Mohammed Benzakour
Parisa Yousef Doust
Rossella Biscotti
Libia Castro
Olafur Olafsson
Ronald Cornelissen
Ben Laloua/Didier Pascal
Wendelien van Oldenborgh
Katarina Zdjelar
Patricia Pulles
Partendo dalla situazione socio-politica olandese e dalla sfida continua della societa' multiculturale, il progetto vuole scoprire fino a che punto l'immagine romantica del 'melting pot' esiste davvero a Napoli. I lavori dei partecipanti, tutti residenti a Rotterdam, si riferiscono in modo diretto o indiretto alla situazione sociale di un contesto urbano.
a cura di Patricia Pulles
Nel 1856, dopo un suo viaggio in Italia lo scrittore olandese J.J.L. ten Kate scrisse: ‘[il Napoletano] è un misto di sangue greco, romano, gotico, longobardo, saraceno, normanno, suavo, francese, spagnolo e altro ancora’. Napoli viene spesso descritta come una spugna che per secoli ha assorbito le varie culture dei suoi conquistatori nell’architettura, nella lingua, nella cucina, negli usi e nelle tradizioni.
Partendo dallo spunto della situazione socio-politica in Olanda e dalla sfida continua della società multiculturale, il progetto ‘Il Ventre di Napoli’ vuole scoprire fino a che punto l’immagine romantica del 'melting pot' esiste davvero a Napoli. L’immigrazione è un fenomeno relativamente recente in Italia, iniziata circa dieci anni fa, mentre in Olanda iniziò negli anni 50. In Italia, la percentuale di immigrati è solo 6%, una cifra bassissima rispetto ad altri paesi europei. Tuttavia, il flusso d’immigrazione, spesso illegale, è così alto che le autorità (locali) hanno difficoltà a gestirlo, il che genera tanti problemi.
Il titolo del progetto ‘Il Ventre di Napoli’ si riferisce all’accusa della ventottenne napoletana Matilde Serao, nel 1884, rivolta contro il primo ministro Depretis. In quell’anno scoppiò una grande epidemia di colera a Napoli inducendo Depretis a dichiarare che tutto il centro storico di Napoli sarebbe dovuto essere demolito e ricostruito con strade meno strette, sistemi di fognatura migliori, case migliori ecc. ecc. In una serie di nove articoli pubblicati sulla prima pagina del quotidiano romano 'Capitan Fracassa', Serao descrisse le circostanze socio-economiche del cuore di Napoli concludendo che se esso fosse stato distrutto, tutta la cultura napoletana sarebbe andata perduta. Quest’accusa non ha ancora perso la sua attualità ed è paragonabile alla pubblicazione recente del libro ‘Gomorra’ di Roberto Saviano.
I lavori dei partecipanti del progetto ‘Il Ventre di Napoli’, tutti residenti a Rotterdam, si riferiscono in modo diretto o indiretto alla situazione socio-politica in un contesto urbano. Gli invitati sono: lo scrittore Mohammed Benzakour (Marocco, 1972), il regista Parisa Yousef Doust (Iran, 1973) e gli artisti visivi Rossella Biscotti (Italia,1978), Libia Castro (Spagna, 1971) & Olafur Olafsson (Islanda, 1973), Ronald Cornelissen (Olanda, 1960), Ben Laloua/Didier Pascal (fondato 2001), Wendelien van Oldenborgh (Olanda, 1962) e Katarina Zdjelar (Serbia, 1979). Il partecipanti saranno ospiti per almeno una settimana nel centro storico di Napoli e avranno la possibilità di conoscere la città. Questo soggiorno potrá anche diventare l’inizio di una residenza l’anno prossimo e avere come risultato la creazione di nuovi lavori. Il progetto, che durerà quattro mesi, includerá una serie di conferenze, in collaborazione con il Palazzo delle Arti Napoli (PAN), in cui i participanti parleranno del loro lavoro. Inoltre verranno avviate collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti di Napoli e con l’Università degli Studi di Napoli - L’Orientale.
La sede del progetto è situata in un piccolo appartamento nel centro storico di Napoli in Piazza Gerolomini, intitolata Basso 110 , dove 110 si riferisce al numero civico. Presso Basso 110 si trovano informazioni sugli artisti e si possono seguire il progresso del progetto.
Inaugurazione mercoledi 8 ottobre, 20 - 23
Basso 110
Piazza Gerolomini, Napoli
Orari: su appuntamento