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Maria Novella Del Signore
dal 9/6/2008 al 17/7/2008
martedi' - venerdi' 16-19

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9/6/2008

Maria Novella Del Signore

neon>fdv, Milano

4 small events. La sua attivita' artistica inizia negli anni 70, inserita in una intensa partecipazione alla sfera "alternativa" di quel periodo e unita all'impegno sociale e fortemente ambientalista. Il suo lavoro si esprime in una ricerca sul colore e su materiali aleatori; nelle sue installazioni luci, suoni, mobilita', odori sono ricreati con apporti tecnologici.


comunicato stampa

L’attività artistica di Maria Novella Del Signore inizia negli anni ’70, inserita in una intensa partecipazione alla sfera “alternativa” di quel periodo, sia in manifestazioni “laterali” e più indipendenti dall’arte stessa che unita a un impegno sociale e fortemente ambientalista. Il suo lavoro si esprime in una ricerca sul colore e materiali aleatori. Dopo una mostra all’Istituto Buzzi di Prato, il filosofo francese Jean François Lyotard scrive un testo su di lei - “Principe de Chromodynamique” - che evidenzia e teorizza nelle opere osservate una “pratica della complessità” riferibile al concetto di Entropia attraverso il suo uso del colore. In seguito, nell’approfondire il senso della sua ricerca Maria Novella Del Signore si sposta gradualmente verso un ambito più centrale dell’arte, partecipando a eventi e frequentando altri artisti coi quali nascono rapporti di comunicazione ed empatia. Attraverso un intervento di Eugenio Battisti, presentata da lui al P.S.1 di New York, realizza una grande installazione nell’Auditorium, che col supporto di un lungo velo esplicita in un tempo di otto ore la lunghezza d’onda totale sia del suono (“Da 20 a 20'000 Hz” come la definisce per lei Giuseppe Chiari) che della luce – in un crescendo dal buio alla piena intensità. Con questa opera, l’artista descrive una radicale osservazione della variazione inafferrabile dei fenomeni naturali nel Tempo in un unico movimento e percezione. Dopo questo momento significativo seguono altre mostre – non frequenti. Nell’interno del suo studio, il lavoro forma via via il suo corpo nelle idee, le scelte di materiali, a volte organici - spesso incontrati casualmente - e le tecniche, in cui emergono sempre più sistemi che esprimono l’autoregolazione, la verità dell’indeterminazione e la bellezza del movimento caotico che si trovano in natura: Natura “esercitata” nell’artifizio che è l’Arte, quindi anche in negazione di se stessa. L’apporto di luci, suoni, mobilità, odori, - con la collaborazione di Giovanni Del Signore e di Tommaso Del Signore - alimenta la molteplicità di sensazioni nelle opere, nelle quali appare via via intensificato il suo crescente coinvolgimento col mondo fenomenologico, fra natura e artifizio, che però non va inteso come rappresentazione di teorie scientifiche, ma come fatto unicamente artistico che vi combacia per pura eventualità a che l’artista trova quotidianamente nella pratica estetica e libera del suo lavoro. L’installazione “Animal Earth” è un lavoro nato nel 2004 ed è stato esposto per la prima volta al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano nel 2007.

In questa attuale mostra alla neon>fdv viene rivisitato in scala ridotta e presenta una visione diversificata e nuova col titolo “Two Elements of Animal Earth”. Le altre tre opere che lo circondano sono: “Even In The Dark”, del 1995, esposto alla Galleria StaProject di Firenze con un testo di Pier Luigi Tazzi e successivamente nel 2007 nel Museo di San Gimignano; “A Bed”, del 2008; “Staying Still Along Its Way”, del 2008. Per tutte e quattro, come per la maggior parte delle opere recenti prodotte da Maria Novella Del Signore, l’apporto tecnologico necessario al loro contenuto è stato studiato e realizzato da Giovanni Del Signore.
La mostra è accompagnata da un testo di David Clegg, in inglese di cui è allegata una traduzione in italiano. Un ringraziamento particolare ad Alessio Sarri che ha realizzato in modo perfetto la scultura di “A Bed”.

