La rassegna presenta circa 40 lavori tra dipinti su tela e su tavola di cui piu' della meta' totalmente inediti e eseguiti nell'arco dell'ultimo anno appositamente per questa esposizione. Lo stile di Gianni Del Bue, dotato di un personalissimo lessico ironico e fantastico, e' saldamente innervato nelle tematiche contemporanee.
a cura di Carlo Sisi
Gianni Del Bue, emiliano ma piemontese d'adozione -da molti anni risiede a
Farigliano nelle Langhe - non è nuovo a esposizioni dedicate a città che
furono grandi protagoniste del Rinascimento italiano (già Mantova lo ospitò
nel 1995 a Palazzo Ducale e a Palazzo Te nel 2000 e quindi Firenze al Museo
Marino Marini nel 2004) ma è senz'altro Urbino a segnare profondamente la
sua formazione artistica. Infatti, già negli anni ¹60, vi compie numerosi
viaggi sulle orme di Piero della Francesca. Tutte le volte tornavo a casa
con qualcosa di nuovo dice l¹artista a testimoniare dell¹arricchimento che
traeva da queste antiche frequentazioni
Con Ritorno a Urbino, la mostra promossa dal Comune di Urbino e curata da
Carlo Sisi che aprirà i battenti il 2 agosto nella prestigiosa cornice di
Palazzo degli Scolopi, l'artista ripete nuovamente il viaggio nei luoghi
della nascita della sua vocazione pittorica con un livello di consapevolezza
ormai matura e con un vasto bagaglio di opere legate anche ad altri
luoghi, quelli degli affetti: le Langhe, la Pianura Padana, Reggio Emilia,
Mantova.
La rassegna presenta circa 40 lavori tra dipinti su tela e su tavola di cui
più della metà totalmente inediti e eseguiti nell¹arco dell¹ultimo anno
appositamente per questa esposizione.
Lo stile di Gianni Del Bue, dotato di un personalissimo lessico ironico e
fantastico, è saldamente innervato nelle tematiche contemporanee. La sua
figurazione, consapevole della ricerca delle avanguardie storiche del Œ900
di cui per breve tempo è stato anche protagonista attivo, è ispirata da
sempre dalla grande lezione pittorica italiana del '400, dove uomini e cose
convivono in una magica sospensione atemporale.
Lo si legge molto bene nel dipinto Ritorno a Urbino 2 che chiude la mostra
e ne è al tempo stesso paradigma: l'artista mette in primo piano un ciclista
che arranca con un contrabbasso sulle spalle, allegoria popolare che
rappresenta il fardello della propria arte e la fatica a tenere il ritmo
della vita. Di contrasto, nella parte alta del quadro, sopra il profilo di
Urbino, compare come una mongolfiera il berretto rosso del duca Federico di
Montefeltro, metafora colta che indica il tributo che la nuova arte assegna
agli antichi.
La rassegna che ha carattere antologico e costituisce un lungo viaggio che
termina a Urbino, trova diverse sezioni dedicate ad altri luoghi: le colline
del basso Piemonte, le Langhe che si trasformano in sinuosi corpi di donna,
le piazze e le torri di Mantova immaginate da spericolati punti di vista, la
grande pianura: Luoghi talvolta connotati da presenze umane curiose come
pensatori o perdigiorno che discutono appassionatamente, sopra torrette,
lungo i fiumi, immersi in improbabili stagni. Si tratta di una produzione
selezionata che va dagli anni '90 ad oggi.
La mostra è documentata da un catalogo che riproduce tutte le opere
presenti, curato dalla Libreria Galleria Einaudi di Mantova, che contiene un
testo critico di Carlo Sisi, già direttore della Collezione Moderna di
Palazzo Pitti di Firenze, ora organizzatore di grandi mostre in Italia e
all¹estero, un¹introduzione dell'Assessore alla Cultura Lella Mazzoli e un
contributo critico di Pino Mantovani.
Inaugurazione: sabato 2 agosto, h. 18,00
Palazzo degli Scolopi - Salone Raffaello
Piazza della Repubblica, Urbino
Orario: da lunedì a venerdì ore 16-19, sabato e domenica ore 10-13 e 15-19
Ingresso gratuito