Volume!
Roma
via San Francesco di Sales, 86/88
06 6892431 FAX 06 6892431
WEB
Enzo Cucchi
dal 29/10/2008 al 29/11/2008

Segnalato da

Marilena Borriello




 
calendario eventi  :: 




29/10/2008

Enzo Cucchi

Volume!, Roma

Le donne sono entrate nell'arte, andiamo dall'altra parte. L'intervento si presenta non solo come operazione estetica specificatamente immaginata per e sul luogo, ma anche come gesto caricato di intenti politici, e riassume un esaustivo tracciato delle direzioni d'indagine che Cucchi ha sviluppato negli anni, permettendo di apprezzare la sorprendente varieta' e ricchezza iconografica della sua opera.


comunicato stampa

A cura di Angelo Capasso ed Emanuela Nobile Mino

Il 30 ottobre la Fondazione Volume! presenta il lavoro che Enzo Cucchi ha espressamente concepito per lo spazio di Via San Francesco di Sales. L’intervento riassume in sé un esaustivo tracciato delle direzioni d’indagine che Cucchi ha sviluppato negli anni - dal suo debutto ufficiale nell’ambito artistico internazionale fino ad oggi – permettendo di apprezzare la sorprendente varietà e ricchezza iconografica della sua opera che, ad una rivisitazione in chiave contemporanea della figurazione accosta, da sempre, un'attenta meditazione sulle esperienze delle avanguardie storiche.

L’intervento progettato per la Fondazione Volume! si presenta non solo come operazione estetica specificatamente immaginata per e sul luogo, ma anche come gesto caricato di intenti politici. L’idea è quella di far sì che l’opera scenda in strada, interagisca concretamente con la realtà circostante e amplifichi il suo contesto specifico (lo spazio espositivo) al di fuori del perimetro deputato connettendosi agli edifici adiacenti – in primis con la dirimpettaia “Casa delle Donne” – tentando non solo di attivare un dialogo con il contesto culturale e topografico dell’area, ma di riaccendere uno scambio dialettico attorno ad argomentazioni di stampo socio-politico (ruoli, poteri, strategie, classificazioni, pregiudizi), per cercare di decodificarne i codici attraverso un approccio intellettuale.
L’intervento si arricchisce della straordinarietà di una “manovra” inedita che Cucchi ha visualizzato come parte integrante del progetto immaginando di attribuire mobilità al proprio lavoro dotandolo di una reale funzionalità.

La grande anta (la cui foggia richiama l’immagine di una casa vista in prospettiva, iconografia che spesso ricorre nelle opere pittoriche di Cucchi) apposta in corrispondenza dell’ingresso della Fondazione, potrà alternativamente aprirsi sulla strada, arrivando ad impedirne temporaneamente la percorribilità ancorandosi all’edificio antistante, e chiudersi, sbarrando l’accesso allo spazio espositivo. La forza visionaria dell’immaginario di Cucchi si materializza in una mastodontica macchina da festa che, oltre a mettere in atto un collegamento concreto tra il luogo dell’arte e l’ambito urbanistico, rimanda, idealmente, all’usanza barocca di utilizzare la strada come luogo di celebrazione collettiva che prevedeva e favoriva la partecipazione attiva della popolazione nel rituale di mobilitazione di sculture sceniche e macchinose concepite appositamente per eventi cerimoniali o commemorativi, sia religiosi che politici. L’anta trascina con se sulla strada una delle trasposizioni più autentiche ed intriganti del segno simbolico di Cucchi: la scultura in bronzo, declinata in forma di “idoli” che, a mo’ di borchiatura, contrassegnano il perimetro dell’opera come frammenti di rappresentazioni autonome e autosufficienti.

Il bronzo – per il modo aspro con cui il segno in questo si afferma - è la materia il modo più congruo a tradurre in forma tridimensionale certe prerogative espressive che Cucchi solitamente mette in atto nel disegno. Le due diverse modalità tecniche sembrano, infatti, allo stesso modo, da un lato assecondare la libertà indisciplinata del suo segno grafico - che domina se stesso auto censurandosi nel vuoto dei pertugi viziosi delle fenditure del bronzo come nella profusione ossessiva del tratto sulla carta - dall’altro, assolvere la necessità che questo ha di “riposare”, che soddisfa indistintamente annidandosi nel buio delle cesellature della materia, come implodendo nel nero degli strati inchiostrati nel disegno.

