Luca Nostri
Lorenzo Maccotta
Marco Rapaccini
Sara Iannucci
Eleonora Calvelli
Dimitri Angelini
Marco Delogu
I progetti di 6 artisti rappresentano 6 visioni diverse che raccontano un territorio variegato come e' quello delle 5 province del Lazio. Fotografie di Luca Nostri, Lorenzo Maccotta, Marco Rapaccini, Sara Iannucci, Eleonora Calvelli, Dimitri Angelini.
fotografie di Luca Nostri, Lorenzo Maccotta, Marco Rapaccini,
Sara Iannucci, Eleonora Calvelli, Dimitri Angelini
sarà presente l'assessore all'Agricoltura della Regione Lazio
Daniela Valentini
Nel suo libro “Sul guardare” John Berger scrive: “Il XIX secolo in Europa occidentale e in Nord America ha visto avviarsi un processo, portato oggi a compimento dal capitalismo corporativo del XX secolo, che ha spezzato ogni passata consuetudine di mediazione tra uomo e natura. Prima di tale frattura, gli animali costituivano il primo cerchio intorno all’uomo.
Ma forse già questa definizione suggerisce una distanza troppo grande. Essi occupavano insieme all’uomo il centro del suo universo. Tale centralità era naturalmente di natura economica e produttiva. Quali fossero i cambiamenti nei mezzi di produzione e nell’organizzazione sociale, gli uomini dipendevano dagli animali per nutrirsi, lavorare, spostarsi, vestirsi”.
Sei fotografi si sono avvicinati per alcune settimane a questo primo cerchio intorno all’uomo, seguendo il mondo della pastorizia ovina nel Lazio, regione dove quest’antico lavoro ha una lunga tradizione piena di sovrapposizioni e migrazioni degli ultimi anni.
I loro progetti, presentati in anteprima qui a Villa Glori, rappresentano sei visioni diverse che raccontano un territorio così variegato come sono le cinque province del Lazio, una regione che lo scorso anno ho indagato attraverso “due migrazioni”, in una documentazione parallela della Pontina e della bassa Maremma laziale.
La Pontina era un’eredità del passato, sono tornato in quell’area a distanza di più di dieci anni, dopo essermi concentrato, nel 1994, sulla comunità di Veneti allora ancora molto radicata. Da più di dieci anni trascorro molto del mio tempo in Maremma. La mia famiglia è sarda e io sono la prima generazione nata e cresciuta nel “continente”. Era inevitabile che mi appassionassi alla migrazione delle poche centinaia di pastori sardi migrati nella bassa Maremma laziale dagli anni ’50, e ora
perlopiù sostituiti da persone provenienti dall’area balcanica.
I passaggi di testimone che ho potuto documentare in quest’area mi hanno spinto a continuare il percorso iniziato nel 2007, ricostruendo fotograficamente quel particolarissimo filo che traccia una mappatura geografica che parte dalla Scozia, passa per la Sardegna e arriva lontano in India, Australia e Nuova Zelanda, e ad ampliare questa ricerca coinvolgendo dei giovani fotografi per restituire una visione complessiva della pastorizia nel Lazio e delle sue micro-geografie.
Il mio lavoro, insieme a quello di Luca Nostri, Lorenzo Maccotta, Marco Rapaccini, Sara Iannucci, Eleonora Calvelli e Dimitri Angelini, racconterà a febbraio all’Ex GIL questo Lazio, particolare e universale allo stesso tempo.
Quando penso alla pastorizia, mi vengono subito in mente i quadri di Segantini Fattori, e immediatamente mi saltano agli occhi, quasi in un piccolo gioco da settimana enigmistica, le poche differenze con il presente: un diverso modo di raccogliere il fieno - e a onor del vero i vecchi covoni erano molto più belli - e la comparsa dei camion per la transumanza, surreali presenze che vanno a sostituirsi a quel cammino stagionale che per alcuni mesi accomunava uomini e pecore.
Se penso ancora una volta ai quadri di Segantini e Fattori, pittori tipici delle Alpi e della Maremma, e che, non avevano viaggiato per il mondo, trovo ancor più impressionante quanto anch’essi ricordino contemporaneamente atmosfere locali ma anche, involontariamente, altre parti del mondo.
Marco Delogu
Inaugurazione ore 16
Project Room Villa Glori
via Argentina, 10 (Facolta' di Architettura Valle Giulia) - Roma
Solo su prenotazione: scrivendo a info@punctumpress.com
Ingresso libero