La mostra, supportata dall'Istituto Italiano di Cultura di Helsinki, è curata da da Urlich Haas Pursianeen
La mostra, supportata dall'Istituto Italiano di Cultura di Helsinki, è curata da
da Urlich Haas Pursianeen.
Da quattro anni la mia attenzione è rivolta ad indagare la condizione o i
mutamenti della società contemporanea. In particolare alla classe media
italiana. Esaminare i comportamenti e le abitudini della classe media mi ha
aiutato, oltre che a capire me stesso, a comprendere un mondo dove le regole che
lo governano e i confini che lo circoscrivono diventano tangibili solo nel
momento in cui gli si rivolge una particolare attenzione, un particolare
interesse.
Ho il desiderio di tradurre sulla pellicola la mia immaginazione. Per questo
motivo le immagini che faccio sono costruite, come in una scena teatrale o di un
film, cercando di combinare l'osservazione e l'intervento e cercando di
attribuire ad una singola fotografia una propria ed autonoma narrazione.
Per questi motivi concepisco e costruisco il mio progetto seguendo l'ottica
della struttura del libro dove la narrazione e la sequenza sono più tangibili e
significanti: immagini con una narrazione propria e, allo stesso tempo, parte di
una sequenza qui intesa come un "decoupage" di immagini statiche e
rappresentative della realtà .
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Storicamente quando la borghesia iniziò ad avere la cosapevolezza della sua
forza portava avanti valori come quello della proprietà e di un certo
regime di ordine e servì ad escludere l'aristocrazia. La classe media
contemporanea non ha cancellato queste tematiche ma più che professarle le
rappresenta nel suo modus vivendi mediante comportamenti standardizzati e
normalizzati che hanno il fine di stabilire norme culturali di aggregazione.
Tali norme sono strutturate, anche perché indotte o imposte dall'esterno,
secondo logiche estranee alla più intima idea che l'individuo ha del proprio sé.
Come trarre un senso dalla vita umana?, come parteciparvi? Sono gli
interrogativi che mi guidano nel realizzare questo lavoro.
Per questi motivi queste immagini toccano la sfera di intimità dell'individuo e
vogliono tendere ad individuare il conflitto della ricerca del proprio essere,
del proprio ruolo nella vita. Questo conflitto si esplica, per quanto riguarda
il mio ambito di ricerca, in termini di misura ed equilibrio e non di
trasgressione o di eccesso perché ritengo, generalizzando il concetto, che è
nell'ambiente della classe media dove è maggiore l'inconsapevolezza di taluni
gesti e decisioni.
Quando arrivo nelle case delle persone ritratte mi fermo ad osservare i
soggetti, i loro movimenti e li pongo in relazione sia alle altre persone che
agli oggetti e all'ambiente in cui vivono. Mi interessa la persona, la persona
intesa come rappresentante di una società , persona come oggetto e soggetto di
una personalità propria ed indotta, persona come anima e sentimenti, persona
come individuo nella quotidianità .
Quello che voglio raccontare con semplicità e sincerità , senza caricature,
luoghi comuni o immagini decadenti, sono le persone nel loro essere, i loro
legami, la loro storia o la loro situazione attuale in uno spazio in cui si
sentono a proprio agio.
Ho attribuito alle relazioni fra i soggetti e fra questi ultimi e gli oggetti
emozioni e significati e quando tutto è secondo me giusto (e significante)
chiedo di verificare piccoli atteggiamenti, di compiere alcuni gesti e restare
fermi per tutta la durata dello scatto, Ho individuato in questo immobilismo il
significato di una rappresentazione della vita: Il paradosso di catturare la
vita in un immagine già ferma è il mio mezzo per stabilire una equazione tra
vita reale, rappresentata e immagine.
Sono convinto che la fotografia sia uno dei mezzi più efficaci per lo studio dei
linguaggi e della comunicazione in genere, in primo luogo perché essa stessa si
esprime con simboli, mediante relazioni di sistemi e significanti, espressioni
ed impressioni di colori o tonalità ed in secondo luogo perché lo studio delle
relazioni e dei significati pone in essere degli aspetti che studiano i segni
della vita sociale, o meglio, della psicologia sociale
Giorgio Barrera
Studio: 50131 - Firenze - Viale dei Mille 88
telefono e fax 055.58.26.87