Habitat. Rispetto ai lavori precedenti l'artista si abbandona completamente all'automatismo della macchina fotografica, producendo immagini statiche e in movimento. 3 i soggetti: un anonimo parco, un trafficato parcheggio e un condominio di periferia.
Con l’invenzione della fotografia, Daguerre e Talbot hanno accentuato in noi la pratica innata del voyeurismo, permettendoci di fissare quella realtà che già da qualche tempo si poteva “spiare” all’interno di una camera oscura. Più di un secolo dopo, Orwell, nel romanzo 1984 (scritto profeticamente nel 1948) ha ipotizzato per quella pratica un’applicazione tanto terribile quanto profetica; un mondo interamente controllato dal Grande Fratello, capace di privare al singolo la libertà d’azione. Quel voyeurismo iniziato nell’Ottocento con l’invenzione della fotografia, quella predisposizione all’abbattimento dei “muri” che il cinema ha dimostrato fin dalla prima proiezione dei Fratelli Lumière, trova con l’avvicinarsi del nuovo millennio un’applicazione sempre più diffusa nella nostra vita quotidiana. Questa è l’area d’azione scelta da Francesco Nonino per il suo nuovo progetto.
Rispetto ai lavori precedenti l’artista si abbandona completamente all’automatismo della macchina fotografica, producendo con lo stesso dispositivo immagini statiche e in movimento. Tre i bersagli su cui puntare la propria “arma”: un anonimo parco, un trafficato parcheggio e un condominio di periferia. La data posta sotto ogni fotogramma, certifica la regolarità dell’operazione condotta nel documentare l’apparente banalità d’inconsapevoli cittadini, ripresi nel loro habitat. Nonostante l’inevitabile invasione che queste fotografie e video di Nonino compiono nei confronti dei soggetti ripresi, non si percepisce una vera e propria violazione della privacy, piuttosto ci sembra d’intuire un approccio discreto, che non tende a spettacolarizzare il quotidiano, anzi, a documentarlo con intelligente distacco. A differenza di James Stewart nel film La finestra sul cortile o David Hemmings in Blow Up, Francesco Nonino non si serve del mezzo fotografico per cercare qualcosa d’inaspettato, non insegue il colpo di scena, la rivelazione conclusiva. L’autore mira a una sottile indagine del quotidiano, senza indurre il capovolgimento del normale flusso degli eventi, lasciando così all’osservatore la libertà di giungere a personali equilibri.
Luca Panaro
D406 Arte contemporanea
Via Cardinale Giovanni Morone, 31/33 - Modena
Orario: mar 10.30-13, mer 16.30-20, ven 16.30-20 e 21-23, sab 10.30-13 e 16.30-20, dom 16.30-20
Ingresso libero