Visioni interiori. Da oltre 35 anni Viola crea videotapes, video installazioni, ambienti sonori e performances di immagini e musica elettronica. Alla base della sue opere la rappresentazione di stati emotivi complessi e un groviglio inestricabile di interrogativi senza tempo che riguardano temi come la mortalita', l'amore, la sensibilita' e la coscienza. La mostra, organizzata in collaborazione con Claudia Zevi & Partners e curata da Kira Perov, ospita un'ampia selezione di lavori, la piu' completa mai realizzata in Europa.
A cura di Kira Perov
Bill Viola è internazionalmente riconosciuto come uno dei maggiori artisti contemporanei. La sua opera è stata di fondamentale importanza per la consacrazione della video arte come forma massimamente vitale all’interno del panorama dell’arte contemporanea e ha contribuito in maniera significativa al suo sviluppo in termini di tecnologia adottata e contenuti.
La rappresentazione di stati emotivi complessi e un groviglio inestricabile di interrogativi senza tempo che riguardano temi come la mortalità, l’amore, la sensibilità e la coscienza sono da sempre alla base della sua arte. Dalle sue composizioni emerge nitido il mondo invisibile dei sentimenti che l’artista riesce ad esprimere in modo sorprendentemente efficace. La formidabile attrazione che i film e le videoinstallazioni di Viola esercitano sui visitatori delle sue mostre, che trascende completamente culture e mode, si può spiegare proprio con il fatto che ognuno è in grado di riconoscersi. Viola ci mette dunque sotto gli occhi stati d’animo che conosciamo bene, perché quotidianamente li viviamo e li osserviamo.
Bill Viola adopera il video per esplorare il fenomeno della percezione attraverso i sensi come strada maestra per la conoscenza di se stessi. Il suo lavoro si concentra sulle universali esperienze dell’uomo (la nascita, la morte, i vari processi di presa di coscienza e conoscenza) e ha le sue radici nell’arte occidentale e orientale così come nelle diverse tradizioni spirituali, dal buddismo zen, al sufismo islamico, passando per il misticismo cristiano.
Come ha detto il regista teatrale Peter Sellars, suo complice nella messinscena di una produzione dell’opera wagneriana Tristano e Isotta: “Le opere di Bill Viola sono quadri, incorniciati e in movimento, oggetti preziosi che sono allo stesso tempo finestre aperte su un’altra realtà e superfici minutamente descritte, con i loro equilibri compositivi. Proprio come i dipinti”.
Da oltre 35 anni, Bill Viola crea videotapes, video installazioni, ambienti sonori e performances di video e musica elettronica. Le installazioni di Bill Viola – ambienti immaginati per immergere totalmente il visitatore nell’immagine e nel suono – utilizzano sempre tecnologie innovative e si distinguono per la loro precisione e assoluta semplicità. Le opere di Bill Viola sono ospitate in musei e gallerie di tutto il mondo e fanno parte di prestigiose collezioni.
Basti ricordare che nel 2001, Quintet of remembrance, che Viola aveva esposto alla Biennale di Venezia entrò nella collezione del Metropolitan, il prestigioso museo newyorkese che, fino al quel momento, non aveva mai mostrato alcun interesse per la videoarte. Il Met ha esposto ha lungo quest’opera accanto ai capolavori dei grandi maestri della pittura antica. E non a torto, dal momento che, se le sue immagini continuano ad affondare le radici nella vita dell’uomo, Viola si è ispirato anche ai capolavori dell’arte tardomedievale e rinascimentale, con qualche puntata fino all’Ottocento, reinterpretando con gli occhi della contemporaneità i quadri di Giotto, Mantegna e Luca Signorelli, poi quelli di Dürer, Bosch e Tiziano, per rendere omaggio, infine, a Caravaggio, Friedrich e Goya.
La svolta ha avuto inizio nel 1995 con The Greeting, una delle composizioni presentate alla Biennale di Venezia di quell’anno e presente in mostra. L’opera, che cita apertamente una Visitazione in cui il Pontormo ha rappresentato l’incontro con la Vergine Maria incinta e Elisabetta, alla presenza di due figure attempate che guardano verso lo spettatore con una fissità ipnotica, ha inaugurato una serie di lavori che saranno presenti in mostra. La scena rappresentata, della durata di appena quaranta secondi , è stata girata in 35 mm alla velocità di 300 fotogrammi al secondo, oltre dodici volte più rapida quindi degli abituali 24 film proiettati nelle sale cinematografiche, ma il tempo della proiezione è stato dilatato fino a raggiungere i dieci minuti. L’espressione dei volti cambia così gradualmente da permetterci di osservare e valutare ogni minima sfumatura delle sensazioni che stanno vivendo.
Sensazioni che nella vita reale come nel film, se fosse proiettato alla velocità di ripresa, sarebbe impossibile percepire.
The Greeting ha aperto una nuova strada espressiva nella produzione di Viola e ha cambiato in modo radicale la natura del suo lavoro.
La mostra, organizzata in collaborazione con Claudia Zevi & Partners e curata da Kira Perov, ospiterà un’ampia selezione delle opere di Bill Viola, la più completa mai realizzata in Europa.
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