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Un po’ di tempo fa ho descritto i singoli elementi dell’installazione di Maria Novella Del Signore Animal Earth “come piscine asciutte e polverose, al tempo stesso una sola cosa ed innumerevoli milioni di minuscole particelle - non propriamente in quel luogo, mai la stessa due volte, dipendente e alterata dal calore e dall’umidità dell’ambiente architettonico circostante, un oggetto semplice ma nel quale ci si può perdere facilmente, assorbito dal paesaggio decadente e rigenerante. La polvere è quanto resta dell’umanità - decadimento sotto forma di polvere, materia del passaggio umano. Accresciamo ogni piccola fossa bianca con i fiocchi della nostra pelle, passando. Una volta, non molto tempo fa, un granello di polvere rappresentava la cosa più piccola che l’occhio umano potesse vedere, ora ognuno di essi è un minuscolo pianeta di carbonato di calcio, che potrebbe rivelare il proprio piccolo paesaggio energetico che si sgretola sotto il microscopio elettronico”. Materia prima, polvere e silicati, foggiati da una irresistibile elaborazione artistica della legge fisica, che genera e rigenera compledssità, che sembra trasformare - far progredire - il geologico in organico.

Mentre scrivo ora, separato dal testo originale da alcuni brevi mesi, un’altra macchina, ignara dell’importanza del proprio compito, sta cercando di carpire deboli tracce di vita dalla polvere di Marte. La sonda Phoenix sta scavando un solco poco profondo nei frammenti congelati della superficie di Marte, cercando di raggiungere uno strato di ghiaccio idrico che si pensa possa giacere al di sotto. Cosa troverà? Un certo numero di esperti ritiene che potremmo essere sul punto di scoprire che la vita primitiva è quasi ovunque, se la cerchiamo con sufficiente attenzione. Certamente il movimento delle macchine biologiche di Maria Novella suggerisce una qualche forma di attività organica. Sappiamo che il carbonio, necessario affinché la vita cominci, si trova frequentemente nel nostro cosmo; sulla superficie delle stelle, nelle nuvole di polvere attraverso lo spazio interstellare e trasportato su meteore e comete. E una volta che inizia la vita muta continuamente, migrando dal suo punto di origine verso un fugace momento dell’esperienza di qualcuno. E’ difficile pensare a una qualsiasi forma di vita che possa esistere in uno stato avulso dal cambiamentio, ma è ovviamente perfettamente possibile immaginare un cambiamento molto lento o invece rapidissimo. L’immobilità è l’impossibilità. I sistemi evolutivi potrebbero andare e venire nel lampo di uno scatto fotografico, nel tempo di caduta di una goccia d’acqua.
E dalla più piccola scala alla più ampia; la teoria del Big Bang ha indicato che all’inizio tutti gli oggetti dell’Universo erano compresi in un’unica singolarità e successivamente separati. Possiamo andare indietro nel tempo attraverso i telescopi che guardano sempre più lontano nello spazio e sempre più vicino alle nostre lontane origini. La fisica quantistica sta cominciando a ritenere che il nostro universo possa essere uno di un’innumerevole fermentazione di big bangs tanto insignificanti quanto una singola bolla che esplode in una pentola di acqua bollente - o un solo granello di polvere della superficie stridente di Animal Earth. Alcuni fisici hanno suggerito che piccoli universi possano generarsi spontaneamente in ogni punto dello spazio, eruttando come scoppi di coscienza, apparendo e scomparendo, il minuscolo e il più imponente possono essere la stessa cosa. La fisica classica ammette una realtà in costante cambiamento, ma secondo la meccanica quantistica questo è impossibile: non esiste un tempo di transizione. Il Big Bang accade ora. La goccia quantistica è caduta e allo stesso tempo non caduta. Esiste simultaneamente in ogni punto lungo tutta la sua discesa, sospesa nello Spazio, non cade mai.

David Clegg
Londra, Maggio 2008

Immagine: Animal Earth, Fili di vetro, sale, luci alogene, col. sonora. Veduta dell’installazione presso Museo di Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano nel 2007

Opening martedì 10 giugno ore 19.00

neon>fdv via Procaccini 4 Milano
martedì_venerdì 16.00_19.00

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