La parentela stretta e ambigua tra arte e decorazione e' il nodo attorno a cui si sviluppa la mostra "Interior Design for Bastards". La serie Masks presenta dei dipinti, realizzati da pittori di insegne messicani, di volti coperti da maschere di bellezza, mentre le due sculture Untitled citano la pesca come metafora economica.
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La parentela stretta e ambigua tra arte e decorazione è il nodo attorno a
cui si sviluppa la mostra di Claire Fontane Interior Design for Bastards.
Il paradigma del design di interni diventa qui un concetto metafisico da
considerare attraverso il prisma del New Age : l'interiorità è anche
quella dell'anima ed il corpo è la sua superficie leggibile ed il primo
contenitore dell'io. Studiando con grande ironia i presupposti rudimentali
del feng shui, Claire Fontane propone une rilettura simbolica dello spazio
di esposizione, che è per gli artisti ed i galleristi prima di tutto una
spazio di lavoro.
Il feng shui indica numerose strategie per mantenere gli abitanti e gli
utenti di un luogo in buona salute e per aumentare i flussi monetari che
vi transitano. Nei tempi in cui i presupposti dell'economia liberale
sembrano totalmente discutibili, Interior Design for Bastards fa delle
domande indiscrete sulla necessità oggettiva del denaro e sul modo in cui
abitiamo lo spazio ed il corpo soprattutto quando lavoriamo.
La serie Masks presenta dei dipinti realizzati da pittori di insegne
messicani di volti coperti da maschere di bellezza. Questi oggetti fanno
apparire mostruosa ed irriconoscibile la persona nel momento in cui la
porta con la promessa di migliorarne l'aspetto in un secondo tempo. Le
maschere sono tradizionalmente utilizzate nei rituali per permettere a chi
le porta di abbandonare la propria soggettività. Attraverso questi studi
Claire Fontaine analizza le fasi incerte di transizione che sono
caratteristiche di tutte le pratiche cosmetiche.
Le due sculture Untitled citano la pesca come metafora economica. Una
ricrea un dispositivo realmente esistente per la colletta dell'elemosina
attraverso una canna da pesca, l'altra usa una versione del passe-partout
leurre associata ad un retino artigianale. Il passe-partout leurre è
costituito da un insieme di chiavi per fabbri fatte a mano, strumenti
potenziali per scassinare serrature, associate delle esche provviste di
ami, che le rendono al tempo stesso visivamente attraenti ed
inutilizzabili.
L'installazione This neon sign was made è composta da tre neon che
ripetono la stessa frase - "this neon sign was made by (.) for the
remuneration of (.) euros" (questa insegna al neon è stata fatta da (.)
per la remunerazione di (..) euros) - ed esplora la problematica della
differenza e della ripetizione : le uniche differenze nei tre neon sono il
nome dell'autore e l'ammontare del suo compenso. Riferendosi alla
tradizione della tautologia che pervade l'arte concettuale e le sue
affermazioni (per esempio Five words in blue neon di Joseph Kosuth) Claire
Fontaine si focalizza sulla tautologia specifica prodotta dall'equivalente
generale astratto che regola le transazioni lavorative e sullo statuto
dell'opera d'arte che pur essendo un artefatto beneficia di una posizione
eccentrica rispetto al valore d'uso ed al valore di scambio.
Un video installato su uno schermo piatto orizzontale mostra la
distruzione di un I Phone, status symbol e strumento di un certo uso e
consumo dell'immagine e del suono. Attraverso la demolizione materiale e
fisica di un oggetto che smaterializza i corpi Claire Fontaine riflette
sulle potenzialità liberatrici di un nuovo luddismo e di un iconoclasmo
critico.
Claire Fontaine, gennaio 2009
Inaugurazione 12.02.2009
T293
via Tribunali, 29 - Napoli
martedì - sabato, 12.00 - 19.00
ingresso libero
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The close and ambiguous relationship between art and decoration is the
knot from which Claire Fontaine's exhibition Interior Design for Bastards
develops. The paradigm of interior design morphs here into a metaphysical
concept to be read through the prism of the New Age: the interiority here
is also the one of the soul and the body is its readable surface and the
first container of the Self. Studying with a lot of irony the rudimental
basics of feng shui, Claire Fontaine proposes a symbolical rereading of
the exhibition space, which is for her and the staff of the gallery
firstly a place of work.
The practice of Feng shui demonstrates numerous strategies in order to
keep the inhabitants and the users of a space in good health and to
increase the monetary flux that go through it. At a time of extreme
fragility for the philosophy of the liberal economy, Interior Design for
Bastards asks indiscreet questions about the objective necessity of money
and the way we inhabit space and our body especially whilst working.
The series Masks presents paintings executed by Mexican sign painters
displaying faces covered by beauty masks. These objects appear monstrous
and make the wearer unrecognizable with the promise of improving their
later aspect. Masks are traditionally ritual tools used to help the
persons that wear them to abandon their subjectivity. Through these
studies Claire Fontaine analyzes the uncertain transitional phases proper
to all cosmetic practices.
The two sculptures Untitled quote fishing as a metaphor of economics. One
recreates an existing device to collect charity through a fishing rod, the
other uses a version of a Passe-partout (Leurre) associated to an
artisanal net. The Passe-partout (Leurre) is constituted by a group of
hand made lock-picks, potential tools to break into locks associated to
fishing bate with hooks, that make them in the same time visually
attractive and impossible to use.
The installation, This neon sign was made by . is composed of three neon
works that repeat the same sentence - "This neon sign was made by (.) for
the remuneration of (.) euros"- and explores the problematic of difference
and repetition : the only differences between the three neon are the name
of the maker and the amount of his remuneration. Referring to the
tradition of tautology that pervades conceptual art and its statements
(for example Five words in blue neon by Joseph Kosuth) Claire Fontaine
focuses on the specific tautology produced by the general abstract
equivalent that regulates the work transaction and on the status of the
artwork, that even being an artefact, occupies an eccentric position in
respect to the use value and the value of exchange.
A video installed on a horizontal flat plasma screen shows the destruction
of an Iphone, a life style symbol and tool for a certain use and
consumption of sounds and images. Through the material and physical
demolition of an object that dematerializes the bodies Claire Fontaine
reflects on the liberating potentialities of a new luddism and of a
critical iconoclasm.
Claire Fontaine, January 2009
Opening: 12.02.2009
T293
via Tribunali, 293 - Napoli
Tuesday - Saturday 12.00-19.00
Free admission