L'esposizione presenta un gruppo di nuove opere del ciclo "Paradise", fotografie di grande formato di foreste incontaminate, realizzate negli ultimi anni in Peru e alle isole Hawaii. Accanto ai celebri scatti di strade e interni di musei, Struth dal 1998 fotografa giungle in diverse parti del mondo (in Australia, Cina, Giappone, in Germania e in Brasile).
La galleria Monica De Cardenas di Zuoz è felice di annunciare la mostra di
Thomas Struth. Presenteremo un gruppo di nuove opere del ciclo ³Paradise²:
fotografie di grande formato di foreste incontaminate, realizzate negli
ultimi anni in Peru e alle isole Hawaii. Accanto ai celebri scatti di strade
e interni di musei, Thomas Struth dal 1998 fotografa giungle in diverse
parti del mondo (in Australia, Cina, Giappone, in Germania e in Brasile).
Con il titolo ³New Pictures from Paradise² ha dato a queste immagini un
significato particolare, che fa riferimento al paradiso primordiale, dal
quale l¹uomo è stato cacciato, e quindi anche alle sue raffigurazioni nel
corso della storia.
Diversamente dalle sue altre immagini, in queste fotografie Struth ci
impedisce l¹accesso alla profondità dello spazio. Tronchi, rami, foglie e
rampicanti si intrecciano in primo piano e ci impediscono di vedere
l¹orizzonte e la profondità del paesaggio, che possiamo solo intuire. Senza
una struttura gerarchica la superficie dell¹immagine è un intreccio di forme
vegetali che ricorda l¹ all over dei quadri di Pollock o Brice Marden. Ogni
bosco rigoglioso ci permette di sondare le profondità, di intuire uno spazio
in crescita che non siamo in grado di vedere. Le fotografie di giungle di
Struth segnano l¹inizio di un modo diverso di guidare lo sguardo sulla
superficie dell¹immagine, mandandolo in diverse direzioni. Al contempo
l¹occhio del fotografo ha una logica compositiva e un equilibrio formale
sviluppatosi catturando gli interni delle chiese o dei musei; lo stesso
equilibrio lo ritroviamo anche nella giungla, dove Struth riesce a ribadire
la stessa visione tipica della sua poetica. Alla base di ogni sua immagine
vi è un tentativo di equilibrare elementi nel caos (il traffico di Tokyo o
un intrico di mangrovie).
In questo lavoro non ci sono animali e raramente tracce che indicano la
presenza umana. L¹assenza di punti di riferimento socio-culturali non
trasforma la giungla in una scena romantica, niente è più lontano qui dei
sogni esotici da turista o cacciatore di tesori; la giungla è un elemento
formale che potrebbe farci dimenticare la natura misteriosa di ciò che ci
circonda. Attraverso la ricchezza del visibile, le immagini della giungla
presentano una forma di silenzio che può essere ascoltato a lungo prima di
conoscerne le regole. Dagli inizi documentaristici ai ritratti di famiglia,
fino alle città, alle sale dei musei e all¹armonioso caos delle giungle,
l¹obiettivo di Thomas Struth ha girato il mondo cercando un modo nuovo per
catturarne la complessità e di indagare il subconscio del visibile.
Thomas Struth è uno dei maggiori esponenti della fotografia contemporanea.
Nato a Geldern presso Colonia nel 1954, dal 1973 al 1980 è stato allievo di
Gerhard Richter e poi di Bernd Becher all¹Accademia di Düsseldorf. Già dalla
fine degli anni Settanta comincia a sondare le possibilità della fotografia
come indagine psicologica e sociale, in grado di far intravedere il
subconscio collettivo. Dal 1978 ritrae il paesaggio urbano, dagli anni
Ottanta fotografa sale di musei gremite di visitatori che guardano i quadri,
mettendo così in relazione le figure dipinte con le persone fotografate. In
seguito estende la sua indagine ad altri soggetti, lavorando sempre per
gruppi tematici.
Tra le mostre più importanti ricordiamo le personali alla Kunsthalle di
Berna e al museo di Yamaguchi nel 1987; al Portikus di Francoforte nel 1988;
alla Renaissance Society di Chicago nel 1990; all¹Hirschhron Museum di
Washington nel 1992; alla Kunsthalle di Amburgo nel 1993, all¹ICA di Boston
e all¹ICA di Londra nel 1994; alla Art Gallery of Ontario di Toronto e al
Kunstmuseum di Bonn nel 1995; all¹International Art Palace di Pechino nel
1997; al Carré d¹Art di Nîmes e allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1998;
al Museum of Modern Art di Tokyo nel 2000; al Museo di Dallas e al Moca di
Los Angeles nel 2002, al Metropolitan Museum di New York nel 2003 fino alle
mostre recenti al Prado di Madrid nel 2007 e al Museo Madre di Napoli nella
primavera 2008. Le sue opere si trovano nelle collezioni dei più
prestigiosi musei del mondo, quali il Moma ed il Metropolitan di New York,
la Tate Gallery di Londra, il Museo d¹Arte Moderna di Tokio, il Kunsthaus
Zürich e numerosi altri.
Inaugurazione Sabato 6 dicembre 2008 ore 18
Mostra dal 20 dicembre al 14 febbraio 2009
Galleria Monica De Cardenas
7524 Zuoz - St.Moritz
Orario martedì sabato, ore 15-19
Dal 27.12 al 6.1.09 aperto tutti i giorni
Ingresso libero