Teatro Nuovo Giovanni da Udine
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Gli Ultimi
dal 3/3/2002 al 4/3/2002

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3/3/2002

Gli Ultimi

Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Udine

Un uomo di teatro, intellettuale della sinistra, Vito Pandolfi, e un sacerdote-poeta, David Maria Turoldo nel 1962, sfidando ogni regola, si unirono in un’impresa assolutamente unica: produrre, scrivere e realizzare un film in Friuli e sul Friuli. Il film riceve apprezzamenti da Pasolini, Ungaretti, Zavattini.. Perduto e dimenticato per oltre trent’anni, ora "Gli Ultimi", e' salvato e restaurato. Alle 20.30 anteprima assoluta della copia restaurata.


comunicato stampa

Un uomo di teatro, intellettuale della sinistra, Vito Pandolfi, e un sacerdote-poeta, David Maria Turoldo nel 1962, sfidando ogni regola, si unirono in un’impresa assolutamente unica: produrre, scrivere e realizzare un film in Friuli e sul Friuli. Il film riceve apprezzamenti da Pasolini, Ungaretti, Zavattini.. Perduto e dimenticato per oltre trent’anni, ora "Gli Ultimi", è salvato e restaurato.

ANTEPRIMA ASSOLUTA DELLA COPIA RESTAURATA

"GLI ULTIMI" di Vito Pandolfi e David Maria Turoldo:
UN FILM PERDUTO E OGGI RITROVATO
UDINE, TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE
LUNEDI’ 4 MARZO ORE 20.30
e MILANO, SPAZIO OBERDAN, 10 MARZO

nel decennale della morte di Padre Davide, dal Friuli inizierà la nuova distribuzione del suo film a tutte le sale che ne faranno richiesta.

La ricchezza del cinema italiano, la sua complessa ed estrema vitalità consente ancora oggi delle rivalutazioni e delle scoperte. Gli ultimi girato nel 1962 da Vito Pandolfi - raffinata figura di studioso dello spettacolo, di intellettuale della sinistra - e, tratto da un bel racconto di vita vera scritto da Padre David Maria Turoldo, è un film da rileggere e da riscoprire nella sua povera e autentica bellezza. Pasolini ne parlava in termini di assoluta verità estetica, Ungaretti di schietta e alta poesia. E’ chiaro che l’esordio di Pandolfi (uomo di teatro, ex-resistente) nel mondo del cinema, non può essere confuso con quello di tanti altri cineasti dell’ultima ora. Appare come una scelta meditata, studiata e ragionata profondamente. Pandolfi mette in scena con assoluto rigore estetico l’assunto di Padre Davide raccontando l’infanzia del frate, racchiusa nello scritto Io non ero un fanciullo, con totale fedeltà. Il film narra la storia di un bambino povero, in un paesello pedemontano del Friuli negli anni Trenta (lo stesso che ha dato i natali a Turoldo: Coderno di Sedegliano). Checo - questo il nome del protagonista - scelto tra i veri orfanelli di Nomadelfia, è figlio di contadini affittuari e per la sua indigenza viene continuamente deriso dai suoi coetanei che lo paragonano agli spaventapasseri, quei fantocci disseminati nella campagna friulana qui rigorosamente ritratta d’inverno.

Lo spaventapasseri diventa il suo incubo più terrificante, più pauroso della fame, più agghiacciante del freddo o della misera o dell’opprimente condizione familiare che si rispecchia in una durezza di gesti e di sentimenti. Checo li sente talmente vicini che finirà per identificarsi con uno di loro fino quando, diventato adulto, nel finale del film, sarà in grado di distruggerli e affrontare con risolutezza e orgoglio la sua esistenza di povero ma ricco delle necessità della vita. Checo simbolicamente rappresenta il Friuli con la sua umanità dimenticata; un Friuli, terra isolata, povera e depressa che farà della propria miseria pasolinianamente non una vergogna ma un valore, una fonte di forza da imporre al resto del mondo.

Sono passati oramai dieci anni dalla morte di David Maria Turoldo (7 febbraio 1992), ma l’impegno a salvare Gli ultimi preso con Padre Davide nel lontano 1991 da CINEMAZERO DI PORDENONE, dalla CINETECA DEL FRIULI DI GEMONA e dal CENTRO ESPRESSIONI CINEMATOGRAFICHE (C.E.C.) di Udine, non è stato dimenticato. Padre Davide così scriveva nel 1991 alle tre istituzioni friulane: Grazie soprattutto per il lavoro che state facendo per recuperare Gli Ultimi: e vi prego di continuare a tenermi informato. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici - il doppiaggio, la colonna sonora - lascio ogni decisione a voi che siete degli esperti. Da parte mia, se tutto va in porto, vi chiederei solamente di fare avere anche a me una copia sana del mio film. Sono solo dispiaciuto di non poter partecipare al vostro lavoro come vorrei, ma sto lottando con questo male che non mi dà tregua.

Il film che sembrava perduto è ora stato ritrovato e sottoposto a una complessa e approfondita opera di restauro del negativo originale. Ci sono voluti dieci anni (per i trovare finanziamenti e risolvere le questioni legali). Grazie al sostegno della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone (CRUP), al Comune di Udine, alla Cineteca Nazionale - Scuola Nazionale di Cinema di Roma, Gli ultimi troverà una nuova vita. Primo esempio di cinema realizzato da professionisti in Friuli, Gli ultimi venne proiettato per la prima volta al Cinema Centrale di Udine il 31 gennaio del 1963. In Italia il film fu distribuito dalla Globe Film quella stessa casa che per prima nel nostro paese riuscì a portare nelle sale cinematografiche i film di Dreyer, di Tarkovskij.
Ma non ebbe fortuna.

