Welcome/Hellcome. Il lavoro dell'artista attraversa tutta la memoria dell'Occidente attraverso i simboli della cristianita', attraverso la proliferazione delle immagini, attraverso quel corto circuito culturale da cui non si riesce piu' a uscire fin dall'ultimo decennio del secolo appena trascorso.
a cura di Valerio Dehò
Il lavoro di Arnold dall’O attraversa tutta la
memoria dell’Occidente attraverso i simboli della cristianità, attraverso la
proliferazione delle immagini, attraverso quel corto circuito culturale da cui
non si riesce più a uscire fin dall’ultimo decennio secolo appena trascorso.
Per un’artista che ha inventato la
“Republic of Welcome”, un’ esposizione intitola “Hellcome”
può sembrare un passo indietro. Ma il passaggio sta solo nell’ironia, in un
accentuare maggiormente l’aspetto negativo e sempre meno carico di speranza di
questo sguardo sui “western files”, sulle memorie del
mondo attuale.
Per questo la mostra presenta un collegamento con
alcuni lavori precedenti tra cui uno splendido “Ritratto di famiglia” composto
da cento lavori in cui il gioco delle metamorfosi e delle ripetizioni, si
miscela con un senso di spaesamento e di vuoto notevole. Tutto appare e ritorna
cambiato e neppure il gioco delle identità diventa possibile. Un simbolo che è
spesso presente nei suoi lavori, è la testa di cervo con il suo albero di corna
sontuoso e imponente. Da buon sud tirolese dall’O sa come questo simbolo non
solo stia a significare il Cristo, tant’è che spesso nell’iconografia popolare
tra le corna compare una croce latina. Ma è anche il simbolo della caccia,
della morte, dell’abbandono. Nell’opera che dà il titolo alla mostra, “Hellcome”,
sulle corna sono stati applicati decine di
soldatini rivestiti di argento: il cristianesimo, l’Occidente si confonde con
la guerra, con la forza.
La
spiritualità si tramuta nel suo contrario mostrandosi solo un fraintendimento,
un’illusione.
Ma anche altri simboli religiosi vengono
rovesciati nel loro opposto, non per una forma di banale scandalismo, ma perché
la religione cattolica e cristiana in quanto origine della nostra civiltà ne
condivide la decadenza in quanto origine e causa efficiente. Da una recente
installazione in una chiesa di Livorno, viene anche un lavoro molto
interessante in cui centinaia di saponette marca “Sole” dopo un bagno galvanico
nell’argento, sono state inscatolate a formare quasi un muro, una barriera.. Ma dal
packaging strappato alcune fuoriescono e
sono ben visibili nella loro levigata perfezione.
Da un lato tornano alla
memoria i “Brillo boxes” di
Andy Warhol, dall’altro il sapone come simbolo della pulizia diventa una deità
pagana, il Sole, che è anche un nome commerciale e quindi veicolo di scambio
materiale.
L’accumulo di immagini secondo Arnold dall’O
equivale alla scomparsa delle cose che esse rappresentano. L’inferno è proprio questo:
essere condannati a vivere tra i simulacri di un mondo in cui la realtà e la
verità sono indirizzi privi di destinatario.
Inaugurazione sabato 4 ottobre 2008 ore 19
Galleria Artsinergy
Via San Giorgio, 3 Bologna
ORARI: lunedì- venerdì 10.00-12.30/15.30-19.00
sabato solo su appuntamento
(verificare sempre telefonicamente)
ingresso libero