L'esposizione raccoglie 12 artiste che interpretano la donna contemporanea attraverso il linguaggio pittorico, per un confonto sull'immagine che meglio puo' rappresentare il processo evolutivo della figura femminile nella nostra societa'.
La violenza sessuale è diventata reato contro la libertà personale e sessuale nel 1996. Prima di allora rientrava tra i delitti contro la morale e il buon costume. Questa legge fu sancita ben 51 anni dopo l’ammissione delle donne al voto (1945). In quel cinquantennio altre leggi avrebbero potuto accelerare il riconoscimento sociale della donna come individuo non in relazione all’uomo e alla famiglia. Nel 1960, per esempio, fu permesso loro di accedere a tutte le professioni prima riservate solo all’altro sesso, nel 1965 fu data la parità remunerativa, nel 1969 l’adulterio, sia maschile che femminile, non fu più un reato, nel 1975 si abolì la patria potestà per parlare di potestà genitoriale, nel 1978 fu permesso l’aborto, nel 1981 fu abrogata la rilevanza penale del delitto d’onore e del matrimonio riparatore in cui la donna - moglie, figlia o sorella - rappresentava una sorta di “contenitore” dell’onore maschile a cui era giustificata la difesa.
Oggi, sono bastate queste leggi a cambiare il ruolo e l’immagine della donna nella nostra società? La donna è oggi liberata da secoli in cui è stata culturalmente o la madre/santa o la sgualdrina/donnaccia?
La collettiva Ma-donne chiede alle artiste donne di interpretare questa contrapposizione. L’invito è quello di esprimere attraverso il linguaggio pittorico qual è l’immagine che meglio può rappresentare il processo evolutivo della figura femminile nella nostra società.
Se nel Dolce Stil Novo la donna era una figura angelicata quasi priva di carnalità, figura di mediazione tra l’uomo e Dio, oggi la donna è presente con la sua fisicità ovunque. La sua corporeità non è più solo oggetto, ma è anche consapevole macchina di seduzione che la donna usa a suo consumo. In questo fine non rientra solo la maternità, ma anche il suo piacere, il suo bisogno di conquista sociale.
La donna è oggi madre e amante e “donnaccia” e manager di se stessa nel mondo del lavoro. Ma sebbene la molteplicità dei ruoli sociali o la parcellizzazione dell’identità oggi appartenga ad entrambi i sessi, nella donna questi ruoli sono anche opposti tra loro, quasi fino ad annullare gli uni gli altri. L’uomo può essere padre, marito, amante e manager e tutto fila liscio, tutto rientra nel suo ruolo storicizzato nei secoli dei secoli. Per la donna no. O è sacra o profana, o è dolce o è forte, o è madre o amante a fatica queste sfaccettature convivono senza atriti, senza annullare a volte l’individuo.
L’essere donna oggi sembrerebbe l’essere frutto di una contraddizione di termini. Ma-donne, ma comunque donne ne esprime il senso, è una provocazione, un percorso, un riflessione con l’occhio delle donne che raccontano se stesse, i loro conflitti di identità, ma anche le loro soluzioni.
Inaugurazione 7 luglio alle ore 18.30
Spazio Tadini
Via Jommelli, 24 Milano (MM Loreto-Piola)
lunedi' - venerdi' 15-19, fino a mezzanotte in coincidenza con eventi serali
ingresso libero