Il percorso espositivo non segue un criterio cronologico o tipologico ma mette in relazione i diversi linguaggi utilizzati da Munari attraverso 5 aree tematiche. Un metodo che segue la sua stessa scelta operativa: stare tra linguaggi diversi cercando di comprenderne meccanismi di funzionamento per comunicare cio' che gli altri non vedono, come ad esempio un 'arcobaleno di profilo'. In esposizione oggetti, opere di grafica e d'arte, sculture, disegni e laboratori didattici per raccontare il genio di Munari a 10 anni dalla sua morte.
a cura di Beppe Finessi e Marco Meneguzzo
“Sculture da viaggio”, “macchine inutili” e “libri illeggibili” sono solo alcuni degli oggetti più
stupefacenti e caratteristici nati dalla creatività di Bruno Munari (Milano, 1907-1998). Al poliedrico
artista milanese (scultore, illustratore, grafico, designer, con la passione per la didattica per
l’infanzia) il Museo dell’Ara Pacis di Roma dedica dal 9 ottobre 2008 al 22 febbraio 2009
“Bruno Munari”, un progetto promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali
Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma con l’organizzazione di Zètema
Progetto Cultura, a cura di Beppe Finessi e Marco Meneguzzo, progetto di allestimento di
Marco Ferreri, progetto grafico di Italo Lupi. Le audioguide, realizzate da Storyville,
contengono una narrazione sonora delle opere esposte con la voce di Bruno Munari, raccolta e
selezionata dall’archivio della Radiotelevisione della Svizzera Italiana.
Il percorso espositivo non segue un criterio cronologico o tipologico ma mette in relazione i
diversi linguaggi utilizzati da Munari attraverso 5 aree tematiche. Un metodo che segue la sua
stessa scelta operativa: stare “tra” linguaggi diversi cercando di comprenderne meccanismi di
funzionamento per comunicare ciò che gli altri non vedono, come ad esempio un
“arcobaleno di profilo”.
Sono oltre 150 gli oggetti in mostra, tra sculture, opere d’arte e di grafica che il
visitatore riconoscerà e sentirà familiari perché ormai parte dell’immaginario collettivo del
Paese. Al nome di Bruno Munari sono infatti legate alcune tra le aziende italiane più importanti -
come Olivetti, La Rinascente, Pirelli, Campari etc. - per le quali ha realizzato bozzetti, studi,
disegni, manifesti, progetti pubblicitari e allestitivi. Anche le case editrici Bompiani, Rizzoli,
Zanichelli, Editori Riuniti e Corraini, dagli anni ’20 a tutti gli anni ’70, si sono affidate alla grafica di
Munari che in quel periodo ne ha fatto una delle principali attività e suo primo ambito di
sperimentazione linguistica. Ma soprattutto con alcune collane ideate per Einaudi Munari raggiunge
livelli elevatissimi di notorietà che si riflettono sul successo della casa editrice.
Inizialmente vicino al secondo futurismo, Munari espone in numerose collettive del movimento e
ne illustra alcuni libri tra cui nel 1937, Il poema del vestito di latte di Marinetti. Col maturare del
suo lavoro artistico e grafico, si distacca progressivamente dal gruppo futurista, raggiungendo una
posizione autonoma rispetto a tutti i movimenti artistici italiani. Una libertà poetica e creativa
che lo porterà ad ideare i suoi capolavori: le Sculture da viaggio, negazione della plastica
tradizionale e del limite di un oggetto; i Negativi-Positivi con cui indaga i rapporti tra sfondo e
figura eliminando entrambi; le Macchine inutili che anticipano il suo interesse per la distruzione
dell'opera d'arte tradizionale; le Aritmie, in cui rende casuali e sorprendenti i movimenti di alcune
macchine; i Fossili del 2000 che fanno riflettere con umorismo sull'obsolescenza della tecnologia
moderna e la Sedia per visite brevissime la cui seduta è inclinata a 45°.
