Leg(ami). Oggetti ferrosi, logorati, coperti dalla polvere del quotidiano divengono protagonisti di un diario di memorie fotografiche, di un racconto intimo.
a cura di Marianna Desantis
“Di sicuro ci sarà chi guarderà solo la tecnica e si chiederà - come - mentre altri di natura più curiosa si chiederanno - perché“. Man Ray
Lontano dall’essere un venerato mezzo tecnologico al servizio della produzione della realtà, la macchina fotografica, per Maria Costantina Seri altro non è che un occhio ausiliario con cui guarda, focalizza e trattiene piccoli segni, particolari della realtà a noi insignificanti, tracce anonime di cose senza vita ma di cui la Seri mostra una magnetica e affascinante bellezza.
L’oggetto fotografico si fa metafora. Le catene si trasformano in incontri fugaci e forti amicizie, in sentimenti profondi, in stati d’animo, in storie. Oggetti ferrosi, logorati, coperti dalla polvere del quotidiano divengono così protagonisti di un diario di memorie, di un racconto intimo, divengono un racconto universale, immagine romantica della nostra esistenza. Come in ogni racconto c’è un inizio, la vertigine di una scelta, il mistero della scoperta, e poi una fine, la presa di coscienza di scelte già fatte di parole già dette e una nuova strada da percorrere. La forza emotiva delle immagini di Maria Costantina Seri sta nella rivelazione di una tacita meditazione della vita che scorre, filo diretto con il nostro passato e incisione sicura del nostro presente.
Piccolo Caffe'
Borgo Santa Croce 23/r - Firenze
Ingresso libero