Opere su carta. A cura di Nathalie Vernizzi, la mostra presenta una collezione privata eccezionale di 151 disegni, che documentano tutte le tappe dell'itinerario artistico di Magnelli, dal 1914 al 1971, e che testimoniano dell'ampiezza delle sue sperimentazioni tecniche e artistiche.
Opere su carta
Il 28 febbraio 2002, presso la Galleria d'Arte Moderna di
Milano nella Villa Reale di Via Palestro, si inaugura una
mostra dedicata ad Alberto Magnelli (Firenze 1888 - Meudon
1971).
A cura di Nathalie Vernizzi, la mostra presenta una
collezione privata eccezionale di 151 disegni, che
documentano tutte le tappe dell'itinerario artistico di
Magnelli, dal 1914 al 1971, e che testimoniano dell'ampiezza
delle sue sperimentazioni tecniche e artistiche.
Nato a Firenze nel 1888, Alberto Magnelli ha una formazione
artistica profondamente segnata dalla cultura fiorentina e dai
maestri del Trecento e del Quattrocento che saranno per
tutta la sua vita un metro di riferimento. Nello stesso tempo
frequenta assiduamente gli ambienti futuristi e gravita
nell'orbita delle riviste "La Voce" e "Lacerba", dove incontra
Papini, Soffici, Marinetti, Boccioni, Carrà e il poeta Aldo
Palazzeschi. Se Magnelli rifiuta di aderire al movimento
futurista e prende le distanze da modi espressivi basati sulla
rottura e la provocazione, egli trae, tuttavia, sicuramente
grande beneficio dall'effervescenza culturale in cui si trova
immerso e assimila il linguaggio formale del Futurismo.
Tramite i futuristi Magnelli è, sin dal 1914, in contatto con gli
ambienti dell'avanguardia internazionale. Diventa, così, amico
intimo di Apollinaire, Max Jacob, Picasso, Léger, Arp,
Kandinsky. Il trasferimento definitivo dell'artista a Parigi, nel
1931, lo allontana dagli ambienti culturali italiani e
compromette la diffusione del suo lavoro nel nostro paese.
L'artista soffre per tutta la vita per questo rapporto mancato
con il suo paese d'origine e percepisce con amarezza
l'indifferenza dei suoi compatrioti, poiché, anche quando
ottiene un riconoscimento internazionale, si sente sempre e
prima di tutto un pittore fiorentino. La sua arte risolve
felicemente il difficile connubio tra definizione della forma e
irraggiamento del colore, sempre tesa a raggiungere un
punto d'equilibrio perfetto tra tradizione e modernità .
La mostra si articola in quattro sezioni:
1) Anni Dieci, anni degli esordi e dell'affermazione del suo
talento, segnati da una riflessione dell'artista sul lavoro di
Matisse e dei futuristi, anni di grande creatività durante i
quali Magnelli affronta tutti i temi tradizionali: personaggi,
nudi, paesaggi, nature morte;
2) Anni Venti: in questo decennio l'artista sviluppa quello
che chiama un realismo immaginario rappresentando la vita
quotidiana dei contadini toscani;
3) la terza sezione è dedicata alle Pietre, masse pesanti
trattate come volumi leggeri in sospensione nello spazio,
tema che lo porterà nel 1935 verso l'astrattismo;
4) la quarta ed ultima sezione documenta appunto
l'Astrattismo, che Magnelli non abbandonerà più. Le opere
di questo periodo possono essere considerate come la
sintesi di tutte le sue ricerche, il punto d'arrivo delle sue
riflessioni estetiche: l'artista mette in campo una geometria
inventata con forme madri a partire dalle quali crea un
vocabolario formale del tutto originale. I due elementi
apparentemente contraddittori presenti nell'arte di Magnelli,
la tradizione classica toscana e l'avanguardismo futurista, si
rivelano in realtà complementari nel suo percorso artistico.
Tra tutte le tecniche sperimentate quella privilegiata rimane
per Magnelli proprio la matita su carta, ed essendo il disegno
una tappa determinante del processo creativo dell'artista, il
momento in cui organizza le sue idee in un linguaggio
formale, la collezione, oggetto della mostra, risulta ancora
più preziosa in quanto ci permette di ricostituire la logica
intuitiva dell'artista e di seguirlo passo dopo passo lungo il
suo itinerario artistico.
L'esempio della scultura africana costituisce un'altra
componente importante dell'arte di Magnelli. Accorto
collezionista, egli costituisce, sin dagli anni dieci, una
collezione di sculture di altissima qualità e molti disegni
presenti in mostra illustrano quanto avesse interiorizzato le
soluzioni formali dell'arte africana.
Il catalogo è edito dalla casa editrice Libri Scheiwiller.
Galleria d'Arte Moderna
Villa Reale di Via Palestro 16, Milano