Alle convenzioni sociali ed artistiche Munari attua una rivoluzione silenziosa la cui vocazione
naturale è superare i limiti presenti nelle idee, negli oggetti e nel tempo. E così una
fotocopiatrice, nata per riprodurre oggetti tutti uguali, diventa creatrice di Xerografie originali, veri
e propri pezzi unici generati dallo spostamento del foglio di carta sulla macchina. E ancora, i Libri
perdono le parole e i materiali tradizionali per diventare illeggibili. Oppure gli orologi possono
annullare o confondere il tempo come Ora X, a funzionamento cromatico dove al posto delle
lancette si muovono forme e colori, e Tempo libero, progettato per Swatch, che rimescola le ore
sparse a caso sul quadrante. I limiti fisici, sociali o linguistici - secondo l’artista - non vanno
annullati ma superati guardando le cose con occhi diversi e da nuovi punti di vista.
È all’industrial design che Munari dedica un’attenzione particolare, soprattutto a partire dal
1957, quando inizia a collaborare con la ditta Danese di Milano e progetta il celebre Posacenere
cubo, uno dei più funzionali mai realizzati. Famose anche le sue lampade e il secchiello
portaghiaccio, lavoro che gli vale il secondo Compasso d’oro. Sua parola d’ordine nel design è
“togliere, togliere, togliere”, convinto che semplificare sia la cosa più difficile perché chiunque
può aggiungere un colore, un suono o una forma, ma per togliere bene bisogna sapere cosa
togliere. Per lui quindi l’oggetto perfetto è la sintesi minima in grado di risolvere una serie di
problemi – tecnologici, estetici, economici, di imballaggio, funzionali – al di fuori di ogni moda.
Il pensiero e l’opera di Munari hanno trovato una naturale applicazione nel mondo della
didattica. Fin dal ‘45, prendendo spunto dall’educazione del figlio Alberto, ha realizzato innovativi
giochi e libri per l’infanzia, convinto che il processo cognitivo del bambino sia molto più importante
dell’esito raggiunto o dell’oggetto prodotto. Nati ufficialmente nel 1977 a Brera, i suoi laboratori
sono diventati un metodo pedagogico brevettato. L’esposizione “Bruno Munari” al Museo dell’Ara
Pacis offre l’occasione per sperimentare il Metodo Bruno Munari® attraverso i Laboratori
didattici per lo sviluppo del pensiero progettuale creativo, ideati e curati dall’Associazione
Bruno Munari presieduta dal figlio dell’artista Alberto Munari.
Dopo aver ospitato un’importante retrospettiva su Jean Prouvè, padre francese della progettazione
architettonica e d’interni, il Museo dell’Ara Pacis con “Bruno Munari” accoglie un’altra esposizione
dedicata alla creatività, questa volta di un maestro italiano, confermando la sua vocazione al
dialogo tra antico e contemporaneo.
La mostra si inserisce nel circuito delle attività che la città di Roma ospita da fine settembre
2008 a fine febbraio 2009 per celebrare la figura dell'artista milanese. Altri appuntamenti sono
“Vietato non toccare. Bambini a contatto con Bruno Munari” ad Explora - Il Museo dei bambini di
Roma (27 settembre 2008-22 febbraio 2009) e la mostra-laboratorio “Bruno Munari prestigiatore”
alla Casina di Raffaello di Villa Borghese (3 ottobre 2008–11 gennaio 2009).
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 22.30)
http://www.arapacis.it
http://www.museiincomuneroma.it
Laboratori didattici a cura di Associazione Bruno Munari
Inaugurazione mercoledì 8 ottobre ore 11.00
MUSEO DELL’ARA PACIS
lungotevere in Augusta - angolo via Tomacelli, Roma
da martedì a domenica dalle ore 9 alle ore 19 - la biglietteria chiude un’ora prima
Ingresso: intero € 8; ridotto € 6