Palazzo De Sanctis
Castelbasso (TE)
via San Nicola, 17
0861 508000
WEB
Giorgio de Chirico
dal 11/7/2008 al 23/8/2008
19-24
WEB
Segnalato da

Gino Sabatini Odoardi




 
calendario eventi  :: 




11/7/2008

Giorgio de Chirico

Palazzo De Sanctis, Castelbasso (TE)

Mito e Mistero. Una mostra antologica comprendente oltre 70 opere, di cui molte inedite - soprattutto dipinti, ma anche disegni, e alcune sculture - che spaziano dal 1920 ai primi anni '70, dal de Chirico "metafisico" a quello "classico" e mitologico: dai manichini alle piazze, con le architetture amate da Michelangelo Antonioni, dai cavalli alle nature morte, dai ritratti ai paesaggi. A cura di Silvia Pegoraro. Nell'ambito del festival Castelbasso Progetto Cultura.


comunicato stampa

a cura di Silvia Pegoraro

Sabato 12 luglio 2008 alle ore 19, nel borgo medievale di Castelbasso, sarà inaugurata, alla presenza dell’On. Ottaviano del Turco, Presidente della Regione Abruzzo, l’Edizione VIII di Castelbasso Progetto Cultura, organizzata dall’ASSOCIAZIONE AMICI PER CASTELBASSO e dal suo Presidente, Osvaldo Menegaz.
Nell’ambito della Sezione Arti Visive verranno presentate due mostre (a cura di Silvia Pegoraro) realizzate in omaggio a Giorgio de Chirico, l’artista italiano del ‘900 più famoso nel mondo, in occasione del Trentennale della sua morte.

Giorgio de Chirico – Mito e Mistero, sarà una mostra antologica ambientata a Palazzo De Sanctis, con oltre 70 opere, di cui molte inedite – soprattutto dipinti, ma anche disegni, e alcune sculture - che spaziano dal 1920 ai primi anni ‘70, dal de Chirico “metafisico” a quello “classico” e mitologico: dai “manichini” alle “piazze”, con le architetture amate da Michelangelo Antonioni, dai cavalli alle nature morte, dai ritratti ai paesaggi.
La mostra sarà documentata da un ricco catalogo Mazzotta, bilingue (italiano-inglese), con testi di Ottaviano Del Turco e di Silvia Pegoraro, e schede tecnico-scientifiche per ogni opera.

L’altro evento espositivo, in contemporanea, animerà tutti gli spazi urbani dell’antico borgo, con suggestive installazioni site specific e proiezioni video: si tratta di SPAESAMENTI. 7 ARTISTI INTORNO A DE CHIRICO. 7 artisti delle ultime generazioni – alcuni già molto affermati – sono stati scelti dalla curatrice per dialogare con l’opera del grande maestro, grazie all’affinità di alcuni tratti della loro poetica con diversi aspetti di quella di Giorgio de Chirico. Il particolare più interessante sta forse nel fatto che nessuno di essi pratica la pittura, ma si esprime attraverso altri media, spesso ipertecnologici, come il video e la fotografia digitale, o la scultura e l’installazione con materiali d’avanguardia. Nel corso della mostra uscirà un catalogo (anch’esso bilingue) che documenterà con numerose immagini la presenza delle opere ambientate nei suggestivi spazi di Castelbasso. Gli artisti: Giovanni Albanese, Deborah Baroni, Carlo Bernardini, Elisa Pavan, Gino Sabatini Odoardi, Giancarlo Scagnolari, Saverio Todaro.


Parlare di pittura nel caso di Giorgio de Chirico significa ancor oggi sollevare un problema spinoso, perché l’artista è spesso considerato solo in quanto protagonista delle avanguardie che hanno rinnovato il linguaggio visivo del xx secolo. La sua svolta del 1919 verso una pittura sensibile ai valori profondi della tradizione classica e rinascimentale, e ancor più la sua progressiva infatuazione, dagli anni Trenta in avanti, per la materia fisica del dipinto, più che essere ignorate da molti storici dell' arte e direttori di musei, sono state considerate tradimenti della sua più genuina ispirazione onirica e visionaria.

