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Piero Boragina



 
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22/3/2002

Piero Boragina

Fondazione Bandera, Busto Arsizio (VA)

L'attuale stagione pittorica di Piero Boragina deve aver avuto inizio dalla scoperta di Nolde e del suo mondo espressionistico, con quel figurato paesaggio nordico cui l'aria stessa sembra conferire inusuali densita' ed eccezionali intensità cromatiche, i toni drammatici e le mistiche componenti che all'artista tedesco erano state mediate da Van Gogh, Gauguin, Munch, oltreché dal mondo orientale, fino a raggiungere rese anche più libere e violente, rompendo ogni tradizionale schema disegnativo.


comunicato stampa

Topinambùr
Oli e tempere

Piero Boragina nasce a Genova nel 1953. Vive e lavora tra Genova e Roma e la sua attività si svolge in prevalenza tra pittura, teatro e letteratura. Dopo la laurea in lettere conseguita all'Università di Genova con una tesi su Luigi Pirandello, si dedica al teatro frequentando per tre anni la scuola del Teatro Stabile di Genova. Nel 1975 fonda con Emanuele Luzzati e Tonino Conte la cooperativa teatrale Teatro della Tosse, nella quale presta la sua attività come attore e regista prendendo parte ai più importanti spettacoli prodotti.

Collabora con i registi Franco Enriquez, Aldo Trionfo, Maurizio Scaparro, Alberto Lattuada, mentre svolge un'intensa attività di attore in programmi televisivi e radiofonici, prendendo parte anche a produzioni cinematografiche. E' di questi anni la sua partecipazione a molte delle performances pittoriche con il genovese Aurelio Caminati. Comincia a interessarsi alla fotografia e al cinema: l'attenzione per l'immagine, in rapporto ai temi dello sguardo tra pittura, cinema e fotografia gli consente di iniziare la collaborazione a riviste prestigiose come FMR (Franco Maria Ricci), AFT (Archivio Fotografico Toscano), diventando nel contempo aiuto regista di Alberto Lattuada. Ed è proprio in quest'ambito di ricerca attraverso l'espressione visiva, che inizia a dipingere. Espone le sue opere in alcune personali: ad Acqui Terme, Palazzo Robellini, 1993; Ventimiglia, Galleria La Strada, 1994; Genova, Centre Culturel Italo-Français Galliera, 1995; Avignone, Galerie les Teinturiers, 1997. Dice di lui Angelo Dragone: "La pittura di Boragina - straordinariamente ricca di pigmenti ed ancor più di idee e di senso vivo del colore - dev'essere nata come da una svolta: sostenuta da una cultura che non si limita all'arte, ma che affonda umanisticamente le sue radici nella Storia, tra "lettere e scienze", attenta ad ogni ruolo quotidianamente offerto dal teatro della vita, sullo sfondo, ma anche a contatto della terra intesa come naturale substrato d'ogni vicenda che abbia come protagonista l'uomo. La terra come natura naturans, dunque, a fronte proprio di quei soggetti, per loro inclinazione portati a somatizzare ogni esperienza ed emozione, l'incanto d'un nuovo paesaggio o l'ispirazione d'un sentimento.

Comunque fosse andata prima, l'attuale stagione pittorica di Piero Boragina deve aver avuto inizio dalla scoperta di Nolde e del suo mondo espressionistico, con quel figurato paesaggio nordico cui l'aria stessa sembra conferire inusuali densità ed eccezionali intensità cromatiche, i toni drammatici e le mistiche componenti che all'artista tedesco erano state mediate da Van Gogh, Gauguin, Munch, oltreché dal mondo orientale, fino a raggiungere rese anche più libere e violente, rompendo ogni tradizionale schema disegnativo". In La raffigurazione della coscienza, Germano Beringheli afferma: "Jean-François Lyotard, qualche tempo fa, scriveva - con un'annotazione critica di estrema capacità constatativa - come non fosse più, il nostro, il tempo raggelato dell'opprimente post-moderno, né quello perduto di una modernità mancata. Di fatto, a proposito della pittura "nuova" di Piero Boragina, viene subito da osservare proprio la determinazione di una temporalità calda, coinvolta, forse, anche, dal tempo degli antichi quando l'entropia sconosciuta evitava la dispersione di energia o non ne teneva conto, e, insieme dal moderno, ovvero dalla agglutinazione flagrante e oggettiva del colore rifondata dall'Informale.

Il risultato è ancora una rappresentazione che consente di percepire, nella stessa inquadratura, l'integrazione tra dimensione spaziale e temporale che mira ad essere la raffigurazione della coscienza coinvolta dai suoi contenuti storici e d'esperienza, capace di esprimere attraverso il colore-formato quella impalpabile determinazione che chiamiamo arte e che qui si manifesta attraverso una materia pittorica corposa, accumulata e sovrapposta, rifratta e filtrata dalla luce o stemperata fin a saturare l'occhio che osserva".

