Amerigo Tot
Sandor Retfalvi
Pasquale Santoro
Nini Santoro
Giovanna Martinelli
Gergely Meszaros
Pal Nemeth
Jozsef Palotas
Tibor Varga
Zsuzsanna Tamuly
Balazs Veres
Marta Kramli
Judit Tomcsik
Marta Kovalovszky
Pal Nemeth
Cento meno uno. Nella citta' ungherese di Pecs, e' presentata una scultura monumentale che e' stata creata da un gruppo di 11 artisti. A Roma l'Associazione La Fonderia presenta 11 sculture individuali, ognuna delle quali e' lo sviluppo di alcuni elementi dell'opera ispirata a Tot. Ogni artista ha utilizzato un particolare della grande scultura per realizzare un'opera indipendente.
Opere di Sándor Rétfalvi, Pasquale Nini Santoro, giovanna Martinelli, Gergely Mészáros, Pál Németh, József Palotás, Tibor Varga, Zsuzsanna Támuly, Balázs Veres, Márta Krámli, Judit Tomcsik.
A cura di Márta Kovalovszky e Pál Németh.
L’Associazione "La Fonderia" di Pécs il 14 ottobre 2008 alle ore 20.00 all’Accademia d’Ungheria in Roma inaugura una mostra in omaggio ad Amerigo Tot intitolata "Cento meno uno".
Contemporaneamente, nella città ungherese di Pécs, sarà presentata una scultura monumentale intitolata "Omaggio ad Amerigo Tot, Cento". Quest’opera è stata offerta alla città di Roma per celebrare il centenario della nascita dell’artista che cadrà il 27 settembre 2009.
Le due manifestazioni sono strettamente collegate. A Roma si potrà vedere l’inizio e l’evoluzione di un lavoro durato circa un’anno mentre a Pécs l’opera che consideriamo la principale dell’intero progetto.
La scultura che sarà esposta a Pécs è stata creata da un gruppo di 11 artisti e si riferisce chiaramente all’opera Gemelli spaziali di Amerigo Tot e sia i tratti stilistici che la modalità di costruzione delle forme richiamano il lavoro dell’artista. Il punto di partenza della scultura è una struttura in accaio, che non è altro che il disegno tridimensionale dell’opera menzionata di Tot. Gli artisti hanno usato questa struttura in due modi: da un lato come un’intelaiatura alla quale si può aggiungere, che si può ricoprire o alla quale si può reagire, etc., dall’altro come una traccia che suggerisce il movimento spaziale dell’opera nascente.
Il metodo di lavoro scelto non è sconosciuto nelle belle arti o nella letteratura e molti autori hanno preso spunto da lavori di artisti precedenti, elaborando con un linguaggio nuovo un lavoro esistente. Nella scultura questo metodo è raro, ma agli scultori dell’Associazione La Fonderia è sembrata una strada percorribile, la cui direzione era determinata dalla struttura della scultura originale. Il lavoro di undici scultori su un’unica composizione di grandi dimensioni non è un’impresa senza rischi, soprattutto quando durante la creazione bisogna tenere in considerazione anche il dodicesimo: Amerigo Tot.
Alla mostra di Roma l’Associazione La Fonderia presenta undici sculture individuali, ognuna delle quali è lo sviluppo di alcuni elementi dell’opera centrale in funzione dello stile personale dell’artista. Questo in pratica significa che ogni artista ha utilizzato un particolare della grande scultura per realizzare un’opera indipendente. Con questo non solo abbiamo dimostrato che "l’arte si costruisce dell’arte", ma abbiamo anche offerto un’opportunità emozionante, un gioco per lo spettatore che potrà scoprire quali variazioni ed evoluzioni ha avuto ogni singola opera.
La struttura in acciaio esposta a Roma non è solo il punto di partenza di questo progetto ma è parte fondamentale dell’installazione video di József Bodonyi. Essa mostra le varie fasi di tutto il processo di lavorazione pur non essendo un documentario sulla nascita della scultura, bensì è un’opera autonoma che consiste nella proiezione contemporanea di tre film in sintonia tra loro.
Immagine: Amerigo Tot, Kiállítás
Inaugurazione 14 ottobre, ore 20
Accademia d'Ungheria
via Giulia, 1 (Palazzo Falconieri) Roma