Lo specchio di Diotima. Ritratti di donne della cultura italiana e fiorentina ambientati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. 25 scatti in bianco e nero in mostra per raccontare una costellazione femminile d'eccellenza.
Ritratti di donne della cultura italiana e fiorentina
ambientati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Lo specchio di Diotima
Venticinque ritratti fotografici in bianco e nero, di donne legate al mondo della cultura italiana ed
in particolare fiorentina, tutti ambientati (con l’unica eccezione per quello dedicato a Margherita
Hack) nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Una costellazione femminile declinata da
personalità che esprimono, ciascuna nel proprio ambito, una riconosciuta eccellenza ma che
spesso restano, per il mondo dell’arte e della comunicazione, ancora in-visibili.
Lo specchio di Diotima è il titolo della mostra che espone le immagini di quei volti. Là dove il
riferimento alla sapiente sacerdotessa filosofa, maestra di Socrate, evoca la sua figura di
emblematica dispensatrice di conoscenza. Colei per cui Amore è “riconoscimento dell’altro,
passaggio all’altro, relazione, apertura, accadimento, contingenza, attesa ed irruzione dell’altro”.
E proprio come in una sorta di doppia partitura -da donna a donna- passando attraverso
quelli di chi ha fotografato (come davanti alla immagine riflessa in uno specchio) gli occhi dei
soggetti fissano quelli dell’osservatore, alludendo ad una duplice richiesta di riconoscimento e
di dialogo. Alla affermazione di un principio di identità. Una circuitazione di sguardi che richiama
ad una “seconda vista”, ad una teoria di microsistemi certamente fatti di differenze e
contraddizioni, di peculiarità e di autonomia, di soggettivismo e di specificità, ma anche di
identificazione e di scambio, di attrazione e di scoperta, di corrispondenza e di condivisione, di
legame e di empatia. La scelta dell’ambientazione negli antichi spazi della Biblioteca
Nazionale diventa decisiva in quanto -malgrado le offese del tempo e la trascuratezza degli
uomini, forse non per caso contrastata dalla sensibilità e dalla cura di una guida e di un
supporto tutto femminile- eletta a paradigma della “casa ideale”.
Luogo che a sua volta,
emblematicamente, dispensa conoscenza; accogliendo e, in certo modo, tutelando. Luogo
del sapere e del sapere di non sapere; luogo del Logos e luogo del silenzio. Affiancati ai
ritratti principali, che vedono i personaggi quasi circoscritti dentro la propria “rappresentazione
di sè”, una serie di -più o meno lunghe- sequenze di videostill. Per una interrogante apertura
su qiuell’ inconscio ottico (sempre più tecnologico) che diventa anche disincantata percezione
della dimensione ormai conflittuale e abusata della peculiarità del mezzo fotografico. Ma che
sembra anche dilatarne l’immagine in una mappatura di istanti intimi e quasi privati. Come a
riprova del maieutico insegnamento di Diotima, che parla del riscatto di una femminilità
relegata alla sua antica assenza, ad una concezione parziale del proprio essere; per affermare
la visione di una donna come “un universo unico. Fatto di corpo e di anima. Di terra e di cielo.
La terra dalla cui ferita sgorgano in un continuo generare nuovi mondi, ancora e ancora. Nuove
terre e nuovi cieli.”
fiorella ilario
Note sull’autrice: artista, fotografa. Autrice e conduttrice radiofonica. Ha collaborato a riviste
d’arte e di moda. Ha esposto sue opere per il festival internazionale Fabbrica Europa, a
Firenze e realizzato mostre in diverse città italiane.
Biblioteca Nazionale Centrale
piazza dei Cavalleggeri, 1 - Firenze