Solo alla meta. Sculture lignee slanciate ed espressive, sculture colorate con evocazioni totemiche, pitture piatte e smaterializzate, lontane dal naturalismo.
Dopo avere letto le poesie di Giovanni Battista Pedrazzini ci si rende conto di non potere considerare separatamente la sua pittura e, per certi versi, la sua scultura, rientrando queste tre arti in un suo unico filone espressivo che si estrinseca, di volta in volta, attraverso le parole, i colori, le dimensioni plastiche.
La semplicità con cui egli articola le sue figure, antropomorfe, animalesche, architettoniche, fa della sua pittura una relazione sognata di elementi fantastici trattati a colori puri e vivaci. Le sue presentazioni colorano i pensieri evocativi di un mondo inventato, passano spesso dalla “visione incantata” al macabro, all’ironico, al tragico, al satirico, attraverso un’insensibile variazione di modelli stereotipati, quali sono i suoi uccelli, buoi, cani ed altri animali metamorfizzati.
I risvolti sottilmente ironici, per non dire sarcastici, della sua poetica, si manifestano attraverso elementi descrittivi tragicomici che si concludono poi, all’ultimo verso, in aspetti comuni del quotidiano. Da queste contrapposizioni tra serio e faceto nascono le sue opere più significative in poesia. A volte assistiamo ad un autentico parallelismo tra poesia e pittura quasi, non soddisfatto dell’estrinsecazione in parole e versi, G. B. Pedrazzini volesse anche illustrarci, a colori, il suo pensiero.
Un altro discorso si può fare per le sue sculture che si articolano essenzialmente in due modalità realizzative. Accanto a sculture lignee dal colore naturale, slanciate e molto espressive, realizzate in tempi diversi, egli ci propone sculture, sempre lignee, ma colorate, che utilizzano gli stessi colori primari applicati nella pittura e che manifestano evocazioni totemiche, molto semplificate, di una notevole sintesi formale.
Le sue figure pittoriche sono piatte, quasi smaterializzate, mancano completamente di qualsiasi esigenza prospettica e tutto è ribaltato in primo piano. Questa pittura timbrica ci allontana da ogni riferimento naturalistico, anche perché la stilizzazione, spesso geometrica, delle sue figure ci traspone in un mondo metafisico completamente inventato. Nella sua pittura non vi è ombra di sbavatura o di incertezza, e la sua triplice “passata” di colore fa sì che una luce esagerata emani dai suoi personaggi: è questo un segno di vitalità espressiva che si trasmette a noi con immediatezza stampandosi in modo indelebile nei nostri ricordi. Gli spazi pittorici che circondano le sue figure sono metafisici, in un’atmosfera piatta sospesa nel tempo. Osserviamo che animali ed uomini, pur entrando in rapporto dialettico tra loro, restano rigorosamente isolati.
La solitudine è un elemento dominante delle opere di G. B. Pedrazzini, quasi un risvolto artistico della sua biografia. Il suo è un grido disperato esasperato dal colore delle sue figure, ma alla fine un senso di calma ci prende, proprio come in certe sue poesie, in cui la semplicità espressiva tende a sdrammatizzare la drammaticità insita nelle parole.
Silvano Battistotti
Vernissage ore 19.00
ArteGioia107
Via Melchiorre Gioia, 107 - Milano
Ingresso libero