei dischi più venduti all'elenco annuale dei maggiori contribuenti fiscali, dal Pallone d'oro per il calciatore più bravo d'Europa alla lista nera dei quindici terroristi più ricercati del pianeta, la società contemporanea è schiava delle classifiche. Il voto è la sua droga, la dose quotidiana di morfina che allevia ogni male.
Tutto deve essere catalogato, il sunto di ogni discussione finisce sempre per essere un podio. Ci sono l'arbitro più affidabile del campionato e l'attentato più sanguinoso della storia, il miglior rimbalzista, la donna più desiderata dagli italiani, l'attrice meno elegante del festival.
Il mondo intero è dei recordman, chiunque - e non soltanto chi si occupa di programmi televisivi - deve dar retta all'audience. Sia dei goleador che dei serial killer conta soprattutto il più prolifico. L'ambiente dell'arte non fa eccezione, e adora supino gli artisti più gettonati, i girasoli più pagati e i video meno comprensibili e peggio realizzati. Podio e premiazioni fanno sempre spettacolo. Il tempo del talk show, dei quiz show, del motor show è perfettamente riassunto nei cicli/graduatorie.
Entro in classifica, dunque sono.
Anche a discapito di qualità più vere e profonde. L'artista guarda la società e la ritrae, come ne fosse fotografia.
La falsità patinata, la pochezza imperante, l'inutilità dei temi esistono nella realtà, e come si presentano nel mondo così si specchiano e riflettono nelle sue opere.

Lo stile dell'artista, nato nel 1953 a Pavia dove tuttora risiede, ricorda la comicità demenziale e sferzante di Monthy Pyton o gli sproloqui surreali e sovversivi di Groucho Marx. Come nei lavori firmati in precedenza col gruppo, è iconoclasta, cattivo, spesso spiacevole.
Echeggia i colori fulgidi, le forme appariscenti, i gusti eccessivi e i linguaggi cicaleggianti di questi tempi tanto illuminati a giorno dai neon quanto neri e bui nell'anima, e per farlo usa gli strumenti che condivide con altri artisti della sua generazione.
Pesca nell'immaginario favolistico, adotta il tratto del cartoon, si avvale di giocattoli e slogan pubblicitari, percorre una via di mezzo tra new media e ready-made.
Come il libro di Nick Hornby Alta fedeltà, anch'esso dominato dalle classifiche più ovvie e astruse, messe in atto solo per nascondere e procrastinare il vuoto, il lavoro di Gianni Cella è toccante, amaro, sarcastico e, soprattutto divertente.

In galleria è presente il catalogo con un testo di Maurizio Sciaccaluga

INAUGURAZIONE: Giovedì 17 Gennaio 2002 - 18,30/20,30

La galleria è aperta da martedì a sabato, dalle ore 15,30 alle 19 e/o su appuntamento

Galleria MARIACILENA arte contemporanea
Via Ariberto 17, 20123 Milano.
tel - fax: 028323521

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