Nel tentativo di svelare il non visto e l'ignoto, il progetto indaga la validita' e la pertinenza della nozione di scoperta. In mostra il lavoro di 6 artisti: ciascuno e' stato scelto sia per la sua pratica non convenzionale, sia per le questioni poste - benche' in maniera non intenzionale all'epoca - sul ruolo dell'artista e sulle condizioni che regolano la produzione delle opere. A cura di Adam Carr.
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A cura di Adam Carr
Artisti: Robert Allen, Mary Aurory, John Fare, Jacob Golden, Alfred
Johansen, Oscar Neuestern
Nel tentativo di svelare il non visto e l'ignoto, Out Of Sight si propone di
vedere se la nozione di scoperta può essere ancora ritenuta valida o
pertinente nel caso in cui si tratti di mostre e in particolare di artisti e
delle loro opere. Alla base della mostra, che presenta il lavoro di sei
artisti, per quanto questo possa apparire scontato, ci sono artisti non del
tutto ordinari. Ciascuno è stato scelto sia per la sua pratica non
convenzionale, sia per le questioni poste -benché in maniera non
intenzionale all'epoca- sul ruolo dell'artista e sulle condizioni che
regolano la produzione delle opere.
Arte e vita si intrecciano, ma cosa accade quando "scomparire" diviene un
progetto che coinvolge una vita intera? Cosa accade quando gli artisti
decidono di smettere di produrre o più semplicemente scompaiono senza
lasciare traccia? Possono gli artisti decidere di operare ai margini del
mondo dell'arte? Che succede se il loro lavoro li costringe a fare questo?
E' possibile che una novità risulti nuova pur appartenendo al passato?
Mentre gli artisti coinvolti offrono risposte a queste domande, e ben
funzionano come rappresentazioni delle loro stesse "case stories",
essenzialmente, i presupposti e le idee che riguardano quanto detto prima,
sono anche l'argomento e il punto di partenza del loro lavoro.
Alfred Johansen (1924 Danimarca) ha prodotto pochi lavori prima di
scomparire. Ha adottato lo spirito della performance e spostato l'approccio
concettuale per portare l'arte su altri livelli, con lavori che nessuno può
vedere. Il progetto di Mary Aurory (1959 Marocco, vive e lavora ad Anversa)
ha a che fare con artisti poco conosciuti, e al tempo stesso opta per il non
farsi notare. Quando John Fare (1936 Ontario, Canada) raggiungeva risultati
artistici, finiva per mettere in pericolo la sua stessa vita. Seppur
confermata da un certificato, la sua fine è, tuttavia, ancora avvolta dal
mistero. La carriera di Jacob Golden (1970 Germania, vive e lavora a Vienna)
ha a che fare con i furti; per lui ogni mostra è un rischio. Robert Allen
descrive il suo lavoro come: una sola opera, un solo gesto. Su un articolo
apparso su ARTnews nel 1969, Oscar Neuestern (1948 US) autorizzava ad
accedere al suo lavoro solo alla fine del secolo, il suo progetto era il
concetto di assoluto-la sua intera carriera è fondata sull'assenza.
Attualmente, laddove si può sostenere che la domanda eserciti una
considerabile pressione sulla biografia di un artista, sulla produzione,
così come sulla successiva esposizione ricezione dell'arte, Out Of Sight fa
vedere artisti che offrono una differente prospettiva. Il loro lavoro
amplifica le possibilità per un cambiamento, percorrendo territori
sconosciuti della produzione artistica ed evitando allo stesso tempo
sovrapproduzione e sovraesposizione. In questo modo sono esclusivi come un
vero e proprio capolavoro di vita.
Inaugurazione: 8 ottobre, h 19.00 - 22.00
T293
via Tribunali, 293 - Napoli
Orari: 12.00 - 19.00, martedì - sabato
Ingresso libero
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curated by Adam Carr
T293 is delighted to announce the exhibition Out Of Sight, curated by Adam
Carr.
Reveling in obscurity, the overlooked and the unknown, Out Of Sight sets out
to see if the notion of discovery is still viable or pertinent when
presenting exhibitions and in particular artists and their works. Presenting
the work of six artists, although as ordinary as this may seem, at the
essence of this exhibition, however, are artists not part of the
commonplace, alighting instead in the unfamiliar. Each has been chosen for
their individual, unorthodox practices, as well as questions they
pose-albeit at times unintentionally-on the role of the artist and the
conditions under which artwork is commonly produced.
Art and life is often intertwined, but what happens when disappearing
becomes a life long project? What happens when artists decide to stop
producing work or simply vanish without a trace? Can artists choose to
operate at the very fringes on the artworld? What happens if their work
forces them to do so? Newness being new while being old, is this achievable?
While the included artists offer answers to these questions, and while they
may well function as descriptions of their case stories, pivotally, the
conditions and ideas surrounding the above are also the subjects and
starting points of their work.
Alfred Johansen (b.1924 Denmark) produced very few pieces before later
disappearing. He took on the spirit of performance art and pushed a
conceptual approach to making art to new levels, in works of which no one
can ever see. Mary Aurory's (b.1959 Morocco, lives and works in Antwerp)
project is concerned with obscure, lesser-known artists while opting to not
be noticed at all. When John Fare (b. 1936 Ontario, Canada) pursued his
artistic goals, he in turn endangered his own life. Reinforced by regularly
exhibiting his own birth certificate, his end, however, is still shrouded in
mystery. Jacob Golden (b.1970 Leipzig, Germany, lives and works in Vienna)
has a career in producing art involving acts of theft; every exhibition is a
risk for him. Robert Allen (b. 1940 UK) describes his work as one: one work,
one act-one gesture. A feature of an ARTnews article in 1969, Oscar
Neuestern (b.1948 US) only allowed access to his work at the turn of
century, his project was the concept of the absolute-his entire career is
founded and built on absence.
Currently, where it could be argued that demand exerts a considerable force
on the biography of an artist, the production of art, as well as its
subsequent exhibition and reception, Out Of Sight presents artists who offer
a different outlook. Their work amplifies the possibility of and for change,
marking uncharted territories of art production and avoiding as well a sense
of over production or exposure. They remain elusive as if it were a
masterpiece-choreographing life itself.
Opening reception: October 8th, 19.00 - 22.00
T293
via Tribunali, 293 - Napoli
Opening hours: 12.00 - 19.00
Free admission