Postproduction. Entrare distrattamente in uno spazio allestito dal giovane artista croato potrebbe voler dire calpestare i delicati arabeschi di un tappeto di polvere. Oppure non cogliere la differenza fra una fotografia, accuratissima e di grande formato, che ritrae una installazione e l'installazione medesima nella sua concretezza.
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Entrare distrattamente in uno spazio allestito dal giovane artista croato - una
delle presenze emergenti a livello internazionale, come ha ben segnalato Manifesta
7, dove Igor Eškinja era presente nelle due sedi espositive di Rovereto - potrebbe
voler dire calpestare i delicati arabeschi di un tappeto di polvere. Oppure non
cogliere la differenza fra una fotografia, accuratissima e di grande formato, che
ritrae una installazione e l’installazione medesima nella sua concretezza. Vi è una
costante oscillazione fra ciò che appare come bidimensionale e ciò che è
tridimensionale nei complessi interventi, anche se estremamente semplici per i mezzi
usati, di Eškinja.
La sua indagine si occupa di quella soglia sottile dove la rappresentazione di cose
e di oggetti comuni (restituiti mediante contorni, silhouette, pattern, disegni) può
confondersi con la loro concreta presenza nello spazio espositivo. Le fotografie
rendono ancora più instabile la relazione fra ciò che è la presenza concreta
dell’oggetto, la sua rappresentazione nello spazio espositivo e la registrazione
fotografica del tutto. Realtà ed apparenza diventano due termini dai confini
indecisi, che si scambiano le parti, dinnanzi ad uno spettatore il quale nell’atto
del percepire deve anche percepirsi. L’elemento della sorpresa certamente gioca un
ruolo nel lavoro dell’artista - originario di Rijeka, con studi compiuti
all’Accademia di Belle Arti di Venezia (dove si è laureato nel 2002) - ed è una
sorpresa che scaturisce anche dalla povertà dei materiali usati, rispetto alla
acutezza concettuale e alla estrema pulizia formale delle sue proposte.
Che si relazionano sempre allo spazio espositivo, alle superfici che lo delimitano e
formano: le pareti, il pavimento, le soglie.
Igor Eškinja (1975 Rijeka, Croazia) vive e lavora fra Fiume, Milano e Venezia. Ha
tuttora in corso un’esposizione alla Project Room del Casino Luxembourg. Nel 2008 ha
esposto nelle sedi di Rovereto di Manifesta 7 ed ha realizzato una mostra personale
al Centro de Arte Caja de Burgos. Ha allestito personali e numerose collettive in
Croazia, Spagna, Venezuela e Austria, oltre che in Italia, come nella recente
esposizione presso la Federico Luger Gallery.
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If you are not paying attention when you walk into the space created by the young
Croatian artist - an emerging figure in the international art world, as we saw at
Manifesta 7, where Igor Eškinja was shown in the two exhibiting spaces in Rovereto -
you could easily find yourself trampling over the delicate swirling patterns of a
carpet made of dust, or else fail to notice the difference between the precise,
large-format photograph of an installation and the installation itself. In this
complex intervention there is a constant oscillation between that which appears to
be two-dimensional and that which is three dimensional, even if the means used by
Eškinja are extremely simple.
His investigation is concerned with the subtle point where the representation of
common objects and things (shown as outlines, silhouettes, patterns, drawings)
becomes confused with their concrete presence in the exhibiting space. The
photographs make the relationship between the concrete presence of the object, its
representation in the exhibiting space and the photographic representation of all of
this even more unstable. Reality and appearance become two terms with imprecise
limits which exchange roles before a viewer who, in the act of perceiving must also
perceive themselves. Without a doubt, the element of surprise plays a role in the
artist’s work - originally from Rijeka, he studied at the Venice Academy of Fine
Arts (where he graduated in 2002) - and it is a surprise which also comes from the
simple materials used compared to the conceptual precision and extremely clean
formal aspect of the works. These are always related to the exhibiting space, the
surfaces which delineate and form it: the walls, the floor, the doorways.
Igor Eškinja (1975 Rijeka, Croatia) lives and works in Rijeka, Milan and Venice. At
the moment the Casino Luxembourg’s Project Room is hosting his solo exhibition and
in 2008 he showed his projects in Rovereto in occasion of Manifesta 7 and he
organized a solo exhibition at Centro de Arte Caja de Burgos. He also took part in
several international group shows in Croatia, Spain, Venezuela, Austria and in Italy
at Federico Luger Gallery.
Inaugurazione | Opening Venerdì 20 febbraio - ore 18.00 | Friday, February 20th – 6.00 p.m.
Galleria Contemporaneo
Piazzetta Olivotti 2 (Via Piave) - Mestre (VE)
Mar-sab | Tue-Sat 15.30-19.30
Ingresso libero / free admission