Di terra in terra. In queste tele, le campiture di colore sono piatte e rigorosamente bilanciate, i colori utilizzati sono le terre raccolte e setacciate dall'artista in Toscana e in Sardegna.
Nell’ambito del programma delle mostre organizzate per l’anno 2009 dal Centro d’Arte “L’incontro” in Campansi, domenica 1 marzo, alle ore 18.00, si inaugura la mostra personale di Maddalena Zuddas dal titolo “Di terra in terra”. Maddalena Zuddas ha voluto dare a questa mostra un titolo palesemente metaforico: la parola “terra”, infatti, assume in questa occasione un duplice significato. Da un lato richiama i territori esplorati dall’artista in un suo viaggio immaginario tra i borghi del chianti fiorentino, le crete senesi, i paesaggi agresti sardi, i siti industriali della Val d’Elsa e del Campidano e, dall’altro, la particolare e raffinata tecnica utilizzata per la realizzazione delle opere, dipinte esclusivamente con terre naturali.
La sua ricerca artistica parte dallo studio della tecnica pittorica dei maestri del passato: già Giorgio Vasari ne Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri descrive come in pittura, sin dal medioevo, si facesse largo uso di “carbone macinato” e “terre gialle e rosse” per ottenere quasi tutti i colori. Come ricorda anche Eric Hebborn, la tavolozza dei grandi artisti era costituita da pochi colori fondamentali. Franz Hals e Rembrandt, e non erano certo gli unici, utilizzavano una base di soli quattro colori.
Maddalena Zuddas, pur con le limitazioni derivanti da una gamma cromatica ristretta, diretta conseguenza della scelta di utilizzare esclusivamente le terre raccolte e setacciate con le proprie mani in Toscana e in Sardegna, lavorando sapientemente con il pennello riesce tuttavia ad ottenere molteplici effetti coloristici e variegate sfumature. Le campiture di colore sono piatte e rigorosamente bilanciate, suddivise tra loro da tratti neri tracciati con polvere di carbone. L’artista, deliberatamente, rinuncia così quasi del tutto alla profondità e risolve ogni moto plastico in superficie.
Quando dipinge le crete senesi, Maddalena Zuddas sa cogliere le linee principali del paesaggio riconoscendo il movimento delle colline senza farsi distrarre da particolari che potrebbero indebolire la struttura dell’insieme. Le sue opere, rigorosamente su carta, sono “fresche”, dipinte tutte di prima; evita in tale maniera di far insordire i toni dei colori. Nel dipingere appare lontana da una rappresentazione naturalistica e più attenta ad una visione sintetica della realtà.
I siti industriali ed i borghi, allo stesso modo, sono delineati con tratti essenziali e marcati che danno alla composizione un’atmosfera sospesa e senza tempo. Non esiste un rapporto con una dimensione umana ma solo la raffigurazione di un ambiente. I volumi delle architetture sono definiti da segni neri e le finestre e le porte appaiono come spazi vuoti, alla maniera in cui Mario Sironi dipingeva le sue periferie urbane tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secolo scorso. Un maestro che, nato in Sardegna ma sempre vissuto nel continente, con le sue Montagne dal profilo ferrigno e dall’impasto tenebroso della tarda maturità ha influenzato non pochi artisti originari dell’Isola.
Immagine: Le spiagge bianche di Rosignano Solvay
Inaugurazione: domenica 1 marzo 2009 ore 18.00
Centro d’Arte “L’incontro” in Campansi
Via Campansi 18 - Siena
Orario: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Ingresso libero