Nel secondo decennio del XX secolo de Chirico fu dunque lo stupefacente inventore della pittura metafisica: autore di quadri che rappresentano deserte piazze d'Italia o struggenti manichini nel tentativo di cogliere la condizione desolata dell'uomo contemporaneo. Una dimensione pittorica collocata in un preciso spazio geometrico, pieno di oggetti simbolici che alludono ora al distacco doloroso e senza ritorno di Ettore e Andromaca, ora alla solitudine penosa di un manichino-Trovatore, così umano e dolente nella sua fissità da evocare la solitudine nostra e degli uomini di sempre.

Giorgio de Chirico è stato uno dei più sensibili e originali testimoni del suo tempo, di un'epoca che egli non amava perché priva delle tramontate certezze ottocentesche, ma anche incapace di dare un senso profondo e definitivo alla vita degli individui, un'epoca che ha prodotto due guerre mondiali, milioni di morti e, infine, la distruzione di ogni rapporto interpersonale attraverso tecnologie sempre più avide e alienanti. Non restava, quindi, che cercare di cogliere metafisicamente, cioè al di là delle cose sensibili, una "realtà altra" che potesse forse rivelare valori scomparsi e invisibili significati.
Proprio all'inizio del Novecento, che è il secolo della radicale critica mossa alla metafisica e dei tentativi della sua distruzione, una nuova tematizzazione della metafisica prende corpo nella sua arte. Che cosa vuol significare con questa scelta? Forse che l'arte, raggiunta la propria autonomia dal suo ruolo subordinato ad ogni forma di potere politico e religioso, deve assumere ormai quel ruolo che si era arrogato tradizionalmente la filosofia, cioè quella riflessione ultima sul senso di ogni nostro rapporto con la vita e con la storia. E in realtà la ricerca tecnica, l'indagine sui segreti degli antichi, lo studio e la sperimentazione delle tempere e delle emulsioni, che de Chirico intensifica a partire dagli anni Venti, fanno parte del gioco, sono funzionali a un tipo di pittura che per ottenere certe sensazioni surreali si affida anche alla profondità e alla luminosità dei colori, alle trasparenze, alle materie ricche e sonore.

Gli interrogativi sul destino degli esseri umani, sulla loro fragilità fisica e sentimentale sono il motivo dominante della pittura dechirichiana, la loro ragion d'essere anche nei quadri “neoclassici”, quando l'artista sembra aver superato la misteriosa e inquietante stagione metafisica, prediligendo un apparente 'ritorno all'ordine', la rappresentazione classicheggiante o barocca del reale. Paesaggi che si richiamano ai miti dell'antichità, cavalli fra le rovine della civiltà greca, gladiatori in procinto di vivere o morire, autoritratti e ridondanti nature morte si moltiplicano nella sua vasta produzione in cui ritornerà sistematicamente – come questa mostra vuole dimostrare - il tema dell'esistenza con i suoi enigmi, le sue inesplicabili contraddizioni.


Nota biografica
Giorgio de Chirico nasce il 10 luglio 1888 a Volos, in Grecia, da Gemma Cervetto, genovese, ed Evaristo de Chirico, ingegnere proveniente da una nobile famiglia italiana di Dalmazia, impegnato nella costruzione della linea ferroviaria Atene-Salonicco. Nel 1891 nasce il fratello Andrea, che assumerà dal 1914 lo pseudonimo di Alberto Savinio. La famiglia nel 1899 si trasferisce ad Atene, e Giorgio dal 1903 al 1906 frequenta il corso di disegno della sezione Belle Arti presso il Politecnico. Interrompe gli studi a causa della morte del padre (1905) e della conseguente decisione della madre di lasciare la Grecia. Nel 1906 si trasferisce con la madre e il fratello a Monaco di Baviera, frequentando l’Accademia. Nel 1908 elabora le basi di una nuova estetica estesa a musica, poesia e pittura, che gli fa intuire una pittura dai contenuti profondamente simbolici. Tra il 1908 e il 1909 inizia a ispirarsi ai maestri del Simbolismo tedesco, Böcklin e Klinger.