E, ancora, Giuseppe Marcenaro in Luce di Pittura: "Per Piero, dipingere, è una gioiosa scommessa con la vita. Conosce perfettamente l'arte messa in pratica da un uomo: quella della rinuncia di fronte alla natura che non si lascia possedere. Soltanto consente la si contempli, a tratti. Sta in questo insinuarsi, in questo combattimento, che Piero trova la misura. Mi è impossibile pensare alla sua pittura come un progetto di esclusiva rappresentazione. In questi dipinti scopro il sospingersi suo verso un "altro pianeta", la natura appunto, che all'occhio distratto, può apparire sotto l'aspetto di foglie, fiori, gheriglio altro. Per me, nulla di tutto questo. Certo, la Natura con le sue prorompenti spire, ma oltre, ancora oltre. E' come se le sue "dipinte foglie" affondassero le radici dentro di lui e prendessero vigore: luce di pittura, non dalla loro esplorazione, ma dalla attenta auscultazione. Perché se i dipinti, del regno vegetale testimoniano l'aspetto, del regno vegetale, semplicemente, sono la "radiografia", lo spettro di una linfa che si organizza tra la mente e il cuore".

Nel 1992 Piero Boragina pubblica il romanzo - saggio Storia del Fuegino José. Nel 1996, presso il Piccolo Teatro di Milano, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita del poeta, è andato in scena un suo recital dedicato alla poesia di Eugenio Montale. In questo spettacolo era accompagnato al pianoforte da Luis Bacalov, premio Oscar per la colonna sonora del film Il postino.

Come coautore, assieme a Giuseppe Marcenaro, realizza una serie di mostre in Italia e all'Estero:

Alfredo Noack inventore della Riviera (Imperia - Genova - Wolfsburg - Stoccarda - Amburgo - Colonia, 1989- 1990); Magasin pitoresque(Genova, 1991);La tavolozza color foglia secca di Eugenio Montale (Genova, Museo di Villa Croce; Firenze, Palazzo Strozzi; Roma, Senato della Repubblica, 1991-1992); La nuit de Gênes. L'universo poetico di Paul Valéry (Genova, 1994); Una dolcezza inquieta. L'universo poetico di Eugenio Montale (Genova - Milano, 1996); J'arrive ce matin L'universo poetico di Arthur Rimbaud (Genova, 1998); Italie, il sogno di Stendhal (Genova, 2000); Viaggio in Italia. Una corteo magico dal Cinquecento al Novecento (Genova, Palazzo Ducale, 2001 - evento culturale ufficiale del Summit del G8);Vaghe stelle dell'Orsa. Gli infiniti di Giacomo Leopardi (la mostra, in preparazione, sarà presentata a Parigi e a Genova).

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Giuseppe Marcenaro è nato a Genova. Scrittore, saggista e giornalista, ha tenuto e tiene corsi e seminari in varie università italiane e straniere, tra le quali Pavia, Stoccarda, Augsburg, Londra, oltre a conferenze d'argomento letterario a Parigi, Colonia, Avignone, Amburgo, Norimberga e Monaco di Baviera. Si ricordano alcune sue opere: Lettere a una gentile signora, Adelphi, 1982; Un'amica di Montale. Vita di Lucia Rodocanachi, Camugna, 1991; Genova la bella. Panopticon dalla Lanterna ad Albaro, Franco Maria Ricci, 1992; Levante - Ponente. La Riviera tra Lerici e Turbia, Franco Maria Ricci, 1994; La nuit de Génes di Paul Valéry, 1994; Vita di Eugenio Montale, Mondadori, 1999. Dal 1975 al 1985 ha diretto la rivista di letteratura, storia e filosofia "Pietre". L'Almanacco dello Specchio di Mondadori ha pubblicato sue poesie

Sul tema della fotografia, l'ambiguità della visione e il suo rapporto con il costume e la letteratura, ha pubblicato: La fotografia dell'Ottocento, 1984; Il silenzio del negativo, 1985. L'attenzione per i viaggiatori stranieri e gli scrittori che hanno attraversato nei secoli l'Italia, lo ha portato a pubblicare il volume Viaggio in Liguria uscito nell'edizione inglese con il titolo English writers on the Riviera.

Dal 1973 ha organizzato in Italia e all'Estero numerose mostre delle quali ha anche curato e redatto il catalogo; tra queste, oltre a quelle curate con Piero Boragina: Florence Henri, aspetti di un percorso, 1910 - 1940, (mostra sulle avanguardie storiche europee, Genova, 1979); Raoul Hausmann (mostra sul Dadaismo, Genova, 1982); Genova con gli occhi di Stendhal (Genova - Milano, 1984); Filippo De Pisis (Genova, 1985); Genova, il Novecento (Genova - Buenos Aires, 1986); Giovanni Boldini (Genova, 1987).

Ufficio Stampa:
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- Elisabetta Farioli
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