A surreal travel through human feelings. L'artista da anni si dedica alla sperimentazione digitale e presenta in mostra una selezione di 10 opere che hanno caratterizzato il suo percorso degli ultimi tre anni.
L’11 dicembre 2008 l’Associazione Culturale Laboratorio Alchemico e Studio C.T.19 rinnovano l’appuntamento mensile dedicato all’arte contemporanea dando spazio a giovani impegnati nella ricerca artistica. Fusion di Corbetta si farà ospite dell’esposizione di Luca Cervini, professione grafico, che da anni si dedica alla sperimentazione artistica digitale e in tale occasione presenterà una selezione di 10 opere che hanno caratterizzato il suo percorso artistico degli ultimi tre anni.
L’impatto iniziale, davanti a un’opera di Cervini, è spiazzante. L’osservatore oltre a misurarsi con una fitta superficie carica di colore e di figure emblematiche e grottesche, si trova a indagare incuriosito la consistenza stessa dell’opera per riuscire a coglierne l’essenza. “Pittura o fotografia?” È la prima domanda che viene da porsi, poiché non è immediatamente comprensibile e questo disorientamento percettivo aggiunge mistero alle opere. Cervini assembla e manipola fotografia e pittura intervenendo sull’immagine attraverso software grafici, strumenti di lavoro non troppo diversi da quelli tradizionali (pittura, collage) ma che sussistono in forma virtuale. L’artista sfrutta al massimo le infinite possibilità che la tecnologia digitale mette a disposizione, come Massimo Cremagnani afferma “Nel computer non esiste nulla, quindi si può fare di tutto” (Manifesto Amplificato dell’Arte Digitale Figurativa”), e Cervini fa tesoro di questo assunto applicandolo a una ricerca carica di significati simbolici e tesa a riflessioni profonde che investono inevitabilmente lo spettatore.
“Ridurre l'immaginazione in schiavitù, fosse anche a costo di ciò che viene chiamato sommariamente felicità, è sottrarsi a quel tanto di giustzia suprema che possiamo trovare in fondo a noi stessi” (André Breton, Manifesto del Surrealismo, 1924). Cervini è svincolato dall’ossessionante necessità degli artisti di creare opere che abbiano un riscontro nel mercato dell’arte, riesce quindi a esprimersi liberamente, proiettando nei suoi lavori gusto e immaginario personali attraverso una efficace sequenza narrativa che si richiama al Simbolismo.
Come è possibile vedere in mostra, il computer trova una nuova applicazione, nobilitato attraverso il superamento della sua funzione originaria e in un certo senso attraverso la negazione di sé (come mero strumento di calcolo). Come ogni scoperta dell’uomo, anche il computer è stato soggetto a un’indagine che ne ha mostrato le infinite potenzialità, osservandolo sotto più punti di vista, decontestualizzandolo, fino a riscattarlo e renderlo strumento di creazione artistica.
Il critico e curatore Renzo Margonari si è fatto portavoce e sostenitore dei giovani artisti che si occupano di “fotopittura”, e ci suggerisce come ignorare il fenomeno digitale renderebbe colpevoli d’oscurantismo, nonostante la difficoltà di trovare comprensione e accoglimento nel mercato artistico. Le suggestionanti opere di Cervini impressionano per la molteplicità di emozioni che sono in grado di suscitare e riusciranno a proiettare l’osservatore all’interno di visioni oniriche grazie a una sapiente miscela di finzione e realtà, di pittura e fotografia. (nila shabnam bonetti)
Inaugurazione giovedì 11 dicembre 2008, dalle ore 20
Fusion
via della Madonna 15 - Corbetta (MI)
con orario dalle 12 alle 14.30 e dalle 18 alle 24
sabato dalle 18 alle 24
ingresso libero