Galleria Bolzani
Milano
c.so Matteotti, 20
02 781026 FAX 02 783036
WEB
Giovanni Malesci 1884-1969
dal 3/11/2008 al 15/11/2008
mart-sab 10.30-13 e 16-19, dom 16-19

Segnalato da

Studio de Angelis



approfondimenti

Giovanni Malesci



 
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3/11/2008

Giovanni Malesci 1884-1969

Galleria Bolzani, Milano

La Galleria rende omaggio alla figura artistica e umana di Malesci, allievo di Giovanni Fattori, con una delle piu' importanti retrospettive ad oggi mai realizzate. La mostra rappresenta anche la storia della pittura italiana a Milano, il cui ambiente culturale fu da sempre ricettivo e attento alle diverse espressioni artistiche, soprattutto pittoriche. A cura di Roberto Mottadelli.


comunicato stampa

a cura di Roberto Mottadelli

La Galleria Bolzani di Milano torna a rendere omaggio alla figura artistica e umana di Giovanni Malesci, allievo di Giovanni Fattori, con una delle più importanti retrospettive ad oggi mai realizzate curata da Roberto Mottadelli.
La mostra, che si svolge a un anno esatto di distanza dalla personale dedicata a Giuseppe Comparini, che prese proprio Fattori e Malesci a riferimento della sua opera, è anche la storia della pittura italiana a Milano, il cui ambiente culturale fu da sempre ricettivo e attento alle diverse espressioni artistiche, soprattutto pittoriche.

L’opera di Malesci gioca tutta sui rapporti cromatici, non senza un’attenzione al disegno, diventa l’espressione dei sereni sentimenti quotidiani, anche quando li deve strappare al sangue e alle follie della guerra. In tutte le tematiche affrontate, dai paesaggi ai ritratti, la sua pittura rimane composta, nel rispetto del vero, ma non senza indagare, soprattutto nei ritratti e nei soggetti militari, una dimensione psicologica.

In mostra oltre ottanta opere dell’artista, a toccare tutte le tematiche (animali, paesaggi animati e marine, ritratti e ritratti militari) intorno alle quali Giovanni Malesci ha sempre lavorato. Innanzitutto gli Animali, soggetti immancabili nella pittura toscana tra Ottocento e Novecento: fra i quadri in esposizione spicca il “Bue sdraiato”, soggetto emblema della civiltà rurale, che in Malesci impone la sua potenza, la sua forza, a condividere le fatiche del lavoro contadino, il tutto reso con una pennellata dinamica, in cui alla tradizione macchiaiola si mescolano tratti della lezione postimpressionistica. I Paesaggi, particolarmente amati da Malesci e che meglio evidenziano le linee lungo le quali maturò il suo stile, come nel dipinto “Antignano” in cui i colori scelti parlano del sole e della calura estiva e dove la decisione di utilizzare una tela orizzontale rende meglio l’idea delle raffiche di libeccio. Infine i Ritratti, che per Malesci come per Fattori dovevano essere un documento di verità. Quadri come “Giovane donna toscana” sono la limpida volontà di trovare un punto d’incontro tra la verità fisica del soggetto immortalato e un’efficace resa della sua dimensione psicologica. La materia pittorica è stesa in velature sottilissime, che non tentano nemmeno di cancellare le venature della tavola. È un’apparizione delicata, magica, giocata su pochissimi colori, dove il gioco di luci e ombre si fa particolarmente intenso in corrispondenza degli occhi, vero fulcro della composizione.

Nato il 13 settembre 1884 a Vespignano, uno dei borghi che compongono il comune di Vicchio, nel Mugello, e scomparso nel 1969 alla vigilia del suo ottantacinquesimo compleanno, Giovanni Malesci è stato artista importante del movimento dei macchiaioli (termine usato per la prima volta in senso dispregiativo sulle pagine della “Gazzetta del Popolo” a definire quei pittori che intorno al 1855 avevano operato un antiaccademismo pittorico in senso verista).

Artista-artigiano - lavorò presso la bottega di carta gestita dai parenti fiorentini - Malesci cominciò presto a dedicare ogni momento libero al disegno, sua vera passione. I suoi schizzi, incredibilmente freschi e precisi, colpirono prima il pittore fiorentino Raffaello Sorbi (1844-1931), che tentò invano di convincere i genitori a iscrivere il giovane Malesci all’Accademia, quindi, quattro anni più tardi, la sua arte non lasciò indifferente Giovanni Fattori (1825-1908), che decise di accoglierlo nel suo studio a titolo gratuito.
Tra i due artisti nacque da subito una stima reciproca, che divenne nel corso di pochi anni un’amicizia profonda che si consolidò e venne sottolineata proprio alla morte di Fattori, che decise di lasciare il suo giovane allievo unico erede universale.
Da allora Giovanni Malesci si impegnò a conservare l’opera del suo grande maestro e a rispettarne le volontà, lavorando per promuoverne la memoria presso la critica e l’opinione pubblica, contribuendo così in modo sostanziale alla sua rivalutazione.

La prima mostra di Giovanni Malesci si tenne nel 1904 presso la Società delle Belle Arti di Firenze ottenendo un discreto successo. Ma la crescita artistica di Malesci ebbe una svolta decisiva con gli anni della Prima guerra mondiale che lo segnarono profondamente, nonostante venne arruolato come Soldato semplice automobilista e visse la guerra in seconda linea, accanto al generale d’artiglieria Enrico Caviglia, appassionato di arte, che gli diede il permesso di dipingere mentre era in servizio. Nacquero così tra il 1917 e il 1918 alcune delle sue opere più belle, quadri e disegni in genere di piccole dimensioni, date le condizioni nelle quali furono realizzati. Lavori privi di retorica, di esaltazione patriottica, ma semplici richiami alla vita.

Negli anni successivi alla fine del conflitto, Malesci prese parte a numerosi eventi artistici di notevole rilievo: tra gli altri, la prima Biennale romana (1921), la Primaverile di Firenze (1922) e i concorsi Stibbert e Ussi (1924, entrambi a Firenze). Nel 1927 decise di confrontarsi con una realtà più ampia e meno provinciale di quella fiorentina e si trasferì a Milano, dove un anno prima le sue opere, esposte insieme a quelle di Ruggero Focardi alla Galleria L’Esame, avevano ottenuto un buon successo di pubblico e di stampa.
Nel 1929 una personale alla Galleria Micheli ebbe l’onore di essere presentata da Carlo Carrà, che già aveva dedicato a Malesci parole d’elogio. Sempre nel capoluogo lombardo, il pittore avrebbe avuto la sua consacrazione nel 1949, con un’importante mostra alla Galleria Bolzani e con la pubblicazione della prima monografia a lui dedicata, curata da Giorgio Nicodemi.

Decisivi sotto il profilo artistico i numerosi viaggi che portarono Giovanni Malesci sulle coste della Campania e poi in Bretagna, Normandia, Belgio e Paesi Bassi: alla costante ricerca di nuovi tipi di paesaggio e di diverse condizioni di luce, ampliò il suo lessico di pittore studiando i cieli e i profili di luoghi assai diversi tanto dalle colline del Mugello e dalla riviera versiliana, quanto dalle Alpi e dalla Pianura Padana.

Inaugurazione martedì 4 novembre 2008, ore 18.00

Galleria Bolzani
C.so Matteotti 20, Milano
Orari da martedì a sabato 10.30-13.00 e 16-19
domenica dalle 16 alle 19 -Lunedì chiuso
Ingresso Libero

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