Kristine Alksne
Tarin Gartner
Clara Luiselli
Stefano Peressini
Anna Ramasco
Sara Serighelli
Donatella Spaziani
Lorenza Lucchi Basili
Stephanie Nava
Elena Nemkova
Dubravka Vodovic
Gabi Scardi
La rassegna Note, a cura di Gabi Scardi, propone artisti delle ultime generazioni. Stati mentali: il secondo appuntamento, presenta opere di Kristine Alksne, Tarin Gartner, Clara Luiselli, Stefano Peressini, Anna Ramasco, Sara Serighelli, Donatella Spaziani.
stati mentali
Kristine Alksne, Tarin Gartner, Clara Luiselli, Stefano Peressini, Anna
Ramasco, Sara Serighelli, Donatella Spaziani
Inaugurazione: martedì 26 marzo ore 18
fino al 6 aprile 2002
note: nostalgie
Lorenza Lucchi Basili, Stéphanie Nava, Elena Nemkova e Dubravka Vodovic
Inaugurazione: martedì 12 marzo ore 18
fino al 23 marzo 2002
La rassegna Note propone artisti delle ultime generazioni, alcuni dei quali
esordienti, altri affacciatisi sulla scena artistica in questi anni, ma giÃ
fatti segno di attenzioni incoraggianti.
Le opere proposte nei due appuntamenti hanno il valore di annotazioni
personali e sono accomunate da un carattere riservato. L'energia che
manifestano è un'energia interiore, segreta cui lo scenario esterno fa da
contrappunto. Spira, tra le opere, una sensazione, appena vagamente
spaesante, di assenza e di nostalgia di un'unità originaria, nello spazio e
nel tempo.
Sono ancora stati mentali quelli che emergono dalle opere di Kristine
Alksne, Tarin Gartner, Clara Luiselli, Stefano Peressini, Anna Ramasco, Sara
Serighelli e Donatella Spaziani, presentate nel secondo appuntamento.
Tarin Gartner ci permette di entrare tra i pensieri che abitano la sua
testa, tra le immagini che coglie il suo sguardo, in un gioco di rimandi tra
se stessa e l'esterno.
Anna Ramasco, con l'installazione sonora Tarifa, ci immerge nella bizzarra ed
enigmatica atmosfera di un racconto che narra di un viaggio da un luogo
estremo, un luogo di confine tra l'Europa e l'Africa, in cui si raccoglie il
vento e in cui si concentrano le energie, e di un vivificante viaggio
attraverso la Spagna, verso il cuore dell'Europa.
Donatella Spaziani sperimenta, attraverso una serie di autoscatti e di
disegni, la relazione tra sé e lo spazio, tra il proprio corpo e gli oggetti
che la circondano, come se cercasse una complementarietà ideale. Per farlo
sperimenta situazioni di isolamento fisico creando teatrini privati
all'interno di stanze il cui isolamento può acuire la sensibilitÃ
individuale.
Anche Sara Serighelli realizza serie di autoscatti all'interno di luoghi
carichi di vita passata. Si tratta, ancora una volta, di entrare in rapporto
con essi, di misurarli attraverso il metro soggettivo della propria
emotività , talvolta anche di perdervisi fino quasi a scomparire, come
testimoniano alcune dilemmatiche fotografie.
Clara Luiselli presenta un pavimento di delicate mattonelle-nido che
accolgono nel proprio incavo un uovo e un muro di mattoni-nicchia destinato
ad accogliere noccioli di frutta: è nel vuoto derivato da un'assenza che può
trovare spazio il nucleo germinativo del futuro.
Stefano Peressini utilizza suoni subsonici, che fanno vibrare gli oggetti
intorno a noi fino a farli risuonare nelle nostre ossa, evidenziando così
quelle connessioni tra persone, cose, ambienti alle quali spesso,
indaffarati come siamo a vivere la vita, non facciamo caso. Le sue opere,
facendo di spazio e suono un tutt'uno, inducono una percezione del contesto
particolare e si prestano ad esperienze fisiche poco convenzionali.
Infine Kristine Alksne realizza seducenti fotografie di corpi femminili
eterei che s'intravedono appena da dietro una coltre di capelli che, come un
rifugio, li nasconde quasi completamente, riparando l'universo di emozioni
che portano in sé.
Inaugurazione: martedì 26 marzo ore 18
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Il primo appuntamento proponeva opere di Lorenza Lucchi Basili, Stéphanie
Nava, Elena Nemkova e Dubravka Vidovic.
La sede espositiva diventa una meta, prima di raggiungere la quale
cammineremo sull'acqua con l'installazione di Dubravka Vidovic: come se si
trattasse di superare un mare di nostalgia e di lontananza. Elena Nemkova
invita i visitatori alla prova di un contatto individuale ma anonimo, come a
sottolineare la difficoltà , ma anche la necessità , di stabilire rapporti
umani autentici, verificabili. La scelta stessa di tentare una relazione può
assumere il senso di una sfida. L'inconoscibile è anche la violenza vaga
delle tavole e della biancheria di Stéphanie Nava, abitate da punte o da
lame. Le sue opere hanno a che fare con le nozioni di tempo, di limite e di
territorio. Il tema della nostalgia s'intreccia, in molti dei suoi lavori,
con quello di squilibrio, con esiti di sottile ed enigmatica
crudeltà .
Delle serie fotografiche che compongono il lavoro di Lorenza Lucchi Basili,
quelle presentate qui risultano tra le più oniriche, quasi si trattasse di
visioni riferibili ad una fluida realtà interiore piuttosto che alla ferma
solidità dell'architettura. La scomposizione e la ricomposizione della forma
architettonica diventa una strategia per recuperare il senso, a noi solo
parzialmente accessibile, di un'unità perduta delle cose, un viaggio dentro
lo strato più arcaico e insondabile della nostra psiche.
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