Jenifer - oracolo automatico # 1. Tre sono i media utilizzati dall'artista per la realizzazione della serie di immagini in mostra: la fotografia lomografica, quella digitale e il video.
a cura di Elisa Bozzi, l’allestimento è a cura dell’architetto Massimo Ferrari.
Protagonista dell’esposizione la bambola Jenifer. Tre sono i media utilizzati da Roberto Dassoni per la realizzazione della serie di immagini: la fotografia lomografica, quella digitale e il video (la “lomo” è realizzata con l’impiego di una Lomo Diana, macchina già in produzione negli anni ‘60 ed oggi vero e proprio oggetto di culto).
Quello di Dassoni è un sovvertimento della poetica pop, da cui trae spunto. Mentre i maestri del pop hanno utilizzato oggetti di uso comune e li hanno riproposti attraverso una visione ironica della realtà, la bambola di Dassoni è già di per sè un oggetto ironico, che si fa serio grazie all’arte, che lo propone al pubblico come oracolo inquietante, feticcio che racconta una piccola storia ad ogni immagine. Tant'è che ogni scatto è accompagnato da una didascalia che riporta la frase di Jenifer per quella occasione.
Piacentino, 36 anni, Roberto Dassoni ha una formazione eclettica. Dopo la laurea in Scienze Politiche si dedica al giornalismo, occupandosi di moda sia a Londra che a Los Angeles. Da questi viaggi trae numerose influenze, tant'è che nel 2000, quando rientra a Piacenza in pianta stabile, inizia a lavorare come regista a Telelibertà e a girare numerosi documentari sulla vita di artisti e uomini di cultura (Ludovico Mosconi, Franco Corradini, Gianfranco Asveri, Giorgio Milani, William Xerra, Ferdinando Cogni e Marco Bellocchio fra gli altri).
Laboratorio delle Arti
vicolo Barozzieri, 7/a - Piacenza
Ingresso libero