Per la mostra a Volume! l’artista ha ideato un catalogo-oggetto, prodotto in edizione limitata: un nastro lungo 5 mt che riporta su un lato lo slogan che dà il titolo alla mostra, sull’altro la riproduzione di alcuni degli idoli bronzei.



Enzo Cucchi
Morro d’Alba (Ancona) 1949. Vive e lavora tra Roma ed Ancona.

Considerato l’artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Enzo Cucchi diviene, a partire dagli anni Ottanta, artista di fama internazionale. Già dalla fine degli anni Settanta l’artista, trasferitosi a Roma e abbandonata momentaneamente la poesia per dedicarsi quasi esclusivamente alle arti visive, entra in contatto con gli artisti Francesco Clemente e Sandro Chia, con i quali instaurerà uno scambio dialettico ed intellettuale.

La pittura è per Enzo Cucchi mezzo di aggregazione di più forme, di più concetti, di più materiali, si avvale dell’espressione invasiva del gesto, attraverso il quale la tela assurge a ricettacolo di immagini e pensieri, veicoli di un discorso frastagliato in mille sospensioni. La presenza di simboli disparati, di matrice classica o onirica, strappati all’attualità o alla memoria, si sovrappongono e dialogano sul tessuto cromatico da cui sembrano, in concomitanza, emergere. La perdita delle coordinate spazio temporali e l’incursione continua nel territorio culturale e in quello delle emozioni, coincidono con un indisciplinato uso dei colori, addensati, poi stirati, violenti, poi accennati, e con una sperimentazione ad ampio raggio delle tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, al mosaico, al bronzo. L’interesse per l’interazione tra arti e discipline diverse ha portato, infatti, l’artista a muoversi in ambiti diversi (dalle arti visive all’architettura, al design, alla moda), e a cogliere l’importanza e la fertilità di alcuni incontri. E' da tali intuizioni che nascono le collaborazioni con Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass per l’ideazione di progetti editoriali (I Disuguali, progetto di Cucchi e Sottsass dell'edizione periodica di tavolette in ceramica), la realizzazione di opere a quattro mani e la condivisione di esperienze espositive.

Negli ultimi anni, ben quattro opere permanenti sono state appositamente realizzate dall’artista per quattro diverse città: il mosaico per il Museum of Art di Tel Aviv, la ceramica monumentale per l’Ala Mazzoniana della Stazione Termini a Roma, i due lavori in ceramica per la Stazione Salvador Rosa, progettata da Mendini, nella metropolitana di Napoli e il mosaico per l’aula delle udienze del nuovo Palazzo di Giustizia di Pescara. Lavori che dimostrano come l’attualità di un linguaggio fondato sul cortocircuito tra forza narrativa del segno e seduzione formale della materia, possa rapportarsi con la complessità dello spazio urbano e con i singoli contesti culturali con i quali questo entra in comunicazione.

Tra i lavori significativi in questo senso vanno inoltre citati gli affreschi della Cappella di Monte Tamaro, vicino a Lugano, progettata dall’architetto Mario Botta (1992 - 1994) e l’ideazione del sipario del teatro La Fenice di Senigallia (1996).
Enzo Cucchi ha realizzato numerose mostre personali, e ha preso parte a mostre collettive, nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli, Rivoli (To), il Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Il Musèe d’art modern di Saint-Etienne Metropole. Ha partecipato inoltre alle rassegne d’arte contemporanea più significative a livello internazionale tra cui La Biennale Internazionale d’arte di Venezia, Documenta a Kassel, la Quadriennale d’Arte di Roma. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali. Nel 2007 il Museo Correr di Venezia ha celebrato l’opera di Enzo Cucchi dedicandogli una mostra monografica inauguratasi in concomitanza con l’apertura della 52a Biennale Internazionale d’arte.
L’archivio ufficiale di Enzo Cucchi è consultabile presso il Castello di Rivoli - Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli (To).

Nella sede degli uffici della Fondazione Volume!, in via
dell'Anima 15, sarà  esposta un'opera dell'artista e alcuni
scatti fotografici di Andrea Malizia che ritraggono
particolari del lavoro di Enzo Cucchi.

Immagine: Enzo Cucchi, foto di Andrea Malizia

Inaugurazione 30 ottobre 2008

Fondazione Volume!
Roma, Via San Francesco di Sales, 86| 88
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [67]
Stefano Cerio
dal 22/9/2015 al 3/11/2015

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