La mostra consiste in una ventina di fotografie di grande formato e indaga su un aspetto importante del lavoro dell'artista norvegese, le cosi' dette Chambres d'huile: scatti di installazioni realizzate in ambienti accuratamente scelti da Barclay e allagati con liquidi come olio, acqua, sangue e vino. L'artista sceglie luoghi molto differenti tra loro, per stile architettonico per funzione ma tutti spazi che lo hanno attratto per il loro fascino. Tra i lavori esposti anche tre immagini della Fondazione ottenute durante il restauro dell'edificio.
Dal 29 novembre 2008 all’11 gennaio 2009 in contemporanea all’esposizione Matthew Barney. Mitologie Contemporanee la Fondazione Merz presenta una mostra personale dedicata all’artista norvegese Per Barclay.
La mostra consiste in una ventina di fotografie di grande formato e indaga su un aspetto importante del lavoro di Per Barclay, le così dette Chambres d’huile: scatti di installazioni realizzate in ambienti accuratamente scelti dall’artista e allagati con liquidi come olio, acqua, sangue e vino.
Nelle Chambres d’huile, dalla prima realizzata nel 1989 alle più recenti, Per Barclay sceglie luoghi molto differenti tra loro, per stile architettonico per funzione ma tutti spazi che hanno attratto l’artista per il loro fascino. L’allagamento di questi ambienti con liquidi e in particolare con l’olio del motore crea una superficie riflettente che modifica questi stessi luoghi rendendoli impraticabili, impenetrabili, generatori di ansia ma anche di desiderio di scoprire un altro luogo nelle sue profondità.
Tra i lavori esposti anche tre immagini della Fondazione Merz ottenute durante il restauro dell’edificio: una di queste, inedita, viene presentata nelle vasche esterne, realizzata in grandi dimensioni e con un materiale che l’artista sperimenta per la prima volta.
Per Barclay è nato a Oslo nel 1955. Ha studiato Storia dell’Arte alla Facoltà di Bergen, dove ha avuto i primi contatti con gli artisti norvegesi. Il bisogno di conoscere nuovi riferimenti artistici lo porta in Italia nel 1979, per continuare con gli studi.
Ha studiato design e fotografia a Firenze, dove è entrato in contatto con il patrimonio artistico italiano, e Belle Arti all’Accademia di Bologna e Roma. Nel 1983 ha cominciato la sua carriera come artista a Roma: ha sperimentato con il legno, la pittura, la fotografia, e poi con l’acciaio e il vetro come elementi strutturali, con i liquidi come elementi pittorici.
Dopo un breve soggiorno a Napoli, nel 1989 si è trasferito a Torino quindi a Parigi dove attualmente vive e lavora.
Si ringrazia per il sostegno l’Ambasciata di Norvegia in Roma, per la collaborazione il Centre de Création Contemporaine di Tours e le Gallerie Giorgio Persano di Torino, MGM di Oslo, OTTO di Bologna, Oliva Arauna di Madrid, Guy Bärtschi di Ginevra.
Chambres d’huile
Nel 1989 Barclay crea in un interno olandese la sua prima “oil room”; anni dopo, nel 1992, in una casetta di alluminio situata alla periferia di Oslo, nasce la “water room”. Seguono opere realizzate in varie parti d’Europa in luoghi, apparentemente i più disparati, che costituiscono alcuni degli aspetti del vivere umano o delle storture di questo: dalla meravigliosa visione del fiordo nella casa di legno, ai luoghi di culto che suggeriscono pace e ansia, dalle gabbie dello zoo in cui mortificare la fierezza, alle sbarre delle carceri in cui rinchiudere la violenza o ciò che si presume lo sia; la terrificante visione di un mattatoio o meglio di un macello la cui sola parola evoca morte.
Sono ambienti il cui fascino attrae l’artista che ne fa dei luoghi d’elezione per le sue opere dando ad essi la possibilità di svelarne le proprie peculiarità; allo stesso tempo, proteggendole nella profondità di pavimenti allagati da olii esausti o acqua o vino o addirittura sangue. In questo modo perdono i connotati di ambienti definiti e solo attraverso la fotografia diventano storia: lo spazio, dopo l’intervento dell’artista, appare luogo più attraente benché o perché, inquietante. Specchi liquidi, come qualcuno li ha definiti, che riflettono al contrario, che proiettano verso l’alto ma che suscitano il desiderio fortissimo di scoprire le “dimensioni” delle loro profondità.
I liquidi giocano un ruolo fondamentale nelle installazioni di Per Barclay: l’olio del motore, per esempio, denso, nero che riflette e ingoia gli spazi facendoli diventare luoghi impenetrabili che acquisiscono sacralità per il solo fatto di non rivelare il tutto. L’acqua, all’apparenza accessibile e spesso trasparente che protegge la storia che nasconde sotto di sé, e poi il sangue e il vino simboli di vita, di morte, di trasformazione che nulla lasciano alla superficie. E soprattutto ogni angolo di questi luoghi, viene fissato nella memoria collettiva e invita a partecipare a questo esercizio della coscienza.
Nelle fotografie le immagini sono irreali ma solo perché estrapolate dal contesto abituale: aspetti della loro storia che non ci appartengono, e che potrebbero costringere a guardare dentro le cose e forse anche a vederle, nostro malgrado.
Gli “allagamenti” in Fondazione, da cui Barclay ha tratto nuove opere, ci restituiscono una piccola parte nascosta e misteriosa di questo luogo che, come tutti i luoghi carichi di storia umana, vive anche di piccole rivelazioni quotidiane.
Maria Centonze
Ufficio Stampa
Nadia Biscaldi tel 011.19719437 – press@fondazionemerz.org
Inaugurazione 28 novembre, ore 19.00
Fondazione Merz
via Limone 24 Torino
Orari martedì - domenica 11 - 19
Biglietti Euro 5,00 intero, Euro 3,50 ridotto (studenti, gruppi organizzati min. 10 persone)
Gratuito: bambini fino a 10 anni, maggiori di 65 anni, disabili e ogni prima domenica del mese