Alessandro Dandini De Sylva
Antonello Mazzei
Eleonora Calvelli
Federico Ciamei
Marco Rapaccini
Michela Papalia
Giovanni M. Losavio
Sospeso, quasi smarrito, il Villaggio Olimpico sembra volersi celare dietro i suoi stessi segni, dissimulandosi dinanzi agli sguardi distratti o svogliatamente incuranti. In mostra le fotografie di diversi autori presenti nell'omonimo volume.
a cura di Michela Papalia
Alessandro Dandini De Sylva, Antonello Mazzei, Eleonora Calvelli, Federico Ciamei, Marco Rapaccini
''Quando un architetto progetta qualcosa di valido? Quando la sua opera non passa di moda e non è soggetta a mode, quando la si può reinventare. L'architettura e l'arte si devono confrontare con il gusto mutevole degli uomini, con il tempo. Esse lo anticipano e lo rincorrono sempre in un gioco armonioso e stimolante, in una grande avventura cui nessuno può rimanere indifferente.''
Assunta A. D'Orazio, Luigi Moretti, in Villaggio Olimpico Roma, Postcart Edizioni, 2010
Nel 1960 Roma ospitò la 17ma olimpiade dell'era moderna. E proprio gli anni a cavallo tra il 1955 e il 1960 erano destinati a diventare per la città gli anni delle ''prime volte''. La prima volta dal dopoguerra che l'attenzione del mondo si focalizzava sull'Italia per un grande evento sportivo; la prima volta che la televisione irrompeva nel mondo delle competizioni agonistiche, cambiando per sempre il modo stesso di vivere e concepire lo sport. E quelle “prime volte” avrebbero cambiato anche il panorama urbano della Capitale; destino volle che Roma e le Olimpiadi restassero legate in un duraturo abbraccio simbiotico. Nel 1955, l'anno che vide trionfare la candidatura di Roma su quella di Losanna, fu inaugurata la prima linea della metropolitana, poi fu la volta della riqualificazione dell'Eur. Infine, a partire dal 1958 il progetto più ambizioso: la risistemazione del quadrante centrosettentrionale della città, con la costruzione del Villaggio Olimpico, destinato ad ospitare 5.300 atleti in rappresentanza di oltre 80 Paesi. Ma non è tutto. Dismessa la sua veste sportiva, il “Villaggio” sarebbe entrato a pieno titolo nella toponomastica cittadina.
Un nuovo quartiere dunque, funzionale e avveniristico, caratterizzato dalla sapiente distribuzione degli spazi verdi; il quartiere della nascente classe media. Furono piantati 800 alberi ad alto fusto, arbusti e cespugli a circondare le abitazioni che, all'epoca modernissime nel design, si sviluppavano tra due e cinque piani. Le diverse soluzioni architettoniche furono unificate dalla scelta di alcuni elementi comuni quali pilotis, marcapiani in cemento, finestre a nastro verniciate di bianco e cortina di rivestimento giallo.
Dall'Olimpiade di Roma è ormai trascorso mezzo secolo. E quel delicato equilibrio tra natura e architettura, che doveva informare l'identità del quartiere, è venuto meno. La natura ha preso il sopravvento: solo poche tracce sparse, talvolta disperse, testimoniano la presenza visibile dell'uomo. Sospeso, quasi smarrito, il Villaggio Olimpico sembra volersi celare dietro i suoi stessi segni, dissimulandosi dinanzi agli sguardi distratti o svogliatamente incuranti. E invece il “Villaggio” altro non vuole che essere scoperto, lentamente, passo dopo passo, con paziente contemplazione. Ed è solo allora che esso mostrerà appieno il suo carattere, la sua forza, la sua vitalità. La sua immagine finalmente svelata: un'isola nel cuore di una città millenaria.
Testo di Giovanni M. Losavio
Immagine: Eleonora Calvelli, Via degli Olimpionici, 2010
Inaugurazione della mostra e presentazione del libro Villaggio Olimpico Roma, Postcart Edizioni:
28 settembre ore 18-22
Introduce
Fabio Severo – autore del blog di fotografia Hippolyte Bayard
con la partecipazione di:
Clara Tosi Pamphili – Docente di Disegno Industriale dell’Università Sapienza di Roma
Assunta Anna D’Orazio – Curatrice e docente di chimica dei materiali per l’arte
3/3 – Studio di ricerca sull’immagine fotografica
intervengono inoltre:
Niccolò Di Raimondo – Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Municipio II
Marco Delogu – Direttore di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma
Claudio Corrivetti – Casa Editrice Postcart
Project Room Nove Villa Glori
via Argentina, 10 (Facolta' di Architettura Valle Giulia) - Roma
Orario: mart-dom 16-20
Ingresso libero