Gli ultimi dopo quella storica serata udinese, circolò pochissimo in Italia (Milano, Napoli, Roma) e ben presto le poche copie esistenti in pellicola finirono per deteriorarsi. Fino ad ora, il film di Turoldo e Pandolfi era visibile soltanto in formato 16mm e in copie non in ottimo stato. Il suo recupero si è trasformato oggi in una doverosa azione di salvataggio che in questi anni ha impegnato il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, Cinemazero di Pordenone e La Cineteca del Friuli di Gemona. I tre enti cinematografici hanno agito in collaborazione con l’Associazione Turoldo, la regione Friuli-Venezia Giulia, il Comune di Udine e il prezioso appoggio della CRUP.

Nell’operazione di recupero - CHE SI CONCLUDERÀ CON LA PROIEZIONE IN ANTEPRIMA ASSOLUTA DELLA COPIA RESTAURATA AL TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE, LUNEDÌ 4 MARZO ALLE ORE 20.30 - l’appoggio di Carlo Feruglio, curatore fallimentare delle Grazie film (la società che Turoldo fondò nei primi anni Sessanta a Udine per produrre Gli ultimi), è stato fondamentale. Grazie a lui è stato possibile individuare a Roma (c/o Cinecittà) il negativo originale e avviare la fase del restauro e della ristampa. Il 4 marzo 2002 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, sarà dunque possibile vedere un film resuscitato in tutta la sua originaria bellezza. Ma non solo ricompariranno i bianchi e neri contrastati della campagna friulana d’ inverno scelti dal direttore della fotografia Armando Nannuzzi, ma sarà possibile vedere per la prima volta anche alcune scene mancanti nelle copie del film attualmente in circolazione ed il trailer originale. Il lavoro di rinascita del film permetterà così all’opera di Pandolfi e Padre Davide di entrare di diritto a far parte del patrimonio cinematografico italiano (dal Friuli ora inizierà una distribuzione capillare del film in tutte le sale che ne faranno richiesta). Il film restaurato sarà così a disposizione delle nuove generazioni di friulani e di italiani d’oggi e di domani e di ogni studente, o studioso, interessato a vedere sul grande schermo, finalmente nella maniera appropriata, quest’opera unica, testimonianza ineguagliabile del Friuli contadino ora scomparso. La serata di lunedì 4 marzo sarà realizzata con la collaborazione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e l’Associazione Forum d’Aquileia e rientra nel progetto David Maria Turoldo una voce dal Friuli. Alla serata parteciperanno i protagonisti del film, scelti allora da Pandolfi tra la popolazione friulana, e Vera e Leo Pescarolo, rispettivamente interprete nel ruolo della maestra e aiuto-regista.

All’appuntamento udinese ne seguirà uno tutto milanese. Nello Spazio Oberdan della Cineteca Italiana, domenica 10 marzo, si potrà vedere il film recuperato e arricchito delle scene inedite e del trailer d’epoca. La Milano di Turoldo, quella che per anni lo ascoltò tuonare in Duomo dal 1943 al 1953, potrà così riascoltare la sua inconfondibile voce. Nel film è Turoldo a doppiare il personaggio di Zuan, il padre del fanciullo. Gli ultimi non può certo essere inserito in un particolare filone cinematografico. L’interesse che suscita deriva da quel suo peculiare aspetto di opera singola, di evento irripetibile, estemporaneo, legato a un tempo determinato. Ma soprattutto unico e interessante fu il binomio che ne permise la realizzazione: quello tra due persone di diversa estrazione sociale e culturale, un poeta cattolico e un critico marxista entrambi impegnati a rappresentare attraverso il cinema, un mondo, quello contadino, che stava scomparendo, preso ad esempio di quella omologazione di cui ci parla Pasolini.

Ufficio stampa/C.E.C.
Sabrina Baracetti
Via Villalta 24, 33100 Udine
tel.0432/299545

Foto di Elio Ciol tratte dal set del film

Gli Ultimi

Henry Lombroso presenta: una produzione Le Grazie Film.
Soggetto: David M. Turoldo.
Sceneggiatura: Vito Pandolfi e David M. Turoldo.

Hanno collaborato :
Armando Nannuzzi: direttore della fotografia.
Giovanni Antinori, Masssimo Nannuzzi: assistenti operatori.
Giuseppe Ruzzolini, Alvaro Lanzoni : operatori alla macchina.
Leo Pescarolo: aiuto regista.
Marcello Ugolini: assistente alla regia.
Carmine de Benedittis: ispettore di produzione.
Bruno Vianello, Gino Persello: costruzioni e arredamento.
Oscar D'Arcangeli, Oscar di Santo: tecnici del suono.
Adolfo Fabrizi: recordista.
Mario Casamassima: collaboratore al trattamento.
Iolanda Benvenuti: montaggio.
Elsa Nardelli: assistente al montaggio.
Carlo Rustichelli: coordinatore musicale.
Sviluppo e stampa: Istituto Nazionale Luce.
Enzo Verzini, tecnico.
Dupont S2 negativo;
Registrazione suono e mezzi tecnici di Cinecittà;
Sergio Jacobis: direttore di produzione.
regia: Vito Pandolfi.

Teatro Nuovo Giovanni da Udine
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