Notturno metropolitano. Una metropoli claustrofobica e soffocante. Un'ossessione da esorcizzare a forza di pennellate dense, in un dipingere appassionato, potentemente espressionista.
Grigio pastoso, fumoso. Addensato in nuvole pesanti che si inseguono aggrovigliandosi. Oppure ingabbiato in moduli geometrici, edifici come parallelepipedi che invadono lo spazio, a perdita d'occhio, fino all'orizzonte. Senza scampo.
Quella di Paolo Cervino è una metropoli claustrofobica e soffocante. Un'ossessione da esorcizzare a forza di pennellate dense, in un dipingere appassionato, potentemente espressionista, che denuncia tutta l'urgenza emotiva dell'istante in cui il colore si stende sulla tela. Un fare istintivo che tuttavia non prescinde dalla meditazione, dal progetto pensato. Come rivelano le proporzioni talvolta volutamente ribaltate, spiazzanti, che paradossalmente ingigantiscono i grattacieli più lontani fino a trafiggere le nuvole, facendone pure valenze simboliche, verrebbe da dire figure totemiche.
Un edificio fa pensare a Milano, un ponte suggerisce New York, uno svincolo Los Angeles. ma la metropoli di Cervino è tutte le città del mondo, anonimo archetipo della contemporaneità.
Apparentemente disabitata, questa città è per lo più soltanto muta testimone del passaggio dell'uomo. Nei ponti, negli enormi condomini, nelle strade. Le rare volte in cui compare, la figura umana è mera ombra, sagoma braccata, in fuga tra vicoli bui fitti di oscure minacce.
Qualche volta, la sottrazione cromatica arriva al gesto estremo di ridurre la tavolozza a uno spoglio bianco e nero. Altrove l'artista cede alle seduzioni del colore. E allora il cielo si lascia conquistare dalla materica luminescenza di un blu. Ma poi quel blu si rapprende, si solidifica incombente. E si chiude come un coperchio, inesorabile, sulla città.
Galleria Previtali
via Lombardini, 14 - Milano
Orario: martedi' - sabato ore 16-19,30
Ingresso libero