Nel 1911 Espone al Salon d’Automne e viene notato dalla critica. Prediletto da Apollinaire e apprezzato da Picasso, è considerato il fenomeno più nuovo tra le giovani avanguardie e il meno influenzato dalle scuole francesi. Nel 1914 firma un contratto con Paul Guillaume e riscuote grande successo al Salon des Indépendants. Nascono i primi Manichini. Nel 1915 è arruolato col fratello nelle riserve di fanteria a Ferrara. Grazie alla rivista “Valori Plastici” di Mario Broglio, i suoi quadri metafisici vengono conosciuti in tutta Europa. Nel generale ritorno alla tradizione del 1920-24, intensifica l’attività di scrittore, di teorico e di critico. Partecipa alla fondazione del Surrealismo di Breton, scontrandosi però più tardi con lui e con gli altri surrealisti. Nel 1925 si trasferisce a Parigi, dove resta fino al ’39, a parte una parentesi newyorkese. Inizia in questi anni il suo periodo “barocco”, ispirato ai pittori veneziani del ‘500 e a Rubens, Délacroix, Ingres. Nel 1944 torna a Roma, dove nel 1947 si stabilisce nella celebre casa in Piazza di Spagna, dal 1986 sede della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Nel 1943 Peggy Guggenheim organizza una grande mostra sulla sua Metafisica, ormai richiesta da tutti i musei. Nel 1975, in seguito alla nomina ad Accademico di Francia del 1974, è allestita l’antologica al Musée Marmottan di Parigi. Muore a Roma nel 1978.

Immagine: 1927 - De Chirico nel suo studio parigino. Sullo sfondo Gli Archeologi. Courtesy Fondazione Giorgio e Isa de Chirico

Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta, bilingue (italiano-inglese), con testi della curatrice e di Ottaviano Del Turco.

Testi di Silvia Pegoraro e di Ottaviano Del Turco

Mostra promossa e organizzata dall’Associazione “AMICI DI CASTELBASSO”
nell’ambito del FESTIVAL “CASTELBASSO PROGETTO CULTURA”

SEZIONE SPETTACOLI a cura dell'Associazione in collaborazione con Local Bus e Pensieri e Parole
SEZIONE LETTERATURA a cura di Renato Minore
SEZIONE TEATRO a cura di Federico Fiorenza
SEZIONE ORGANO a cura di Roberto Marini
SEZIONE ENOGASTRONOMIA a cura di Massimo Di Cintio
ENOTECA REGIONALE D' ABRUZZO
SEZIONE SCIENZA a cura di Barbara Barboni e Raffaele Mascella

Maggiori informazioni sulla manifestazione possono essere richieste a:
Associazione Amici per Castelbasso via San Nicola 17 64020 CASTELBASSO (TE) tel + fax: 0861 508000 e-mail: info@castelbasso.it

Ufficio stampa del FESTIVAL: L&R Comunicazione Studio Associato: tel. 06/97747669
335.298071, info@lrcomunicazione.com

Ufficio Stampa Mazzotta - Alessandra Pozzi
Tel 02.8055803/8690050 Foro Buonaparte 52 20121 Milano ufficiostampa@mazzotta.it

Inaugurazione Sabato 12 luglio 2008 alle ore 19

Palazzo De Sanctis
p.zza San Nicola - Castelbasso (TE)
ingresso mostra Euro 5,00
orario: 19-24

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